Alessandria, il nuovo scalo nel 2025? È la previsione di Slala per le merci. Mentre per la mobilità delle persone è essenziale l’integrazione fra rotaia e gomma [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Il nuovo scalo ferroviario di Alessandria al servizio del Basso Piemonte e del sistema dei porti liguri potrebbe vedere la luce nel 2025? I conti sarebbero presto fatti, sulla base delle indicazioni di Nicola Bassi, consulente della Fondazione Slala (Sistema logistico del nord ovest d’Italia) guidata da Cesare Rossini. Al termine della riunione interclub organizzata dal Rotary Club Ovada del Centenario (presidente Pierluigi Orsi) con il club Gavi-Libarna (presidente Giancarlo Laguzzi) e Tortona (presidente Domenico Traversa), ospitata a Villa Bottaro, a Silvano d’Orba, che ha avuto al centro della serata il tema della mobilità delle persone nella provincia di Alessandria, non sono mancate alcune domande e a quella di Pierluigi Orsi – “Quando si potranno vedere concretamente le opere a partire dallo scalo alessandrino?” – è stato Bassi a rispondere così: «Il progetto di fattibilità sarà pronto in circa diciotto mesi, poi ne serviranno altri sei od otto per quello definitivo. Da quel momento Rfi (Rete ferroviaria italiana) stima un paio di anni per i lavori». E quindi, realisticamente, l’anno della svolta potrebbe essere il 2025. L’incontro organizzato dal Rotary ovadese è arrivato a pochi giorni dal Consiglio di amministrazione di Slala che ha sancito diverse novità, illustrate a Villa Bottaro da Cesare Rossini, Alessandro Traverso, presidente della Commissione mobilità delle persone (era affiancato dai consulenti Giovanni Currado e Angelo Marinoni) e da Nicola Bassi per la logistica delle merci.

«Lo scalo ferroviario del capoluogo – ha precisato Rossini – sarà al servizio delle merci che transitano da Genova e dal Mediterraneo e sono dirette ai mercati del cuore dell’Europa. Il nuovo smistamento del Basso Piemonte prevederà una modalità innovativa di collegamento ferroviario fra i porti di Genova e Savona. Il modello, definito da Uirnet (soggetto attuatore unico per la realizzazione del sistema di gestione della logistica nazionale, la società, partecipata da Slala, è impegnata nella realizzazione della Piattaforma logistica nazionale) e Rfi ridisegnerà lo scalo alessandrino dove verranno composti i treni che ripartiranno verso le destinazioni finali nazionali e internazionali. L’obiettivo è garantire un maggiore traffico ferroviario che consenta di alleggerire la pressione sui porti liguri. La sfida è rappresentata da un modello di trasporto ferroviario su breve distanza, che già da solo è una novità, cui si aggiunge la sfida della sostenibilità economica.

Le Ferrovie dello Stato mettono in vendita gli scali merci di Alessandria e di Novi San Bovo CorriereAl 1

Lo scenario – ha precisato Bassi – cui si lavora è quello di uno scalo ‘passante’ che ad Alessandria vedrà la composizione dei treni da 750 metri (e dal peso di duemila tonnellate) e per il quale gli ‘shuttle’ garantiranno un movimento di treni da e per i porti liguri sostenibile dal punto di vista economico. Entro breve sarà poi pronto il bando per la gara che dovrà definire invece il modello di trasporto delle merci su gomma tra i porti liguri e i ‘buffer’ nell’Alessandrino». L’infrastruttura non sarà ‘di Alessandria’, ma al servizio dell’area vasta del Basso Piemonte. «Le reti infrastrutturali europee – sottolinea ancora Rossini – dimostrano come solo insieme sia possibile essere competitivi e autorevoli. Rispetto al nuovo scalo del capoluogo, sarà fondamentale il coinvolgimento di Tortona con il sistema dell’area di Rivalta Scrivia che non è certo antagonista con Alessandria, ma anzi rappresenta un valore aggiunto sul piano dell’integrazione dei servizi. L’azione di coordinamento della Fondazione è sempre ruotata intorno al il concetto di un Basso Piemonte inteso come territorio esteso alle province di Alessandria e Asti. Un territorio unito negli intenti sul quale ci si augura che tutti gli enti riescano ad essere coesi. È questa l’area vasta ad altissimo valore strategico cui guardano i sistemi portuali di Genova e Savona Vado e gli operatori privati».

Sul fronte della mobilità delle persone, sono stati prima Alessandro Traverso e poi Giovanni Currado e Angelo Marinoni a rilanciare le novità emerse nell’ultimo consiglio di amministrazione di Slala. Il primo è il progetto di revisione della programmazione del sistema ferroviario sull’asse Torino – Asti – Alessandria – Milano che si sviluppa su due piani: una prospettiva di programmazione a breve termine che a costo quasi zero (modifiche di pochi minuti degli orari dei convogli, allungamento di alcune tratte) potrebbe consentire di migliorare e rendere più efficienti i collegamenti ferroviari; quella più a lungo termine della pianificazione di un nuovo sistema di collegamento di treni regionali veloci. Lo studio, che è stato trasmesso all’Agenzia piemontese per la mobilità, contiene una dettagliata analisi dei dati dei flussi dei pendolari e l’offerta ferroviaria. I limiti di oggi dell’assetto del trasporto pubblico ferroviario sono strettamente dipendenti dalle competenze amministrative che coinvolgono tre regioni (Piemonte, Lombardia e Liguria) e la mancanza di un dialogo fra gli enti rispetto alla messa a punto di orari che consentano di sfruttare al meglio gli attuali convogli. Ecco perché gli studi sono importanti: consentono di fornire analisi e dati preziosi per la cabina di regia, che riteniamo indispensabile, che dovrà affrontare la revisione del trasporto pubblico. L’integrazione tra ferrovia e autobus è la chiave di volta, insieme all’introduzione di un abbonamento integrato (in Lombardia c’è, in Piemonte no)».

I relatori hanno anche ricordato l’altro studio presentato al cda. Il projetc work “I sistemi del pendolarismo e della mobilità nel corridoio territoriale esteso del Sud Piemonte”, elaborato da Elena Binello e attivato dalla Fondazione Slala con il Master di sviluppo locale dell’Università del Piemonte Orientale, che ricostruisce lo scenario urbano, economico e dei flussi nel potenziale “corridoio territoriale” tra le città del sud Piemonte, i poli metropolitani di Torino e Milano e l’arco ligure. Dall’analisi del pendolarismo e delle dinamiche territoriali emerge chiaramente come il miglioramento delle connessioni debba essere affiancato dal potenziamento dei servizi per rendere più attrattivi e competitivi i territori del sud Piemonte rispetto alle aree metropolitane lombarde e piemontesi.

La Fondazione Slala è nata nel 2003 come società a responsabilità limitata, nel 2007 è stata trasformata in fondazione e nel 2019 in fondazione di partecipazione. All’originale mission della logistica delle merci ha aggiunto quella della mobilità delle persone e della formazione.