Cia Alessandria: “No al canone RAI per agriturismi. Il Governo intervenga”

Per contenere la diffusione del Covid gli agriturismi, così come ristoranti e hotel, hanno dovuto accettare sin da marzo, restrizioni significative, il lockdown e il coprifuoco. Eppure una volta chiuse, queste stesse strutture hanno dovuto, senza riduzioni o sospensioni, pagare integralmente il canone RAI speciale, ovvero riservato ad attività ricettive e canale Horeca. Un fatto incomprensibile per Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, che oggi scrive alla ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, affinché solleciti l’intervento sulla materia, da parte del Governo.

Le prime segnalazioni a Roma sono arrivate tramite Cia Alessandria, che ha portato all’attenzione il problema.

Turismo Verde-Cia specifica che è stato solamente posticipato dal 30 aprile al 30 giugno 2020, il pagamento della seconda rata con cadenza trimestrale. Azione ritenuta chiaramente non sufficiente né coerente con lo stop imposto alle attività.

Le imprese agrituristiche con più di un apparecchio in uso, spiega ancora Turismo Verde-Cia, sono tenuti a pagare 407,35 euro l’anno (con quota semestrale pari a 207,82 euro e trimestrale di 108,07 euro). Inoltre, il canone RAI speciale, come affermato dalla Cassazione “costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio” (sentenza 20 novembre 2007, n. 24010). La Consulta, nel 2002, decise poi che, nonostante in origine sembrasse un corrispettivo per la fruizione, “il canone ha da tempo assunto natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge” e legata al possesso del device, non al suo utilizzo.

Dunque, secondo Turismo Verde-Cia, l’eccezionalità dell’emergenza per il Covid e la crisi che ha investito il settore agrituristico per le forti restrizioni, rendono il pagamento del canone speciale RAI non una priorità e la sua sospensione, non penalizzante il regolare e ottimale svolgimento del servizio pubblico.

Spiega Davide Garoglio, socio Cia e titolare di un agriturismo a Villamiroglio: “Gli ostacoli burocratici sono davvero assurdi e rendono insostenibile il nostro lavoro. Il governo dovrebbe, come segnale minimo di comprensione e vicinanza al settore agrituristico, rivedere le misure intraprese e inserire una riduzione del canone, ad esempio del 25% come ha già deliberato la SIAE – per riportare solo un precedente nel settore privato – o riconoscere come non dovuto il pagamento del canone RAI speciale da parte di queste imprese nel 2021. E si potrebbe anche pensare di equilibrare le casistiche, anche a seconda della locazione delle strutture”.