La riduzione dei tempi di quarantena è una buona notizia per lavoratori ed imprese in un momento difficile per l’economia e l’occupazione.
“Si tratta – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – di una decisione che alleggerisce il peso sul sistema sanitario ma che difende anche la capacità produttiva del Paese e le opportunità di reddito delle famiglie. La quarantena breve anticipa il rientro al lavoro con un effetto importante per chi svolge attività autonome spesso duramente colpite dalla pandemia, ma riduce anche il rischio di paralisi del ciclo produttivo nelle imprese. Per l’agricoltura è importante anche per combattere la carenza di lavoratori stagionali provenienti dall’estero frenati fino ad ora dalla lunga quarantena di quattordici giorni”.
Nel 2020 si sono praticamente ridotti di circa 1/3 i lavoratori stranieri nelle campagne italiane a causa dalle misure di sicurezza anti contagio, del lockdown e dai necessari vincoli posti alle frontiere ai braccianti dall’estero che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese.
“L’assenza dei lavoratori stranieri ha messo in grave difficoltà le campagne dove – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – si è registrato un crollo record del 7% delle ore lavorate in agricoltura. Una preoccupazione che riguarda anche l’autunno, uno dei momenti più delicati dell’intera annata agraria, e molte imprese rischiano di trovarsi a ranghi ridotti”.
Intanto, pesano sul bilancio anche i costi aggiuntivi per i protocolli di sicurezza adottati dalle aziende agricole che vanno dalla cartellonistica interna ai termo scanner, dalla formazione alla rimodulazione degli spazi di lavoro per garantire le distanze sociali: un conto, a livello provinciale da 200 mila euro, ma destinato a salire per mascherine, gel e dispositivi di protezione anti contagio per chi lavora nei campi. A livello nazionale la cifra supera i 90 milioni di euro.
L’attenzione alla sicurezza ha permesso all’agricoltura di avere solo lo 0,1% delle 52.209 denunce di infortunio da Covid-19 questo perché “le fattorie italiane, situate in aree isolate e con ampi spazi all’aperto – concludono Bianco e Rampazzo – sono forse i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di precauzione per difendersi dal contagio”.
Intanto, registra un balzo il numero di chi ha paura per l’emergenza Coronavirus, con l’85% dei cittadini che si dichiara preoccupato o molto preoccupato, in netta inversione di tendenza dopo mesi di fiducia crescente.