Claudio Castagnone ci fa riflettere sui morti Covid. Gli ospedali alessandrini sono al collasso: ma chi tagliò la sanità? [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

 

1) C’è una domanda che merita ampia riflessione: “Morte per Covid, anzi no! Interessi occulti sulla pandemia?” Il titolo del pezzo da me citato è stato pubblicato nella rubrica “Cosa non va secondo noi” de Il Monferrato di venerdì 6 novembre a pag.17 ed è a firma Claudio Castagnone (personaggio di rilevo e scrittore casalese di Rosignano Monferrato). Cos’ha di interessante questo pezzo per indurmi a stilare una pagella con un ottimo voto? Prima di trascrivere una parte del pezzo, pongo una domanda: non si può o non si vuole distinguere fra “morto di Covid” e “morto con Covid”? E soprattutto si saprà mai quanti sono i “veri” morti Covid? Perché si presenta il dubbio che si stia buttando tutto ‘in Covid’ facendo un gran ‘calderone’. C’è chi è morto per altre cause, ad esempio lesioni gravi in incidenti stradali, infarto, cancro, influenza, con polmonite subentrata su un corpo debilitato e anziano, che in caso di decesso (per altre cause) andrà nella contabilità di paziente Covid. Non avendo trovato on line l’articolo di Claudio Castagnone ne trascrivo il contenuto: “C’è qualche interesse occulto a cercare di far figurare come causato dal Covid19 un decesso conseguente ad altra patologia? Questa domanda me la sono posta dopo che si è attribuita a conseguenze della pandemia la morte di un mio cugino di Alessandria, deceduto invece per una brutta polmonite in seguito ad una accidentale caduta in casa dovuta ad una patologia neurologica per la quale era in cura da diversi anni. Viene ricoverato in ospedale di Alessandria per escludere danni traumatici aducendo come causa dell’incidente un presunto attacco di epilessia, per questo erroneamente curato cade in stato semi-comatoso, ma dimesso dopo pochi giorni. Viste le sue condizioni tutt’altro che buone, su richiesta del neurologo che lo aveva in cura, viene ricoverato a Tortona per proseguire le cure sempre dopo tampone con esito negativo. Diventando nel frattempo l’ospedale di Tortona “ospedale Covid” e non essendo colpito da virus viene trasferito in quello di Casale in un reparto no-Covid. Qui purtroppo, grazie anche al suo peregrinare da un ospedale all’altro, peggiora tanto da causarne il decesso. Gli incaricati delle pompe funebri si trovano di fronte ad un decesso Covid con tutte le conseguenze e le trafile del caso, e solo dopo telefonate e proteste da parte della famiglia viene concesso il permesso di trattare la salma con le normali procedure”. Qui Claudio Castagnone pone domande: “E’ forse più comodo, veloce, sbrigativo o conveniente attribuire un decesso all’attuale dilagante pandemia?Dobbiamo credere ai numeri che ci bombardano giornalmente o sono manipolati e gonfiati per motivi che non ci è consentito a sapere? Perché anche in momenti difficili e luttuosi per ottenere giustizia bisogna sempre minacciare querele o denunce? ”. Non ci sono risposte.
Voto: 9

