Rinviare ogni decisione e gli adempimenti dei comuni almeno fino a quando permane lo stato di emergenza Covid-19, escludendo in ogni caso zone densamente popolate, a vocazione agricola e limitrofe a siti Unesco. Con specifico riferimento, in Piemonte, al sito Unesco Langhe Monferrato Roero e aree limitrofe, e a zone con vocazione agricola di pregio come le Terre dell’Erbaluce e la pianura alessandrina.
Coinvolgere Regioni e territori nel processo decisionale, con consultazione pubblica, e tenere costantemente aggiornato il Parlamento.
Questi i punti essenziali della Mozione presentata dai parlamentari della Lega alla Camera relativamente al percorso per identificare il Deposito Nazionale per rifiuti nucleari, dopo la pubblicazione da parte di So.G.I.N. S.p.A. (la società statale incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) ai fini della realizzazione del deposito nazionale per il combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi;
la Carta comprende 67 aree, con priorità differenti, dislocate nelle regioni Piemonte (8 zone), Toscana e Lazio (24 zone), Basilicata e Puglia (17 zone), Sardegna (14 aree), Sicilia (4 aree); risultano 12 aree in classe A1, 11 aree in classe A2, 15 aree in classe B e 29 aree in classe C; le aree in classe A1, ossia con la massima priorità, sono ubicate: 2 in provincia di Torino, 5 in provincia di Alessandria e 5 in provincia di Viterbo.
L’on. Riccardo Molinari, Capogruppo della Lega alla Camera e primo firmatario della Mozione, precisa: “Le modalità di decisione e comunicazione sin qui adottate dal Governo Conte nella gestione di un problema così delicato, e in sospeso da anni, sono irragionevoli. Il Paese è in piena emergenza per la pandemia, e un tema così delicato, destinato a condizionare fortemente la vita del territorio prescelto, necessita di una decisione motivata e ponderata, frutto di un processo di riflessione condivisa e trasparente. Avviare ora una procedura di scelta, in un clima di tensione sociale ‘palbabile’ e in taluni casi drammatica, senza neanche un preavviso a Parlamento e territori, è un metodo sbagliato. Regioni, Province e Comuni, ossia le istituzioni che rappresentano le comunità locali, sono state completamente scavalcate, e ‘spiazzate’ dall’annuncio dell’Esecutivo dei giorni scorsi. In Piemonte, in particolare, sono state individuate aree, in provincia di Torino e soprattutto nell’Alessandrino, che risultano palesemente inadeguate, perché densamente popolate, e limitrofe ad attività economiche, soprattutto di tipo agricolo ed enogastronomico, di assoluto pregio, incompatibili con il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. Pensiamo in particolare al sito Unesco Langhe Monferrato Roero, e ad aree con vocazione agricola di pregio come le Terre dell’Erbaluce e la pianura alessandrina.
La Lega, dopo aver raccolto le istanze di Regione e enti locali, chiede dunque che sull’identificazione della sede di tale Deposito si apra un percorso di analisi, che fornisca alla popolazione ampie garanzie in termini di sicurezza, e che dia garanzie agli enti territoriali sulle effettive compensazioni economiche e di riequilibrio ambientale e territoriale che si intendono assegnare ai territori che ospiteranno il deposito nucleare, in aggiunta alle compensazioni ambientali che verranno previste nell’ambito della procedura di VIA”.
L’On. Molinari, Segretario della Lega in Piemonte, conclude con un appello rivolto a tutti i parlamentari del territorio: “Mi auguro che, di fronte ad un tema così delicato, gli eletti in Parlamento della nostra Regione, a qualsiasi partito o schieramento appartengano, sappiano mettere il bene e l’interesse della loro comunità al primo posto assoluto: in gioco c’è il futuro del Piemonte, e di tutti i piemontesi”.