“La situazione è davvero sfuggita di mano e i nostri appelli sono caduti nel vuoto: ormai vediamo cinghiali e caprioli passeggiare in centro città, l’agricoltura è piegata dalla loro presenza e anche la sicurezza pubblica ormai è a rischio”. Con queste parole il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio riassume il grave problema che l’Organizzazione ribadisce con forza da anni, relativa alla presenza in sovrannumero della fauna selvatica sul nostro territorio che, in tempo di Coronavirus, è ancora meno gestita.
Spiega il direttore Paolo Viarenghi: “La situazione dell’impatto dei selvatici sui campi agricoli, in fase di semina e di raccolta, era già drammatica prima dell’emergenza sanitaria, ma adesso che le attività urbane sono ferme e con loro anche il traffico, la loro presenza è insostenibile. Ora è il momento delle semine del mais e della soia, cinghiali e caprioli stanno compromettendo le lavorazioni. Inoltre, lo stop alle battute di caccia programmate ha creato ulteriore problema, ed è impensabile – conclude Viarenghi – che gli agricoltori debbano tutti dotarsi di un porto d’armi per contrastare la presenza e il loro impatto nelle proprietà: secondo Cia non è questa la soluzione”.
Cia è firmataria della proposta di modifica alla legge 157/92 che regola la materia della fauna selvatica, presentata a livello nazionale al Governo precedente e consegnata ai Prefetti di tutte le province d’Italia.