Questa volta, per la nostra consueta rubrica, ho preferito non allargarmi troppo e tornare entro i confini della consuetudine.
Non sempre si è in vena di scrivere testi troppo impegnativi o saggi divertenti; a volte manca lo spirito giusto per farlo. Questo periodo è proprio uno di quei momenti.
Ho deciso, quindi, di ritornare sulla strada tracciata da tempo e – quindi – pubblicare una cartolina d’epoca di Alessandria.
Colgo l’occasione dell’anniversario dell’ultimo scherzo fattoci da Sua Santità Hildebradus I Aracnicus – Pontifex Maximus et Prinx (per volontà del Popolo e disgrazia di dio1 ), alias Antonio Silvani – per pubblicare una cartolina di Corso XX Settembre; la strada di casa sua.
Antonio era molto affezionato al suo quartiere – la Pista – ed in particolare al suo sancta sanctorum – la sua casa – dove conservava tutti i libri (quelli da lui scritti e quelli degli autori che amava) e dove custodiva le sue collezioni, il luogo in cui si rintanava volentieri per scrivere e per portare avanti i suoi studi e anche il posto prediletto in cui riceveva gli amici più cari.
Ricordo una curiosità. Ogni volta che salivo le scale del bel palazzo in cui abitava l’amico Antonio mi accompagnava il dolce suono di un carillon, una musichetta infantile. Antonio infatti possedeva un giocattolino a cui dava la corda per che generasse la musichetta allegra con cui accoglieva in casa sua le persone che gli andavano a genio.
Nella cartolina che oggi propongo, oltre a moltissimi particolari interessanti, si osserva in primo piano il bel palazzo – ormai più che secolare – all’incrocio con via Torino, in cui stava Antonio.
La costruzione, che all’epoca dello scatto fotografico poteva contare una ventina di anni, è rimasta pressoché immutata nel tempo. Qualche finestra del pianterreno nel corso degli anni è sparita per lasciare luogo a vetrine di negozi. Per offrire un raffronto del passato col presente ho pensato di pubblicare anche l’immagine attuale del palazzo, utilizzando una fotografia tratta da Google Maps.
Con la demolizione dei bastioni a sud di Alessandria, verso la fine dell’Ottocento, era stato ottenuto nuovo spazio grazie al quale la città avrebbe potuto espandersi. E così è stato.
Dapprima, ai piedi del cavalcavia, sulla nuova area, era stata creata una pista per le gare ciclistiche ma dopo non molti anni anche quella era stata fatta sparire, sacrificandola alle nuove esigenze abitative ma, cosa importante per il suo ricordo, regalando al nuovo quartiere addirittura il proprio nome. La Pista.
La cartolina – stampata a cura dell’Editore A. Colombo di Alessandria, spedita il 26 Maggio 1916, con i nuovi palazzi immortalati – illustra magnificamente l’espansione della città e lo sviluppo della zona.
Fin da ragazzo ricordo questo quartiere come luogo signorile in cui abitavano persone di ceto mediamente superiore alla media e dove – guarda la combinazione! – si trovavano in numero maggiore al resto della città belle ragazze e avvenenti signore. Il motivo di tutto questo ancora non me lo so spiegare.
Col tempo la speculazione edilizia ha fatto sparire tante costruzioni liberty, oltre a molte belle palazzine e a numerosi palazzi signorili, donando il loro posto a grattacieli e condomini più o meno anonimi… Naturalmente anche le belle ragazze nel frattempo sono sparite, essendo diventate belle mamme e belle nonne…
Per concludere voglio dire che chi volesse documentarsi sul quartiere Pista lo può fare leggendo e studiando il bel libro che un amico, Sandro Corsico, con la collaborazione di un altro amico, Ugo Boccassi, nel 2004 aveva pubblicato.2
Infine, per ricordare anche l’amico Sandro Locardi, voglio pubblicare una satira che il poeta aveva scritto per “onorare a suo modo” Camilla Cederna, che si era (malauguratamente) permessa di scherzare su Alessandria e sull’intelligenza e perspicacia degli alessandrini, attraverso le pagine del settimanale Panorama.
La poesia La brüta è tratta dal volume Gajoud dal Paradis, arricchito dalle illustrazioni dell’amico Gianfranco Calorio.3
1 Per i Goliardi gli unici Dei che devono essere scritti rigorosamente con la Maiuscola sono quelli della Sacra Triade, ovvero Bacco, Tabacco e Venere. Ecco il motivo dell’uso dell’iniziale minuscola.
2 Da “Pista” a rione: storia della nascita di un quartiere alessandrino / Alessandro Corsico; appendici a cura di Ugo Boccassi; con scritti di Giuseppe Baretta … [et al.]. – Alessandria: iGrafismiBoccassi, stampa 2004.
3 Gajoud dal Paradis: businà, poesie e canzoni in dialetto alessandrino / Sandro Locardi; con i disegni e le caricature di Gianfranco Calorio; nota introduttiva di Riccardo Motta; prefazione di Cesarino Fissore; traduzioni di Tony Frisina. – Castelnuovo Scrivia (Al) : Maxmi, 1997.