Ormai non c’è più tempo. Per salvare la viticoltura alessandrina, che ha registrato perdite sino all’80% a causa del lockdown, servono interventi straordinari ed è necessario ottimizzare le fonti di finanziamento.
“E’ urgente un confronto a livello nazionale con il Mipaaf affinché vengano tenute presenti le peculiarità del nostro territorio e i produttori possano beneficiare della vendemmia verde selettiva – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – visto che già restiamo fuori dalla vendemmia verde e dalla distillazione di crisi. Nel nostro territorio si producono solo vini di alta qualità che rientrano tra le Docg o le Doc, non è corretto, quindi, generalizzare gli interventi a discapito delle imprese vitivinicole che, nonostante le difficoltà del periodo, non hanno smesso di lavorare e di produrre le eccellenze che ci consentono di essere conosciuti anche oltre i confini nazionali”.
Le risorse assegnate al Piemonte, in capo al Programma Nazionale di Sostegno, potranno essere un ottimo portafoglio solo se verranno rimodulate, tenendo conto di questa evenienza particolare.
“E’ necessario sostenere con massicci investimenti pubblici e privati, la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino che – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non. Per il comparto vitivinicolo serve un’attenzione particolare, come è stato fatto per altri settori”.
Un comparto che, lo ricordiamo, in provincia di Alessandria coinvolge 2.829 imprese e conta una superficie vitata di 10.870 ettari (a livello piemontese sono 14 mila imprese con oltre 43 mila ettari di superficie vitata e una produzione di 2,5 milioni di ettolitri), messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus che ha generato perdite per le cantine fino all’80% a causa del blocco dell’export e dei canali di ristorazione.