La Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici dell’Alessandrino, presieduta da Piergiacomo Guala, è attiva da quasi un quarto di secolo (1997-2020) con lo scopo di intervenire finanziariamente, contribuendo alla salvaguardia del patrimonio culturale della città e della provincia di Alessandria. Oggi raccoglie 14 soci che annualmente contribuiscono nella misura definita dallo statuto, ma lungo la propria storia ha potuto contare anche su altre presenze rilevanti e significative. Nell’arco di quasi un quarto di secolo il risultato di questo impegno si è tradotto in una disponibilità di risorse pari a due milioni di euro che sono stati orientati, in costante accordo con gli organi di tutela, per il restauro di importanti opere d’arte.
Come ama ricordare il presidente, “la Consulta è nata come frutto di un comune sentire tra un gruppo di persone che si sono considerate (e ancora si considerano) responsabili del patrimonio culturale che la storia e l’arte, la religione e la devozione hanno prodotto nel tempo in un luogo e in un tempo precisi, quelli in cui viviamo”.
La missione, chiara nei contenuti, è stata quella di dare vita a un modello di mecenatismo progettuale a favore dell’arte e della cultura, in grado di riportare alla luce l’identità della città e del suo territorio e, insieme, di combattere quell’idea negativa di un’Alessandria priva di qualsivoglia patrimonio artistico. L’idea trainante è molto semplice: cercare di convogliare donazioni singole su obiettivi comuni, concertati con le istituzioni e gli organi di tutela, mettendo insieme cifre complessivamente più sostanziose e, quindi, efficaci.
Con questa formula, mutuata da una analoga esperienza in atto a Torino da oltre 30 anni, la Consulta permette alla componente imprenditoriale che ne fa parte di esprimere la propria responsabilità sociale in modo nuovo, prendendosi cura del patrimonio e mettendo a disposizione l’esperienza presente nel proprio tessuto aziendale.
Ma anche dai soci privati, che garantiscono passione, presenza attiva e costante, la Consulta riceve una serie di valori irrinunciabili che ne hanno costituito la forza fin dalla nascita e sono la chiave del successo e della continuità. Indipendenza, cioè volontà di operare con tutti; collaborazione, cioè capacità di fare squadra; costanza, ovvero possibilità di attuare strategie a lungo termine; professionalità e cuore: sono stati questi i valori fondanti della nostra missione.
Dopo tanti anni spesi in favore del patrimonio artistico i soci della Consulta hanno sentito il desiderio di offrire alla comunità di cui fanno parte una sorta di “rendiconto” di tutte le iniziative realizzate. È partita da qui l’idea di raccontarsi in un volume che ora viene presentato. Curato dal segretario dell’associazione, Roberto Livraghi (nella foto), appassionato studioso di storia del territorio, il libro si intitola La Consulta di Alessandria per una politica del patrimonio artistico (1997-2020): è edito dalla SAGEP di Genova ed è arricchito da un ampio materiale fotografico. Vi si raccontano nel dettaglio le tante imprese portate a termine (ma alcune sono ancora in corso) in questi anni: i restauri delle chiese alessandrine di Santa Maria di Castello e di San Giovannino, nonché di numerose opere d’arte, organi storici, sculture lignee, dipinti e affreschi appartenenti a importanti realtà religiose prevalentemente della diocesi alessandrina.
Quattordici testimonianze di importanti partner istituzionali con cui la Consulta ha lavorato in questi anni e dodici brevi saggi storico-artistici costituiscono il contenuto centrale dell’opera, arricchita anche dalle considerazioni di una profonda conoscitrice del nostro patrimonio come Carlenrica Spantigati, già Soprintendente ai Beni Storico-artistici, e come Fulvio Cervini, docente dell’Università di Firenze e curatore della recente mostra “Alessandria scolpita. Sentimenti e passioni tra Gotico e Rinascimento. 1450-1535”.
“Questa pubblicazione – ricorda ancora il presidente Guala – raccoglie una serie di testimonianze, tra cui alcune ricche di considerazioni lusinghiere per il nostro operato. Ma lo scopo di realizzare un simile volume non è mai stato nelle nostre intenzioni quello di farci lodare o, peggio ancora, di autocontemplarci. L’intenzione era – ed è – soltanto quella di fornire in pubblico un doveroso resoconto di come abbiamo operato e di come siano state indirizzate e spese le importanti risorse che la generosità dei soci ha reso disponibili. Oggi si parla di “bilancio sociale”: è un’espressione che ci piace, ma forse ancora meglio sarebbe dire “racconto e resoconto trasparente” di quello che siamo, con i nostri limiti e i nostri difetti, ma anche con una invincibile voglia di far crescere la comunità di cui ci sentiamo parte. Ringrazio Roberto Livraghi, dal 1997 segretario e anima della nostra Consulta, per aver curato la realizzazione di questo bel volume. Abbiamo anche la speranza e l’obiettivo di sensibilizzare in questo modo nuovi amici, nuove imprese e fondazioni bancarie che vogliano condividere con noi altri passi in avanti e porsi coraggiosamente obiettivi di servizio alla nostra comunità”.
Oggi i soci di Consulta sono: la Fondazione Social di Alessandria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Confindustria Alessandria, Kimono Spa, Sapimed Spa, Solvay Spa, Bonino Spa, Giuseppe Garlando, Luciano Mariano, Anna Maria Porrati Lenti, il Rotary Club di Alessandria, Adele Villosio, lo studio Zaio e Associati.
Il volume sarà presentato in un incontro a inviti, in omaggio alle normative anti-covid, venerdì 2 ottobre p.v. alle 17.30 presso la sede di Cultura e Sviluppo in piazza De André 76. Sono annunciate diverse personalità, tra cui l’assessore regionale alla cultura, Vittoria Poggio, il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica, la soprintendente alle Belle Arti, Luisa Papotti, i presidenti delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Alessandria e di Torino, Luciano Mariano e Giovanni Quaglia, il presidente della Consulta di Torino, Giorgio Marsiaj.