Con che coraggio si può riuscire a scrivere nero su bianco che il composto chimico cC6O4 sia “una sostanza chimica innovativa che soddisfa le esigenze ambientali più innovative”?
Questa difesa a oltranza degli interessi dell’azienda nulla ha a che vedere con la difesa degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori. La storia della nostra provincia testimonia che se un’azienda è nociva per il territorio prima o dopo è destinata a chiudere. Basti pensare all’Eternit di Casale Monferrato, all’Ecolibarna di Serravalle Scrivia o alla Subalpina di Arquata. E se lasciamo la nostra provincia il caso Miteni dovrebbe far riflettere tutti. La difesa a oltranza di quel sito produttivo nocivo non ne ha in nessun modo impedito la chiusura.
Noi siamo convinti che difendere i posti di lavoro significhi innanzi tutto imporre con la mobilitazione un piano serio e credibile di riconversione ecologica dell’impianto e la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori che sono indubbiamente i più esposti dal punto di vista sanitario. E’ sindacalmente un suicidio arroccarsi nella difesa a oltranza di un tipo di produzione che sta scatenando la legittima protesta delle e dei cittadini.
Consideriamo inaccettabile nel 2020 continuare uno scontro insensato fra lavoro e salute. Che lavoro è quello che ti dà uno stipendio ma che al tempo stesso causa la malattia tua e dei tuoi famigliari?
Siamo convinti che le lavoratrici e i lavoratori dovrebbero essere i primi a preoccuparsi della nocività dell’impianto in cui lavorano e che solo unendosi alla protesta dei cittadini potrebbero riuscire a imporre la riconversione ecologica dello stabilimento e la bonifica. Sembra una strada in salita e difficile da percorrere ma a nostro avviso l’unica in grado di difendere insieme salute e posti di lavoro.
ADL Cobas Alessandria