di Enrico Sozzetti
Pieno sostegno alle imprese attraverso linee di credito e provvedimenti in grado di supportare il più possibile le imprese in una fase di emergenza che rischia di lasciare ferite profondissime nel tessuto imprenditoriale provinciale. Oggi verranno resi noti in dettaglio tutte le iniziative messe a punto. Lo sforzo viene annunciato come “poderoso”, ma soprattutto è stato messo a punto sulla base di un modello che potrebbe diventare di riferimento per l’intera regione.
Gian Paolo Coscia, presidente provinciale della Camera di Commercio, classe 1955, imprenditore agricolo, è da poco stato eletto, all’unanimità, alla carica di presidente regionale di Unioncamere Piemonte. E sa bene che il rinnovo del vertice dell’ente piemontese è arrivato in un momento storico che verrà ricordato per molti anni. Si dice pronto alla sfida regionale, sulla base di una esperienza che lo ha visto, prima dell’arrivo al vertice dell’ente camerale alessandrino, alla guida di Confagricoltura Alessandria e poi Confagricoltura Piemonte.
Un incarico ai tempi della pandemia che sta causando effetti devastanti sul tessuto imprenditoriale.
«Il quarto trimestre del 2019 si è chiuso con una contrazione dello 0,4 per cento della produzione industriale regionale e nei primi tre mesi dell’anno abbiamo perso in Piemonte oltre 3.500 aziende. La pandemia di coronavirus sta già provocando i primi pesanti danni al sistema economico regionale. Ma alcuni strumenti da mettere in campo esistono e soprattutto – afferma Coscia – c’è il sistema di tutte le Camere di commercio piemontesi, un sistema coeso, all’interno del quale gli enti collaborano da sempre e sviluppano progetti insieme». Il neopresidente di Unioncamere aggiunge: «In questo contesto, le Camere di commercio hanno una responsabilità importante: spetta a noi essere risoluti e tenaci nel continuare a individuare interventi di compensazione e sostegno sia per le nostre imprese che per i nostri territori soprattutto attraverso un dialogo costruttivo con le istituzioni, prima fra tutte la Regione Piemonte».
La prima priorità è quella del credito. Le imprese chiedono aiuto, sollecitano percorsi rapidi e burocrazia ridotta al minimo. Perché l’alternativa è quella di chiudere o finire nelle mani di usurai e criminalità organizzata.
«Ha ragione. E per questo motivo l’ente camerale alessandrino ha in corso di approvazione, prima in giunta e in consiglio, un intervento che vedrà impegnare cifre importantissime (l’ente è solido e ha un buon patrimonio, ndr) per attivare tre linee di finanziamento: per sostenere le spese fisse delle imprese, per metterle nelle condizioni di operare in sicurezza (per esempio, fondi per acquistare attrezzature, dispositivi di protezione, plexiglass per gli spazi interni), una linea specifica per il credito».
Racket e usura sono i fronti di una potenziale emergenza sociale ed economica.
«Ancora la scorsa settimana si è svolto un incontro specifico, cui ho partecipato, alla presenza del Prefetto di Alessandria, Iginio Olita, di Annapaola Porzio, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, delle forze dell’ordine e delle categorie produttive. E’ stata ribadita la necessità della massima attenzione nei confronti di possibili casi di usura, minaccia concreta, in particolare, per le piccole imprese. È stata riconfermata la massima collaborazione, sotto il coordinamento della Prefettura, per attivarsi immediatamente di fronte al manifestarsi di fenomeni sospetti ed è stato rilanciato l’appello alle associazioni di categoria per affinché vengano segnalate le imprese che si trovano in difficoltà. Durante l’incontro sono emersi dei problemi legati al credito (in particolare per l’erogazione dei prestiti fino a 25.000 euro) ed è stata accertata la presentazione di domande da parte di 4.000 aziende in provincia, finora evase al 50 per cento. Questo è un dato che ha un po’ sorpreso perché secondo una stima camerale potrebbero essere almeno ventimila le imprese coinvolte. Resta un altro nodo: la tempistica, negativa, come segnalano le stesse associazioni di categoria, delle erogazioni dei finanziamenti a favore delle imprese».
Il mondo camerale visto dalla presidenza regionale?
«È in buona salute, lavora in raccordo con le istituzioni e i privati ed è pronto alla sfida della crisi, del sostegno al credito, della formazione e della internazionalizzazione. Sappiamo bene che le condizioni sono difficili, ma credo che il modello dell’ente alessandrino possa essere di riferimento per l’intero sistema».