di Ettore Grassano
“Questa spaventosa epidemia, prima sanitaria e ora economica, sta mostrando i veri limiti di un premier e di un governo senza esperienza: quando c’è bonaccia, sono capaci tutto, quando bisogna prendere decisioni delicatissime, e sotto stress, si vede chi sa fare politica. E chi no, come il premier Conte”. Massimo Berutti punta dritto all’obiettivo, senza girarci attorno: a Roma lui ci è arrivato nel 2018, a cinquant’anni, come senatore di Forza Italia. Ma prima di allora è stato consigliere regionale, sindaco di Tortona, amministratore locale di lungo corso, partito da ragazzo dal suo amatissimo comune, Montemarzino, di cui in anni ormai lontani fu consigliere, vice sindaco e sindaco. “So che va di moda ‘sparare’ sui politici, senza distinguere troppo: ma confondendo il buono e il cattivo, e delegittimando tutta la categoria, si finisce con l’essere governati da ambiziosi dilettanti allo sbaraglio. Le conseguenze ora le paghiamo tutti”. Da un anno il senatore Berutti ha lasciato Forza Italia, per dar vita, con il governatore della Liguria Giovanni Toti (“uno dei migliori in assoluto nel nostro panorama politico”) a Cambiamo! Anche di questo parleremo in questa chiacchierata, oltre che del futuro del paese, e della sanità piemontese, e tortonese.
Senatore Berutti, che Italia dobbiamo aspettarci, in autunno?
Non sono mai stato un pessimista, anzi. Ma la situazione oggi è davvero drammatica, e finora il governo Conte si è mostrato assolutamente incapace di gestirla. Quando la casa brucia, non te la puoi cavare con qualche conferenza stampa, e annunci roboanti a cui poi seguono azioni inadeguate e modeste…
Andiamo per gradi: dove il Governo ha sbagliato davvero?
Partiamo pure dall’inizio: per quel che ho compreso io, e mi assumo la responsabilità di quanto affermo, già a Natale l’esecutivo aveva in mano tutti gli elementi per valutare la gravità della situazione. Dato il particolare feeling dei 5Stelle con la Cina, poi, qualcosa in più sulla situazione reale in quel paese avrebbero dovuto sapere. Invece, nonostante di pandemia in arrivo parlasse già la Gazzetta Ufficiale a fine gennaio, siamo arrivati ai primi di marzo assolutamente impreparati. La cronaca e l’escalation di morti di quei due mesi, marzo e aprile, la conosciamo tutti, non serve star qui a ribadirla.
Molte critiche il Governo ha cercato di ribaltarle sulle Regioni, soprattutto quelle del nord: forse anche perché guidate dal centro destra?
Ma per favore: gli italiani non sono stupidi, sanno benissimo che a fronte di una pandemia mondiale il primo responsabile è l’esecutivo nazionale, cui spetta dare la linea, decidere il da farsi, e dare indicazioni precise ai territori. Poi, certamente, ci sono regioni che hanno mostrato maggiori capacità e lucidità di altre di fronte all’emergenza, ma anche lì mica a caso. Anzi vale quel che dicevo prima….
Ossia?
L’esperienza politica e amministrativa contano, eccome. Vogliamo riconoscerlo, o no? Il migliore è stato Zaia, in Veneto. Bravissimo anche Toti, in Liguria, ma bene anche l’Emilia Romagna, sia pur potendo godere di una benevolenza mediatica che ha sempre evitato a Bonaccini ogni minima critica: del resto i compagni sono dei professionisti di lungo corso, mica lo scopriamo oggi…
E il nostro Piemonte?
Ingeneroso mettere nel mirino Cirio, o l’assessore alla sanità Icardi. Giusto invece evidenziare (loro stessi lo hanno fatto poco, non so perché) che si sono trovati a guidare, nell’emergenza, una macchina organizzativa che non conoscevano, e che altri avevano costruito. Un po’ come se, su una strada particolarmente impervia e sconnessa, ti costringessero a guidare l’auto di un altro, che non conosci. Qualche problema in più ce l’hai di sicuro. Però, ripeto, Piemonte e Lombardia, territori particolarmente colpiti sul fronte sanitario, non meritano assolutamente le critiche feroci, e speculative, che hanno subito…
Ora siamo nella fase ripartenza, Senatore Berutti: sarà faticosa?
