«Il Governo della vergogna!». Non usa mezzi termini l’on. Lino Pettazzi (Lega) per commentare la bocciatura in Commissione Bilancio della Camera del suo emendamento al “Decreto Rilancio” in favore del le micro-piccole imprese del settore orafo .
Nel documento, il deputato del Carroccio proponeva «l’introduzione di misure di sostegno per le imprese della filiera orafa-argentiera-gioielliera, in considerazione della chiusura imposta durante il periodo di emergenza sanitaria e del calo considerevole della domanda di servizi, nel limite complessivo di 4 milioni di euro per l’anno 2020 e, in particolare, un contributo commisurato ai contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi per l’assicurazione obbligatoria infortunistica, a carico dei datori di lavoro, dovuti sulle retribuzioni da lavoro dipendente corrisposte nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020».
«Il settore orafo-argentiero-gioielliero – prosegue Pettazzi – nel primo trimestre ha realizzato un fatturato che è risultato inferiore del 42,6% a quello del corrispondente periodo del 2019. Si calcola un decremento medio degli ordinativi pari al -43,2% sempre rispetto al medesimo periodo del 2019. L ‘80% delle aziende orafe a campione prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali, coinvolgendo nell’88% dei casi oltre l’80% dei lavoratori, e la percentuale di dipendenti che potrebbe usufruire di ammortizzatori sociali è pari al 90,1% della forza lavoro totale delle aziende rispondenti. Inoltre, già negli ultimi anni si era registrato un preoccupante calo della domanda mondiale di preziosi, non più considerati un bene-rifugio, con l’inevitabile “guerra al ribasso”: ciò ha portato molti operatori a lavorare quasi esclusivamente in conto lavoro per grossi clienti, con bassi ricarichi sugli articoli prodotti a causa della carenza di un marchio di stile affermato e pubblicizzato, che differenzi in modo chiaro il prodotto di gioielleria dalla variegata offerta di articoli di scarso valore. I risultati del comparto del prezioso, a causa delle citate problematiche pregresse fortemente aggravate dall’emergenza epidemiologica da Covid -19, sono peggiori rispetto al campione totale preso in esame da Confindustria Moda e, per questo, gli addetti ai lavori hanno indicato tra gli «interventi prioritari da adottare l’offerta di risorse a fondo perduto in favore dell’intera filiera orafa-argentiera-gioielliera, per dare ossigeno anche al mercato domestico e per riorganizzazione il polo produttivo della gioielleria di alto livello qualitativo».
«Un’altra profonda delusione da questo Governo – commenta a caldo il parlamentare leghista – L’emendamento prevedeva un contributo proporzionato alle retribuzioni da lavoro dipendente corrisposto nei mesi di marzo aprile e maggio. Rispetto ai 700 miliardi promessi da Conte, l’emendamento prevedeva una copertura di 4 milioni: non accogliere una proposta di buon senso come questa vuol dire chiaramente essere lontani dalle imprese, dagli imprenditori e dagli italiani».