Un plauso a Italia Viva Alessandria, e piccole storie dagli Ucas – Uffici Complicazioni Affari Semplici [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Un bel voto e un plauso a Italia Viva, componente politica di minoranza del Consiglio comunale di Alessandria, che offre al Sindaco Cuttica collaborazione, ritenendo di dover in qualche modo, nonostante ci siano differenze ideologiche con la maggioranza, essere uniti per il bene di una città in seria difficoltà, e non solo per il coronavirus. Consapevoli che l’interesse generale della comunità è superiore ad ogni forma di conflitto, i coordinatori di Italia Viva Alessandria, Simone Annaratone e Cristina Mazzoni. Mi riferisco in particolare a questa lettera/intervento: “Italia Viva al sindaco Cuttica: “Bene la sua lettera al premier Conte: noi pronti a collaborare, ecco le nostre proposte”, conseguente allalettera del Sindaco Cuttica inviata al Presidente del Consiglio Conte: “Il Sindaco Cuttica scrive al Premier Conte: “Illustrissimo Presidente, ecco di cosa ha bisogno oggi Alessandria”.
Tanto di cappello al gruppo consiliare di Italia Viva, che guarda alla sostanza dei temi e a come affrontare la difficile realtà cittadina, e non a questioni di contrapposizione politica.
In casi gravi e in emergenza l’opposizione tutta dovrebbe seppellire la perenne ascia di guerra e collaborare, ognuno mettendo il suo per il bene comune. Finita l’emergenza ci sarà tempo per tornare a contrapporsi anche aspramente. Poi esiste pure la cattiva politica, quella che gode che tutto vada male con la speranza di ‘tornare in groppa’ sfruttando qualsiasi dramma, ma quelli sono sciacalli, e non meritano troppa considerazione.
Alessandria ha problemi ereditati da anni di cattiva politica sia di sinistra che di destra, ci siete tutti dentro e per tale realtà causata dovreste darvi da fare tutti,
compresi certi ex politici falliti che invece cercano di approfittare della situazione per risorgere.
La politica come la vita è fatta di uomini veri, a seguire ci sono mezzi uomini, ominicchi, e quaquaraquà. Bravi a Simone Anaratone e a Cristina Mazzoni: di altri neppure conviene parlare.
Voto: 8

 

 

2) A questa nostra precaria quotidianità si è aggiunto l’ennesimo modulo di autocertificazione per gli spostamenti. Negli ultimi mesi, per uscire di casa ne abbiamo sempre uno in tasca, aggiornandolo in base ai nostri minimi spostamenti. Quattro diversi modelli dal Viminale, e si è arrivati alla fase 2. In merito ai moduli di autocertificazione, mi ha fatto sorridere una lettura che cominciava così: “Il Coronavirus ha anche degli effetti collaterali, antipatici ma non mortali, tra cui la necessità della riapertura dei manicomi appena termina questa follia, ma soprattutto una produzione sfrenata di dispositivi burocratici dagli UCAS (gli Uffici Complicazioni Affari Semplici). Solo i burocrati specializzati degli UCAS sono in grado di inventarsi un’autodichiarazione che è il bignamino di un DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri)”. Simpatico inizio di un articolo che condivido. Ogni giorno che passa dal momento che ci hanno reclusi con regole restrittive, facendoci sentire in colpa talvolta per aver messo il naso fuori dalla porta, diventa più chiara l’assurdità e l’incapacità di chi ci governa nel tentare di riaprire il paese, nonostante 65 membri tra premier, ministri, viceministri e sottosegretari, staff, segretari generali, capi di gabinetto, segreterie tecniche, uffici legislativi e dirigenti di ogni ordine e grado della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri e non solo: ben 15 task force composte da oltre 450 tra esperti e consulenti, non sappiamo se volontari o profumatamente pagati. Il risultato finale è che dopo oltre due mesi siamo ancora nel caos nei controlli, con il rischio che se uno ci dice che si può per l’altro non si può. Cito un caso per tutti. Venerdì 17 aprile ore 12.00 inizia la mezz’ora di “Filo diretto” Telecity 7Gold, in studio a rispondere alle telefonate Dede Vinci. Un telespettatore residente in Alessandria va in diretta per raccontare questo episodio: “Avendo necessità di fare il pieno e approfittare per lavare l’auto nello stesso luogo, chiedo alla Polizia Municipale se è permesso superare i famosi duecento metri dall’abitazione, e mi dicono di sì. Arrivato al distributore con servizio lavaggio una pattuglia della Finanza mi segnala che non si può: secondo loro o io ho capito male, oppure la Municipale non era informata correttamente”. Non so se sia stato multato, ricordo solo che raccontando l’episodio il telespettatore era molto arrabbiato, lamentando che si dovrebbero mettere d’accordo per evitare tali situazioni visto che lo stato d’animo è già esasperato e non si capisce più niente. L’ennesimo modulo dell’UCAS (Ufficio Complicazioni Affari Semplici) non è molto più chiaro dei precedenti, e lascia spazio ad ampie interpretazioni su diversi punti. Il rischio è che si rimanga ancora una volta in mano alla libera interpretazione, e anche al ‘buon cuore’ dei singoli appartenenti alle forze dell’ordine, quasi sempre assai più dotati di buon senso rispetto a chi emana certe norme.
Voto: 3