Parlano i dati degli esperti: a fine anno potrebbe chiudere il 30% delle imprese italiane. Per il nostro tessuto produttivo e dei servizi, soprattutto per le realtà piccole e medie, la situazione è drammatica. Rischiamo milioni di nuovi disoccupati, reali: non numeri nelle statistiche, non Pil o spread. Persone, famiglie intere sul ciglio dell’abisso: sia imprenditori che lavoratori dipendenti, e professionisti. I provvedimenti sin qui presi, concretamente, dal Governo Conte sono assolutamente inadeguati: elemosine una tantum come i 600 euro non risolvono, e neanche la cassa integrazione, in costante ritardo. Le imprese, poi, sono state letteralmente prese in giro: se affidi la valutazione e l’erogazione del credito al sistema bancario, e stabilisci che ai prestiti si ha accesso solo se non si hanno pendenze pregresse, ovvio che lasci al palo buona parte delle imprese. Ma dove vivono questi? Mai sentito parlare di 350 miliardi di crediti deteriorati? Questo non è aiutare, è prendere in giro.
Ma adesso arriva l’Europa, e ci carica di miliardi Senatore….
Io non sono contrario all’intervento dell’Unione, tutt’altro: altrimenti che esiste a fare? Il punto è che si tratta di un processo appena avviato: i 172 miliardi destinati all’Italia (solo la metà a fondo perduto, peraltro, ndr) quando arriveranno, e con quali vincoli? Già si dice a partire dal 2021: ma molti comparti economici sono in agonia adesso. Come si pensa che possano arrivarci, al prossimo anno? Ripeto: chi pensa di campare di slogan, e di conferenze stampa a reti unificate, farà danni tremendi, che pagheremo tutti.
Parliamo di Cambiamo! Circa un anno fa avete abbandonato Forza Italia: lo rifarebbe?
Chiariamo: non sono il tipo che ama rinnegare il proprio passato, che difendo con orgoglio. Ma serviva davvero un cambio di passo nell’area più liberale del centro destra. E Forza Italia, partito un tempo egemone, oggi arranca senza identità. Cambiamo! è una piccola realtà: siamo 5 deputati e 3 senatori, più una rete di amministratori locali e comitati in costante crescita. Guardiamo al futuro del centro destra, e vogliamo esserne una parte fondante: con quanto peso, lo decideranno gli elettori.
Sì, lo rifarei, e sono convinto che Giovanni Toti rappresenti una risorsa fondamentale non solo in Liguria, ma nella prospettiva futura di governare il paese. Che, data la situazione, dovrà davvero essere rilanciato con un progetto ambizioso, e facendo i conti con le macerie che piddini e grillini ci lasceranno in eredità.
Le elezioni politiche però sembrano lontane, Senatore: ma in autunno si dovrebbe votare in 6 regioni, e numerosi comuni. Tra cui Valenza, a casa nostra…
Anche su questo punto concordo con Giovanni Toti: prima si vota, meglio è. Tenuto conto che le scuole riapriranno a metà settembre, votare dopo quella data significherebbe sanificare tutto ogni volta, dopo il primo e dopo il secondo turno. Meglio anticipare, e dare modo agli elettori delle Regioni e dei comuni in scadenza, o già scaduti, di esprimersi. Fosse per me direi anche votiamo prima possibile alle politiche, ma concordo: in un modo o nell’altro i sostenitori dell’attuale coalizione di governo e i loro sponsor, in un modo o nell’altro, tireranno a campare. E se nel frattempo ci sarà il referendum sulla riduzione dei parlamentari, e una nuova legge elettorale proporzionale, tutto il quadro ne uscirà trasformato. In questo contesto, Cambiamo! saprà fare la sua parte….
Chiudiamo con una riflessione sulla sua Tortona, martoriata dal Covid 19, ma anche con tanta voglia di ripartire. L’ospedale si è dimostrato più che strategico, alla faccia di chi lo ha fortemente ridimensionato, e avrebbe voluto magari anche chiuderlo…
I tortonesi hanno saputo affrontare questa prova, durissima, con grande forza e dignità. Si sono dimostrati una bella comunità, e il sindaco Chiodi non si è davvero risparmiato (fu assessore nella giunta guidata dal sindaco Berutti, ndr). Ora credo che sul nostro ospedale serva riflessione seria. Ho chiesto al ministro Speranza se con la necessità dell’aumento delle terapie intensive ci sia la possibilità di rivedere la legge Balduzzi (che tagliò 600 milioni di euro nel budget della sanità) e quindi ripotenziare gli ospedali indeboliti da quei tagli, e la risposta è stata “abbiamo chiesto alle Regioni di farci un nuovo piano”, per cui auspico che in accordo col Ministero si possa tornare ad avere un ospedale con Cardiologia e Rianimazione che sono i primi salvavità nelle emergenze.
Anche qui si torna al primato e alle responsabilità della politica: attività che va esercitata con coscienza e competenza, ma da cui davvero non si può prescindere. Mi piacerebbe che le persone migliori della nostra comunità, locale e nazionale, tornassero ad impegnarsi e a crederci: perché davvero tu puoi disinteressarti della politica, ma prima o poi la politica si interesserà di te. Quindi è meglio esserci, e fare la propria parte in maniera attiva.