di Piero Archenti
Gli anni passano implacabili e così pure gli angoli più remoti di Alessandria devono fare i conti con lo scorrere del tempo. Già…il tempo! Non sempre quel che vediamo oggi è migliore di quello che il tempo, o l’uomo, hanno fatto sparire, e nel caso del “Cantone della Cararola” dobbiamo riconoscere che quel che osserviamo oggi non ha più nulla a che vedere con la “Cararola” che molti di noi hanno veduto e spesso “usato” fino ad una ventina di anni fa. Infatti, il percorso dal civico 14 di Corso 100 Cannoni per poi sbucare in via Tripoli, è stato usato per lunghi anni come una praticabile scorciatoia, in un senso e nell’altro. La ristrutturazione degli edifici che si affacciano oggi sulla Cararola, nel periodo 2003 /2004, hanno definitivamente cancellato quell’antico percorso in favore del… condominio “Cararola”.
Anche della chiesa delle Orsoline di un tempo non rimane altro che il caratteristico campanile mentre l’edificio, negli anni, ha subito importanti modifiche strutturali soprattutto dopo che il Comune, nel 1888, visto l’aumento del numero degli studenti, decise di abbattere la Chiesa per ampliare lo spazio destinato alla scuola. Nel 1884 si apre così il giardino d’infanzia mentre nel 1911 la scuola diventa mista per facilitare i giovani che desiderano dedicarsi all’insegnamento elementare.
Dal 1990 – si legge su di una pubblicazione del Liceo Linguistico Saluzzo Plana – è stata introdotta la maxisperimentazione linguistica e dal 1993 quella socio-psico-pedagogica mentre, con la soppressione del corso di studi magistrale avvenuta con D.M. del 10/3/97, è iniziata la sperimentazione del Liceo delle Scienze Sociali. L’edificio è costituito da un isolato indipendente da altri e racchiude al suo interno un cortile di forma rettangolare. Inoltre, l’edificio è parzialmente cantinato e durante la seconda guerra mondiale fu adattato, come molti edifici pubblici, a ricovero antiaereo. Il palazzo è delimitato dal frontespizio su via Faa di Bruno e, sul retro, da via XXIV Maggio oltre che, sui fianchi, dalle vie Lodi e Tripoli.
Su via XXIV Maggio, grazie al Comune, è stata recuperata la bella Palazzina Guerci con il giardino che occupa per intero la recinzione che si affaccia anche su via Tripoli e attualmente utilizzata dalla Protezione Civile. Ma, tornando per un attimo a Corso 100 Cannoni, sono ovviamente spariti da tempo i bastioni d’epoca medievale sorti per la difesa della città in favore della nascita, il 4 aprile 1857, della fabbrica di cappelli di Giuseppe Borsalino…ma questa è un’altra storia, come direbbe anche il nostro Piero Angiolini.
Vecchia foto della vecchia “Cararola” pubblicata su “Amis ad Lisòndria – Tra Tani e Burmia”.
Ingresso attuale alla nuova “Cararola” su via Tripoli completamente ristrutturato.
Ingresso della nuova “Cararola” dal civico 14 di Corso 100 Cannoni.
Sede del Liceo Linguistico Saluzzo Plana non più Istituto Magistrale con l’antico campanile.
Veduta della “Palazzina Guerci” su via XXIV Maggio e in via Tripoli.
La “cararola”
E’ uno dei tanti “Cantoni” in cui, a voce di popolo, fu nei tempi passati, divisa la nostra Alessandria. Della Cararola, il più piccolo di tutti i Cantoni si è ormai perduta la memoria; tuttavia se a qualche vecchio alessandrino si chiedesse dove quel rione si trovava, la risposta sarebbe pronta e sicura: “dalle Orsoline!”. Così si indicava un tempo l’antica Chiesa di S. Maria dell’Olmo, detta anche delle Orsoline da un ordine di nostre Suore che le stava accanto.
Oggi l’Ordine è sparito e di quella Chiesa non rimane che il bellissimo campanile; tutto il resto si è trasformato nell’odierno Istituto Magistrale, compresa la parte verso la via Lodi (già strada delle Orsoline) dove stava la facciata della Chiesa e dove un tempo funzionò il Convitto Nazionale, proprio nella sede delle Orsoline. Il Cantone della Cararola si stendeva sul rovescio della Chiesa , ed era chiuso , grosso modo, dalla via Faà di Bruno (già strada di S.M. dell’Olmo) e dal corso Cento Cannoni che ancora non esisteva in quanto su quella linea si levavano i vecchi bastioni, linea percorsa dal 1848 al 1888, dal canale Carlo Alberto, e dalla stessa data chiusa dalla piazza Valfrè.
Sulle origini di quella strana denominazioni non si hanno notizie certe; occorre forse richiamarsi ad un “passaggio” di vecchia data, e in proposito sono prospettate due diverse ipotesi. Con la prima, stabilito che nel nostro contado si usava e si usa ancora, chiamare “cararola” il pergolato di passaggio o entrata di molte case di campagna, si pensa che in antico dietro la detta Chiesa delle Orsoline vi fosse una Osteria rustica di periferia con un grande ingresso a pergola o “cararola” donde il nome al ritrovo e al Canale tutto. La seconda versione si riferisce invece ai vecchi condotti scoperti che scorrevano in mezzo alle nostre strade e ai passaggi, o cararole, gettati a tratti da una parte all’altra. Forse il condotto dietro le Orsoline era già quasi un fossato che, sul margine della città, serviva da raccoglitore delle acque e quì il passaggio era quasi un ponticello.
In verità il Cantone della Cararola era un po’ fuori mano e per lungo tratto segnato dal muro di cinta di due nostri Conventi notissimi, dei Domenicane e delle Domenicane. Il primo detto di S. Marco (Duomo attuale) dalle vie Parma e Tripoli, si spingeva sino a fianco della Chiesa delle Orsoline; il secondo detto di S. Margherita da via Pontida (Scuola Migliara) si spingeva oltre l’ex Teatro del Popolo; oggi il giardino della Casa Guerci , sulla via Tripoli , è l’ultimo avanzo di quei Conventi. Sappiamo poi che il termine della stessa via Tripoli, sotto e oltre il citato campanile, si diceva allora “la strada dell’Orto!”. Questa denominazione può forse richiamarsi ad una nostra espressione popolare assai nota: e potrebbe indicare che il Cantone della Cararola era effettivamente lontano dal centro ed in luogo appartato.
Piero Angiolini 28-11- 1953