di Dario B. Caruso
È notizia di questi giorni.
Su alcune piattaforme è stato ritirato il film “Via col vento”.
Motivazione: è un film razzista.
Ricordo ancora con passione (è proprio il termine che fa al caso) il “Gesù di Nazareth” diretto da Franco Zeffirelli, di cui ricorre proprio in questi giorni il primo anniversario della scomparsa.
Col senno dell’oggi la serie televisiva che appassionò milioni di spettatori alla fine degli anni Settanta dovrebbe essere ritirata, così come tutte le opere cinematografiche che attingono al Vangelo.
La prostituta lapidata è un affronto alle donne che subiscono violenza.
E gli sputi in faccia a quel biondino con la faccia d’angelo così diverso da tutti? Omofobia, senza meno. Oltretutto ha il vizio di passeggiare sulle acque e moltiplicare oggetti commestibili: vilipendio alla categoria degli illusionisti poiché lui lo fa senza trucco.
Non parliamo poi della scena sul Golgota: cosa penserà quella parte di ambientalisti – che già mal sopporta le pale eoliche – vedendo quelle tre croci in legno sulla sommità?
“Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo, facciamo festa!” e giù insulti da vegani e vegetariani.
La scena del tempio, poi, è realmente disdicevole: commercianti (ai quali i sacerdoti avevano concesso per pochi euro il suolo pubblico) si vedono mandare a monte tutta la mercanzia per un improvviso atto di follia.
Cambio di inquadratura.
Piano americano.
Cristoforo Colombo, genovese al soldo dei sovrani di Spagna (al bando i luoghi comuni sulla tirchieria dei Liguri sennò mi tacciano di campanilismo anche se conosco basso piemontesi che lo avrebbero fatto gratis).
Con i capelli al vento sulla prua della caravella Santa Maria (e la Nina e la Pinta? Figlie di nessuno?) avvista la terra agognata, vi approda, inginocchiato la bacia e pronuncia la storica frase: “Chiamo questa terra San Salvador in nome dei reali di Spagna” con una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio.
Cambio di inquadratura.
Campo lungo.
Ben Hur sulla quadriga trainata da cavalli bianchi (cromatismo che crea imbarazzo) scorrazza assieme ai suoi avversari per tutto il Circo Massimo.
Per realizzare 32 minuti di pellicola sono stati necessari giorni di riprese, i cavalli trattati come bestie e i gladiatori trattati come cavalli.
Gli animalisti stanno a guardare.
Solo alcuni flash che illuminano una reale esigenza di revisionismo.