Con le prime file davanti ai supermercati per l’effetto Covid, in controtendenza alla deflazione generale salgono i prezzi al consumo nel carrello della spesa con un rincaro al dettaglio che va dal 9,9% per la frutta al 5,3% per la verdura. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a ottobre che registra una spinta al rialzo del carrello della spesa con +1,2%.
“Un’accelerazione che riguarda al dettaglio sia gli alimenti lavorati che quelli non lavorati mentre i prezzi pagati agli agricoltori e agli allevatori spesso diminuiscono con le quotazioni riconosciute ai produttori che in molti settori – sottolinea il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale”.
Verificare l’origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, preferire le produzioni locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garantiscono maggiore freschezza, privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori, nei mercati e nei punti vendita specializzati anche della grande distribuzione dove è più facile individuare l’origine e la genuinità dei prodotti sono alcuni consigli della Coldiretti per gli acquisti di frutta e verdura di qualità.
“Peraltro – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – le ultime Faq del Governo hanno chiarito che fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti quindi laddove, anche nelle zone rosse come la provincia di Alessandria, il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati”.
Con l’attuale emergenza l’invito alla distribuzione commerciale ed ai consumatori è quello di privilegiare sugli scaffali prodotti Made in Italy duramente colpiti dalla chiusura anticipata della ristorazione che ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento.
Un drastico crollo dell’attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
“L’approvvigionamento alimentare è assicurato grazie al lavoro delle aziende agricole e dalla capillare rete dei mercati contadini di Campagna Amica presenti sul territorio provinciale anche con consegne a domicilio – concludono Bianco e Rampazzo -. Occorre dunque evitare inutili file che favoriscono le speculazioni e con gli assembramenti ed aumentano il rischio della diffusione del contagio”.