Alexala: “Turismo e rilancio del territorio: se non ora quando?”

Se non ora quando? Potrebbe essere questa la chiosa riepilogativa dei risultati della  “Analisi e sviluppo turistico del Monferrato”, avviata prima dell’ emergenza Covid da Alexala e poi proseguita con le modalità virtuali, insieme alla società Natourism di Trento con il  sostegno di Camera di Commercio e dei comuni di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monferrato, Ovada, Tortona e la collaborazione di UPO.

Duecento persone coinvolte tra operatori, sindaci, assessori competenti, amministratori e stakeholder del territorio durante sei mesi di  lavoro, per impostare una poderosa riflessione sul turismo nel nostro territorio e sulle opzioni di crescita futura. Ed è una premessa non da poco perché sin dall’inizio Alexala ha ritenuto fondamentale che il progetto fosse sposato e condiviso da tutto il nostro territorio provinciale, nelle sue declinazioni di governance e professionali, proprio come punto di avvio di un percorso da proseguire insieme dopo i risultati e le riflessioni conseguenti.

Lo studio poggia su una sorta di ribaltamento del rapporto domanda-offerta con una metodologia innovativa incentrata sui flussi turistici, ovvero sull’analisi dell’effettivo comportamento dei turisti nella destinazione secondo il metodo SGDM (San Gallen Destination Management Model), sviluppato dall’università di San Gallo in Svizzera,  che si concentra sul comportamento dei visitatori sul territorio: analizza quindi i flussi turistici intesi come insieme di persone che si spostano in un territorio per svolgere delle attività e vivere esperienze: si parte cioè dall’idea che è il visitatore a “creare” la destinazione decidendo cosa fare, dove andare, quali servizi utilizzare.

Sino a febbraio, poco prima del lockdown si erano tenuti i workshop con gli operatori dell’accoglienza turistica nei cinque comuni coinvolti per arrivare a radiografare anche dalla diretta esperienza degli addetti ai lavori lo stato della domanda e i flussi turistici, come elemento di partenza e delineare quindi una proposta strategica a partire dall’analisi delle esperienze dei turisti: cosa li attrae da noi? Cosa fanno? Quanto spendono? Da dove vengono, dove e come si muovono? Dove si fermano? Quando viaggiano, in che periodo visitano il territorio e quanto tempo si fermano? Su queste domande-chiave il lavoro sul campo ha coinvolto circa 80 operatori e raccolto oltre 90 flussi di visita, permettendo di costruire una rappresentazione del fenomeno turistico con un livello di dettaglio certamente superiore al passato. Sono seguite poi sessioni interlocutorie di presentazione in video conferenze aperte a tutti i partecipanti al progetto, sino alle restituzioni conclusive da parte di Paolo Grigolli e dello staff di Natourism

Il risultato è un quadro sia sullo stato della domanda turistica, sia delle potenzialità su cui lavorare, derivanti da un lato dalla ampiezza geografica della nostra provincia, dall’altro dalla oggettiva forte diversificazione delle sue peculiarità e caratteristiche turistiche.

Il territorio è ricco di eventi ma da soli, se non collegati a un vero sistema di offerta, non riescono a divenire veri prodotti. Cosi come la rete ricettiva, a tratti con picchi di eccellenza, talora è difforme qualitativamente e non a copertura omogenea del territorio. Questo si riverbera anche sul sistema di governance, con una situazione frammentata in cui anche il ruolo dell’atl necessita di un rafforzamento, specialmente in alcune aree più “periferiche” rispetto al sistema Monferrato.

Ma poco a poco il quadro di insieme è andato delineandosi  e oggi coloro che sono preposti, con l’atl a condividere scelte strategiche precise per il futuro del nostro sviluppo turistico, hanno gli elementi per trovare una strada comune e avviare investimenti e azioni concrete che naturalmente, non potranno non tenere conto dei nuovi scenari, dinamiche e regole che la pandemia ha portato nel mercato turistico.

Al di là delle aree di perfettibilità su cui ancora è necessario lavorare dal punto di vista organizzativo, ciò che vale la pena sottolineare sono i due temi portanti che emergono come a maggior potenzialità: l’enoturismo e l’outdoor inteso come quell’insieme di attività di vacanza attiva a partire dal turismo in bici, su cui peraltro Alexala ha iniziato diversi anni fa a lavorare intensamente attraverso il progetto Piemontebike. In altre parole i prodotti trainanti sono enogastronomia (vino in particolare) e outdoor ma occorre essere più specifici in quello che si offre, per potersi posizionare sul mercato differenziandosi da altri territori già consolidati. Tra i punti dirimenti, anche le dinamiche di offerta dei servizi relativi a accessi-orari-itinerari con una regia forte e condivisa.

Il progetto di ricerca-intervento ha identificato delle ipotesi di lavoro puntuali per dare forma e sostanza ad un’offerta territoriale ancora troppo generica creando anche una roadmap operativa che mette in evidenza il percorso da intraprendere, le aree geografiche interessate e i dettagli rispetto alle azioni da mettere in campo in un orizzonte temporale per procedere alla messa a terra delle progettualità. Ma siamo solo all’inizio. Infatti nei giorni scorsi, Alexala, i comuni e la Camera di commercio, si sono già incontrati per una prima verifica interna su come procedere e con quali investimenti e, se settembre sarà il mese di concreta definizione di ruoli e step operativi, il dato saliente emerso è la condivisa volontà di lavorare uniti e nel modo più coordinato possibile.

Pierluigi Prati, presidente di Alexala, i Sindaci dei comuni di Acqui Terme, Alessandria, Casale Monferrato, Ovada e Tortona, il presidente della Camera di Commercio di Alessandria, dicono: “Abbiano messo un importante primo paletto in questo percorso intrapreso. Stiamo capendo che la pandemia con le conseguenze che sappiamo, da un lato è stata certamente un problema immenso, ma deve divenire un’occasione per rivedere il nostro  modello turistico: non dobbiamo sprecare il momento. Possiamo ripartire insieme, definendo le priorità, le competenze nei progetti, tempi e business plan e , naturalmente, gli investimenti. Sarebbe così forse la prima volta che si attua un disegno davvero coordinato e condiviso senza sovrapposizioni di ruoli o divisioni campanilistiche, perché la destinazione turistica , se la si frammenta, non può che perdere efficacia e significatività nel mercato turistico generale” .