Chi ha mangiato la torta di mele? [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Veramente non riesco a dare una risposta.

Di questi tempi accadono cose che solamente un mese fa sarebbero state impensabili.

“Al lavoro!” ordina il capocuoco.

Mettersi lì intorno ad una cucina, tirar fuori dalla dispensa tutto l’occorrente, pesare lo zucchero, la farina, far scaldare il latte, fondergli il burro dentro, rompere le uova e sbatterle, cominciare ad assemblare tutti gli ingredienti con la sapienza di un alchimista medievale, sbucciare le mele e tagliuzzarle con minuziosa cura e simmetria, infornare a 180 gradi in modalità ventilata, dopo 40 minuti saggiarne la cottura sprofondando lo stuzzicadenti per verificare la morbidezza.

“È pronta!” sancisce il capocuoco.

Estrarre la teglia dal forno è un’operazione delicata e al tempo stesso lussuriosa perché decreta la conclusione di un ciclo, l’apoteosi di un percorso, l’apice di un viaggio, la realizzazione di un’opera d’arte.

“Attento a non bruciarti!” intima il capocuoco.

Riporre la torta sul piatto da portata è il gesto che diffonde nell’aria la prospettiva dell’assaggio.

“Solo quando si sarà raffreddata!” redarguisce il capocuoco.

Mi faccia capire…quando ha perpetrato l’atto?

È stato di notte.

Saranno state le tre, forse tre e mezza.

È il momento in cui il sonno è profondo.

Avevo un languore che la cena non mi aveva quietato.

Ed è a quell’ora che ha….?

Sì…mi spiace ma…

Lei si rende conto che qualcuno sta chiedendo conto….?

Il capocuoco…cioè mia moglie. Lo so ma era la prima volta…..

In che senso “la prima volta?”

Signor giudice, era la prima volta che ci riusciva una torta così buona.

Visti gli articoli 347 e 347 bis del codice civile, gli articoli 546, 548 e 550 del codice matrimoniale, gli articoli 1234 e 2345 del codice penale, concesse le attenuanti generiche e quelle specifiche dopo venticinque anni di vita coniugale si dispone quanto segue: l’imputato è condannato a….

Mi sveglio di soprassalto, tutto sudato.

Guardo la radio sveglia: sono le tre di notte.

Lo stomaco gorgoglia.

Scendo quatto quatto, al buio vado in bagno, espleto poi raggiungo la cucina, accendo la piccola luce della cappa. La torta è lì, bella come il sole e soffice come la neve.

La guardo e poi ritorno a letto.

Il capocuoco…volevo dire mia moglie sta dormendo.

Mi giro dall’altra parte.

Ci sono cose che vanno oltre il sogno e io non voglio rischiare: abbiamo ancora troppe torte da preparare.