Se fossi 007 [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

I personaggi del piccolo e grande schermo sono da sempre frutto di fantasie.

Nascono per questo: affinché lo spettatore si appassioni alle situazioni, si identifichi nelle movenze, si immedesimi nelle gesta.

Prima dell’avvento dell’immagine ci si cullava nella virtualità delle pagine di un romanzo. Ecco che i nostri antenati, da bambini, si fingevano Robinson Crusoe assalito dai lillipuziani, Sandokan che combatteva con la tigre, Tarzan che volava di liana in liana facendo sentire il suo richiamo poi si tuffava in acqua per combattere con un inconsapevole coccodrillo.

Da bambini il periodo carnevalesco era invaso da centinaia di piccoli Zorro, tutti coi baffetti disegnati dalle mamme che con i fiammiferi usati ci inseguivano al grido di “stai fermo sennò vengono storti!”.

Ma eravamo già condizionati dall’immagine di Guy Williams (lo Zorro della mitica serie televisiva Disney).

Devo confessare che ancora oggi mi lascio trascinare in questo gioco.

Con scarsissimi risultati.

Mi faccio prendere da J. B. Fletcher de La Signora in Giallo, dal dottor Sloan di Un detective in Corsia, dalle due versioni de L’Ispettore Barnaby.

Mancandomi la materia prima – cioè il cadavere – mi accanisco sulle urla dei vicini, la camminata incerta e ansiosa del postino, la tapparella ancora abbassata del palazzo di fronte alle 9,45 quando alle 8,30 di solito è sollevata.

Chi però mi riempie di soddisfazione, sempre e comunque, è James Bond.

Lo abbiamo visto al cinema nelle prime visioni dalla fine degli anni Settanta, nelle prime visioni in tv dagli anni Novanta. Oggi ne facciamo un uso spropositato sul canale 8 del digitale terrestre in maniera praticamente ininterrotta. E ne sono felice.

Diciamo la verità, tutti ci siamo visti almeno una volta nei panni dell’agente segreto più famoso dell’universo.

Conoscendo a menadito quasi tutte le scene di ogni film e avendo letto i romanzi di Fleming, posso mettermi il cuore in pace e dire che non fa più per me.

Solo un paio di esempi.

Se 007 esce dall’elicottero in volo e rientra dall’altra parte scalzando dal posto il pilota e aggiustandosi il ciuffo e poi riporta il velivolo a terra, io non mi appassiono anzi sobbalzo sul divano come se ballassi alle montagne russe.

Se 007 esce dalla doccia ancora gocciolante e trova una Bond girl assatanata in attesa sul letto oppure un sicario pronto ad accoltellarlo, in entrambi i casi non mi appassiono: di qualsiasi corpo a corpo si tratti, il mio pensiero va all’impossibilità di asciugarmi accuratamente e al conseguente attacco di cervicale che da lì a poche ore mi bloccherebbe a letto fino alla mattina successiva.

Devo rallentare le mie fantasie.

Da ora in avanti mi dedicherò a Nero Wolfe e le sue orchidee.