di Dario B. Caruso
Questa settimana – e in concomitanza con l’inizio dell’attività operativa della scuola – desidero mettere al centro dell’uditorio i giovani.
I giovani già nella normalità delle cose fanno fatica ad ascoltare, figurarsi di questi tempi in cui più di ogni altro essere umano vivente sono al centro di messaggi verbali, visivi e subliminali talmente numerosi e contrastanti da disorientare perfino HAL9000.
Loro stanno lì, compresi tra uno smartphone con giga illimitati in una mano e una sigaretta rollata con cura nell’altra, tra un genitore che li trascura e un amico che li adula, tra la voglia di tornare a scuola e la malavoglia di studiare, tra chi dice di sì e chi urla di no.
Sappiate che non vi invidio, è difficile riconoscere il vero nord in un mare di magneti fasulli.
Sappiate anche che potete (anzi possiamo) cavarcela. Avete il vantaggio dell’energia, del tempo e delle opportunità per uscire dal girone infernale che vi circonda.
Metteteci però la voglia e la pazienza.
Per le ragioni suddette salgo in cattedra con alcune ore di anticipo e vi invito ad avere la pazienza di leggere queste poche righe.
Se qualcuno vi dice che siete incapaci e inetti non dategli ascolto.
Parla per invidia.
In caso di vostra incapacità nessuno vi darà mai dell’incapace in maniera diretta, l’incapace viene accondisceso e rabbonito con buone parole perché l’incapace non dà fastidio a nessuno.
È anzi nell’interesse di chi è al potere portarlo con sé come tirapiedi: resterà al fianco come un cagnolino, si occuperà del lavoro sporco e non abbandonerà mai il suo carnefice.
Talvolta può accadere che l’incapace scavalchi chi è al potere. Questo è un problema che verrà trattato in altra occasione.
Se qualcuno vi dice che siete eccezionali ed incredibili non dategli ascolto.
Parla per trarre profitto.
Quando vi appelleranno in maniera trionfante attendetevi la seconda parte dell’approccio: “…avrei una proposta interessante.”
Naturalmente la proposta non sarà interessante per voi ma voi sarete molto interessanti per la proposta, ai fini del raggiungimento di un obiettivo che andrà oltre la vostra persona.
Considerate invece chi vi dirà “sei stato bravo, ora vediamo di fare meglio.”
È l’unica ragione per cui valga la pena far scorrere il tempo e vivere la vita: migliorarsi.
Dobbiamo renderci migliori in mille modi, leggendo, ascoltando, pensando, utilizzando la memoria, scegliendo.
Voi starete meglio con voi stessi, sarete migliori e come un volano virtuoso renderete migliore anche il mondo che vi circonda.
Siccome essere giovani non è solo uno stato fisico ma anche e soprattutto un dovere morale (ce lo insegnano fior di donne e uomini di cultura nella storia, da Erodoto a Pascoli, da Barrie a Wilde), ora concludo e vado a rileggere queste righe facendone tesoro.
Non c’è nulla di meglio che scriversi delle parole in cui credere.