Ravazzi (Lega): “La mia città sempre più verde: esempio di cura degli spazi pubblici alessandrini, ma anche di inclusione sociale. Con la collaborazione di Amag Ambiente”

La scorsa settimana al Giardino Botanico di Alessandria ha avuto inizio una nuova esperienza: “La mia città sempre più verde”, che si colloca all’interno del più ampio progetto di volontariato “Alessandria Città Normale”, ideato da Gianni Ravazzi, consigliere comunale della Lega a Palazzo Rosso, ma anche etologo, scrittore e molto altro, che già in passato i lettori di CorriereAl hanno avuto modo di conoscere.

“Alessandria Città Normale”, nel mondo ‘pre-Covid’, si è distinta per alcune rilevanti iniziative, come la pulizia e la manutenzione delle fioriere cittadine e la gestione di spazi verdi fatta da ragazzi richiedenti asilo e volontari, la gestione di piazza Don Soria collegata al negozio aperto sulla piazza stessa in collaborazione con i detenuti, o ancora il progetto per la manutenzione di un’area cimiteriale, grazie alla collaborazione con l’UEPE (Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna).

Ora è lo stesso Ravazzi a presentarci con efficacia la nuova esperienza.

Consigliere Ravazzi, cos’è “La mia città sempre più verde”?
E’ un bel progetto, come sempre frutto di un impegno collettivo di persone che ci credono davvero. Vede impegnati tre ragazzi che l’anno scorso avevano partecipato come volontari al progetto di manutenzione delle fioriere, e che oggi invece operano con contratti di tirocinio finanziati da Amag Ambiente.
La novità di questo progetto sta nel fatto che il lavoro viene coordinato da Amag Ambiente e dal Giardino Botanico. Due tutor, uno per ente, organizzano gli impegni settimanali che i ragazzi dovranno sobbarcarsi insieme a personale Amag e del Giardino Botanico, per migliorare la manutenzione e la cura di alcune aree verdi di rilievo per la città, come i Giardini della Stazione e lo stesso Giardino Botanico, ma anche per il mantenimento delle fioriere e di alcune aiuole che meritano particolari attenzioni o di interventi d’urgenza come potrebbe essere quello della prossima settimana a beneficio del Cimitero cittadino.
Questo coordinamento congiunto che permette di ottimizzare il lavoro e indirizzarlo là dove più necessario, ha anche una seconda importante valenza che è quella di una continua formazione che i ragazzi fanno operando insieme a personale specializzato.

Cura del verde cittadino dunque, che è fondamentale. Ma anche una dimostrazione concreta di integrazione sociale, e di inclusione nei fatti, non a slogan….
E’ così. Abbiamo voluto chiamare il progetto “La mia città sempre più verde” per dare subito l’idea di quali fossero gli ambiti operativi, ovvero il verde cittadino; ma anche per dare ancora di più un segno di integrazione, visto che due dei tre ragazzi provengono da Niger e Ciad, e hanno dimostrato con il loro impegno che sono i primi a sentire che ormai questa è la loro città. Voglio ringraziare ancora una volta Amag Ambiente, per aver messo a disposizione le risorse economiche e e umane necessarie e per aver accettato di condividere un progetto che potrebbe, spero, essere solo l’inizio di una collaborazione duratura. Non dimentichiamo che già le attività dello scorso anno erano state sponsorizzate dal Gruppo Amag, e l’evoluzione di quest’anno mi fa sperare che in futuro la collaborazione possa essere sempre più stretta e produttiva. Un particolare ringraziamento personale va al Presidente del Gruppo Amag, Paolo Arrobbio, che non mi rifiuta mai il suo appoggio per queste iniziative, e ad Angelo Ranzenigo, curatore del Giardino Botanico, sempre presente quando lo chiamo in causa.

Chi sono i tre ragazzi coinvolti nel progetto?
Abbiamo scelto questi tre ragazzi perché sono stati quelli che nel corso del progetto di volontariato dello scorso anno (interrottosi per il Covid) si sono dimostrati particolarmente interessati alle attività di manutenzione del verde e hanno anche dimostrato un particolare attaccamento al progetto, impegnandosi sempre senza mai mancare un giorno. Averli potuti in qualche modo ricompensare con un contratto da tirocinanti ci è sembrato corretto e nello stesso tempo speriamo sia di stimolo ad altri ragazzi nell’aggregarsi ai progetti di volontariato.
Il fatto di passare da un ambito di volontariato ad un ambito lavorativo, oltre che essere di stimolo per l’aspetto economico, ritengo sia anche un ulteriore passo in avanti per una vera integrazione dei ragazzi che non sono italiani, e nello stesso tempo un’opportunità anche per chi invece in Alessandria ci è nato.