Una delle mille stranezze di Alessandria che da piccolo mi stupivano – nel giorno dell’Epifania, all’incrocio di Corso Roma con Corso Crimea – era osservare la montagna di doni mangerecci e beverecci accanto ad un vigile urbano. Chiedendo lumi a mio padre scoprivo che gli automobilisti portavano quei doni ai tutori della sicurezza sulla strada in occasione di una manifestazione detta Befana del Vigile.
Possibile mai che, dopo tutte le contumelie da me ascoltate nei confronti delle gatte,[1] i miei concittadini fossero così ossequiosi da portare graditi doni ai loro aguzzini? (Contumelie pronunciate senza farsi sentire dagli interessati a cui erano associati di volta in volta quasi tutti i santi elencati dal calendario).
Proprio non riuscivo a capire quello che per me era un paradosso.
Ricordo che un 6 Gennaio di molti anni fa – passando accanto al Bar Vittoria, che a quell’epoca aveva sede proprio a quell’incrocio – i panettoni e le casse di vini e liquori arrivavano almeno a tre metri d’altezza, in una sorta di piramide appoggiata al muro accanto alle vetrine del bar. Guardavo ingolosito quella marea di scatole colorate contenenti dolciumi e sognavo la delizia che avrei potuto assaporare, avendo la ventura di poterne approfittare. Per fortuna la mia fetta di panettone, almeno il giorno di Natale, l’avevo già gustata fino all’ultimo candito e fino all’ultimo chicco di uva passa (che a me facevano e fanno impazzire).
Un’altra cosa che non ho mai appurato era la fine che avrebbero fatto i panettoni e le bottiglie di vini pregiati che i Vigili ricevevano. Sia ben chiara una cosa! So benissimo che qualcuno, con quella grazia di Dio, avrebbe fatto sostanziose abbuffate! Quello che non ho mai potuto sapere è se a beneficiarne sarebbero state le persone meno abbienti della città o i Vigili Urbani stessi e le loro fortunate famiglie…
Chi sa qualcosa in merito parli ora o taccia per sempre!…
Oggi ancora un discreto numero di città continuano la tradizionale Befana del Vigile, iniziative benefiche proprio a favore dei poveri.
A Verona succede da 14 anni; un vigile sta in pedana sotto l’orologio di Piazza Bra, per consentire a tutti i veronesi di lasciare qualche dono.
Tradizione ripristinata a Padova e anche in numerose città del Piemonte e dell’Italia intera. In tutti i casi esiste conferma del buon rapporto che intercorreva (e intercorre?) tra la Polizia Municipale e i cittadini. (Così a Vasto in provincia di Chieti, come a Barletta in Puglia).
I tempi cambiano e questa tradizione è ora continuata da un esiguo numero di località ma non nella nostra città. Ad Alessandria le ultime manifestazioni di questo tipo – e che io ricordo – sono arrivate fino agli anni ’70 o forse neppure.
Andando a curiosare nell’archivio delle mie cartoline e fotografie è stato possibile rintracciare un documento fotografico che testimonia come durante il Ventennio la Befana del Vigile fosse – ad Alessandria – una manifestazione di una certa importanza.
Nella fotografia che propongo, la quantità di doni osservabili ai piedi del vigile – signor Barisone[2] – non è eccessiva. Non ci è dato sapere se a fine giornata le cose fossero andate meglio.
Il Corriere di Alessandria dell’11 Gennaio 1938, con un articoletto intitolato La «Befana del Vigile», così raccontava l’evento e descriveva proprio questa istantanea:
Sullo sfondo del cielo segnato dalle nere trame degli alberi ormai spogli di foglie, si staglia possente la sagoma del guantato nume della circolazione. Mentre ai suoi piedi sale lenta la catasta dei sacrifici a lui fatti dagli automobili, si aduna curiosa una piccola folla. Anche la bronzea effige di Rattazzi dall’alto del suo marmoreo piedistallo sembra osservare intenta la scena nuova anche per la sua antica esperienza.
Non c’è bisogno di accennare che la giornata fosse nebbiosa. È più che evidente che fosse così, dal momento che il Palazzo della Banca d’Italia e Palazzo Ghilini si possono distinguere appena.
È interessante osservare che della sessantina di curiosi inquadrati dall’obiettivo soltanto tre ragazzotti siano senza un copricapo. A quell’epoca era quasi scandaloso uscire senza un berretto o un cappello, in particolare era così per le donne.
Nei pressi della pedana al centro dell’incrocio si può osservare un tratto di rotaia tramviaria che proprio in quel punto conduceva il mezzo di trasporto pubblico verso via Umberto I.
Dall’alto del suo artistico piedistallo Rattazzi sembra indicare il nostro bel Vigile, compiacendosi per tutti i doni che fino a quel momento gli erano stati offerti. Questa fotografia non reca al verso scritte di alcun tipo ma, nonostante questo, siamo riusciti a dare un nome al simpatico e rubicondo tutore della circolazione stradale e a scoprire la data precisa della giornata.
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[1] Con il termine gergale gatte gli alessandrini intendono dire Vigili Urbani.
[2] Questa immagine era stata pubblicata su Ricordi Alessandrini / Cartoline e Cronache d’epoca a mia cura (nel 1992). Il nome di questo vigile urbano mi è stato rivelato dalla signorina Sandra Barisone – nipote dello stesso – dopo aver visto, sul volume di cui sopra, la riproduzione della fotografia di cui anche lei possiede copia.