Oro, gioielli e sicurezza: il Distretto di Valenza è pronto a ripartire con il protocollo del Politecnico di Torino. Quattro le aziende coinvolte nel test [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Valenza si prepara alla ripresa e schiera in prima linea la Fondazione ‘Mani Intelligenti’. Il distretto del gioiello è infatti diventato il betatester del protocollo di sicurezza del Politecnico di Torino e la regia è stata affidata alla Fondazione guidata da Alessia Crivelli. “Imprese aperte, lavoratori protetti” è il titolo di quello realizzato dal Politecnico di Torino (il rettore è Guido Saracco) e pubblicato la scorsa settimana. È un documento che vuole essere il punto di partenza per un vademecum nazionale sulla sicurezza. «La Fondazione ‘Mani Intelligenti’ – spiega Gianluca Cravera, direttore generale – si è subito attivata con il Politecnico per costruire una sinergia di collaborazione facendo diventare il distretto betatest del protocollo stesso». Al momento sono state individuate quattro tipologie di aziende, distinte per dimensione e configurazione di layout con lo scopo di rappresentare in maniera diffusa le realtà produttive. Le imprese betatester sono Filostil, Gioj, Crivelli Gioielli e Bulgari. Sono state individuate dal confronto con Giuliana Mattiazzo, vicerettore per il trasferimento tecnologico, e Luca Marmo, docente del Dipartimento di Scienza applicata e tecnologia del Politecnico. Le imprese avranno il compito «di diffondere le buone pratiche derivanti dal protocollo con l’obiettivo di definire un protocollo “Valenza”».

Le aziende rappresentano le principali tipologie della realtà produttiva. Sono state infatti selezionate in base alla dimensione, all’organizzazione interna, alla gestione dei flussi, alla logistica organizzativa, alla configurazione interna (coesistenza di produzione, amministrazione e commercializzazione), un piccolo laboratorio. La sicurezza aziendale deve infatti ragionare in base alla logistica, ai flussi e alla organizzazione degli spazi interni. «Il Politecnico – spiega Cravera – analizzerà i dati e i comportamenti delle singole aziende rispetto alle buone pratiche. Sono stati anche coinvolti alcuni commercialisti valenzani e i responsabili della sicurezza delle aziende per formare una squadra che lavorerà con il Politecnico per la definizione di un protocollo che si svilupperà in otto fasi. Si inizia oggi per proseguire fino a metà maggio. Poi l’attività continuerà con la verifica dell’andamento delle prassi all’interno dei siti produttivi. Quello orafo è l’unico Distretto che adotterà un modello che potrà assumere un valore nazionale».

Valenza è stata la prima città che ha deciso di fermarsi totalmente dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus. «Il distretto – commenta Alessia Crivelli – si è mosso in maniera responsabile e consapevole all’inizio dell’emergenza e continua a farlo anche in preparazione della Fase 2 della ripartenza. I dati Istat dimostrano come la sospensione delle attività in città sia stata totalitaria, abbiamo il primato nazionale per percentuale di attività sospese, un primato che può essere letto in tanti modi, ma sicuramente denota coraggio e soprattutto responsabilità considerato che abbiamo sospeso spontaneamente prima del lockdown nazionale. Siamo in un momento di forte crescita del mercato mondiale del gioiello con commesse attive e siamo pronti a ripartire senza trascurare la sicurezza delle nostre persone».

La città, per bocca del sindaco, Gianluca Barbero, è pronta. Come come non vuole «vanificare gli sforzi fatti i questi due mesi di isolamento. I comportamenti virtuosi dei cittadini valenzani sono anche frutto della responsabilità sociale delle imprese. Siamo pronti a ripartire e vogliamo – conclude il primo cittadino – che Valenza diventi luogo di sperimentazione delle migliori pratiche di una ripartenza in sicurezza, ci aspettiamo che anche la Regione guardi con più attenzione ai comportamenti virtuosi che questa comunità ha saputo e saprà agire in futuro».