3) Coronavirus: che fine fanno i soldi devoluti come contributo per aiutare la comunità nazionale in questa emergenza, versati sul conto corrente intestato al Dipartimento di Protezione Civile? Ce lo chiediamo in molti, e lo chiede pure l’On. Marco Zacchera nel penultimo suo Il Punto (n. 763 del 24 aprile).Ne riporto una parte: “Da semplice cittadino vorrei sapere adesso quanto si sia raccolto grazie ad una enorme campagna pubblicitaria a reti unificate, ma soprattutto vorrei poter leggere un resoconto dettagliato e fedele di come si stia spendendo, con quali scelte e a vantaggio di chi. Una richiesta di chiarezza che dovrebbe venire spontanea da tutti i cittadini e dai nostri rappresentanti politici perché è troppo immondo il sospetto che – usando la generosità pubblica – si finisca poi con scelte non disinteressate o comunque con sprechi. La questione di fondo è che la Protezione Civile è una emanazione diretta del Ministero dell’ Interno e quindi del governo: ha già cospicui finanziamenti pubblici propri e dovrebbe quindi essere comunque il “pubblico” a pensarci, così come ci dovrebbero essere criteri trasparenti nella scelta dei suoi vertici. Mi auguro che tra qualche tempo non comincino le solite “voci” di appalti pilotati, forniture sospette, faccendieri interni ed internazionali, con susseguente scia di accuse, polemiche, processi e ovviamente anche insabbiame”. Condivido! Per questa emergenza hanno fatto bene coloro che hanno fatto donazioni in denaro o strumenti sanitari direttamente agli ospedali locali, Fondazioni del territorio, o ai settori come ambulanze, 118, Regioni di appartenenza, Comuni, le Caritas sempre locali, ai rifugi per animali, e se ho dimenticato qualcuno mi dispiace. E’ stato più intelligente e funzionale donare sul proprio territorio dove c’è tanto bisogno: Roma è burocratica, lontana, virtuale. Quali sono le motivazioni che ci portano a pensar male? Eccone una recente! Sono 140 i comuni colpiti dal sisma in centro Italia nel 2016, molti dei quali dimenticati. Ancora oggi non c’è neppure l’ombra di un cantiere: “Terremoto, bloccati i 30 milioni degli sms solidali: 94 progetti, solo 8 realizzati” – (per la precisione la cifra esatta raccolta da Dipartimento è di 34.537.834 euro). Anche il Codacons a suo tempo ha chiesto di aprire apposite indagini sul caso, per capire il reale utilizzo dei fondi di solidarietà raccolti tramite un conto corrente attivato dal Dipartimento presso MPS. Fare le “pulci” ai poteri dello Stato è il compito di tutti, soprattutto di chi fa informazione e opinione. Tutto non sarà più come prima? Si spera che il cambiamento inizi dal potere politico, finanziario, lobbistico e soprattutto burocratico.
Voto: 3