2) Tralasciamo tutte le polemiche dei giorni in merito ad eventuali (“eventuali” non troppo) trasferimenti di malati Covid negli ospedali dell’alessandrino provenienti da altre province, in aggiunta ad altre polemiche sul personale sanitario in agitazione, con minaccia di sciopero.
Questa era la situazione all’11 novembre: “Acqui Terme, i posti Covid quasi tutti occupati: Diteci dove andranno i nuovi pazienti. Al Monsignor Galliano ricoverati 56 pazienti contagiati a fronte di 58 letti: i sindaci chiedono risposte all’Asl”.
Comprendo che questa provincia debba essere solidale con altre province, altre ASL e aziende ospedaliere, ma essendo una persona pragmatica non vorrei che, visto il galoppare del virus, se disgraziatamente io o un mio familiare ci becchassimo il covid-19 fossimo ricoverati chissà dove.
La cosa mi rende molto molto inquieta, preoccupata e arrabbiata. questa notizia sul calvario di un uomo di 77 anni fa pensare: “Non c’è posto, da dieci giorni attende l’operazione per la gamba rotta. Dal Pronto Soccorso alla geriatria per mancanza di posti letto (occupati da pazienti covid)”. In sostanza, il 30 ottobre questo signore è entrato all’ospedale per un femore rotto, e non è ancora stato operato. La famiglia ha scritto al Ministro della Salute denunciando che non è possibile rischiare di far peggiorare un anziano perché tutti i posti sono occupati da pazienti Covid. Ai parenti di questo povero “cristo” dico che scrivere al Ministro della Salute è stato tempo sprecato, sarebbe stata utile una bella denuncia alla Procura della Repubblica. In Piemonte vi sono dodici Aziende Sanitarie Locali (ASL): Alessandria – Biella – Asti – Vercelli – Novara e VCO ne hanno una ciascuna, Cuneo ne ha due (mai capito perché) – Torino ne ha tre più una quarta, la ASL città di Torino. Vale a dire che Torino città ha la sua ASL personale e tre provinciali. Ora, Torino e la sua provincia così ben fornite di strutture ASL e aziende ospedaliere deve per forza trasferire i suoi ammalati Covid nelle strutture di tutto il Piemonte, e in particolar modo nella nostra provincia? Le mie possono sembrare polemiche, ma sono solo legittime osservazioni.
Voto: 2

Caro Assessore Saitta, se 4 ore di attesa per una prenotazione e 4 mesi per una visita in ospedale per lei sono normali.... CorriereAl3) Dai titoli dei giornali traspare ogni giorno l’allarme di medici e infermieri che denunciano la reale situazione di ospedali ormai al collasso, lamentando a giusta ragione che è stato perso troppo tempo, e che dalla prima ondata del virus ad oggi non ci sono stati i rinforzi necessari: “Situazione infermieri e oss sta precipitando vertiginosamente” e “Sospese le ferie in tutti gli ospedali del Piemonte. Lo ha deciso l’Unità di crisi della Regione”. Mancano i letti negli ospedali per le altre normali attività chirurgiche/sanitarie perché trasformati in ospedali Covid. Governo e ogni preposto nei mesi estivi hanno ‘dormito della quarta’ nonostante per difendersi ci raccontino il contrario. Gli italiani sono anche troppo pazienti a tollerare tutto ciò, ma non sono fessi. La situazione sanitaria del Paese è grave, ma come siamo arrivati a questo? Per chi non lo sa o se l’è dimenticato, traccio un promemoria per ricordare a chi dobbiamo dire grazie. Di questi tempi fare un po’ di dietrologia sullo stato della sanità è utile, considerato che il popolo italiano strapaga chi si occupa della sanità, dai burocrati ministeriali,ai politici, ai commissari vari.
Nell’ultimo decennio tutti i Governi si sono distinti nell’indebolire e sgretolare il Servizio Sanitario Nazionale, con un definanziamento da 37 miliardi.
La Fondazione Gimbe cita una data precisa sull’inizio del definanziamento. Comincia il Governo Monti con la riforma Balduzzi.
Il 20/12/2012, le Ragioni chiedevano un incontro con Monti per denunciare che con la Legge di Stabilità erano a rischio la sostenibilità dei servizi sulla sanità.
Il 12/02/2016 il Governo Renzi con la ministra Lorenzin pensa bene di risparmiare sulle prescrizione di esami di laboratorio, tac, risonanze e scintigrafie: “Decreto taglia-ricette, rivolta dei medici”.
Ora passiamo alla nostra Regione Piemonte: periodo Chiamparino, Saitta e l’arrivo del potente Direttore Moirano. In aggiunta “Terapia d’urto per gli ospedali piemontesi”.
Dopo aver depotenziato reparti nei vari ospedali della provincia, questa è una chicca: nel 2015 Saitta e Moirano comunicano la metamorfosi della sanità piemontese che avverrà nel 2016 passando attraverso la mobilità di medici e infermieri. Vale a dire che invece di assumere il personale lo si sposta dove serve.
Potrei proseguire per pagine e pagine, ma ho scelto solo alcuni riferimenti del mio archivio per dare un senso a ciò che sta accadendo e stiamo subendo.
Voto: 2