di Monsignor Guido Gallese, Vescovo di Alessandria
Carissimi fratelli e sorelle,
dopo i recenti decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri a proposito delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria e le relative disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana, mi preme condividere con voi una lettura di senso di questa situazione così straordinaria per trarne degli indirizzi pastorali che ci aiutino a vivere questo momento come un dono, nonostante ogni dolore e privazione. È anche opportuno riassumere in un quadro sintetico le indicazioni circa la vita ecclesiale e la celebrazione dei sacramenti e fornire alcune note sulla prossima Settimana Santa. Alcune indicazioni potranno ancora subire variazioni nelle prossime settimane in relazione all’evoluzione della situazione e dei provvedimenti che via via saranno adottati; è opportuno che ogni comunità accolga queste disposizioni come servizio di carità, nella consapevolezza di condividere «quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli». (Papa Francesco, 27 marzo 2020).
Una lettura di senso
Questa epidemia rimarrà sicuramente tra le esperienze più forti della nostra vita. Essa in pochi giorni ha trasformato completamente la vita della nostra società costringendoci ad una reclusione nelle nostre abitazioni e bloccando quasi ogni attività nella nostra società, cosa che pochi mesi fa sembrava del tutto inimmaginabile: uno scenario da fantascienza. Una caratteristica tipica del cristiano è la sua adattabilità ad ogni genere di situazione: essa è frutto della libertà offertaci da Cristo con il dono dello Spirito. Ben si comprende che quanto più un dono è spirituale, quanto meno esso è soggetto a vincoli e costrizioni esterne. Così quella che umanamente viene chiamata resilienza, si realizza nella vita cristiana in modo ancora più pieno e completo a motivo del dono di Dio. Questa osservazione teologico spirituale ci porta ad alcune considerazioni molto pratiche:
Il culto spirituale di cui il Signore parla nel dialogo con la samaritana, avviene principalmente nella nostra anima, con un’adorazione verso il Padre “in Spirito e Verità”: la Chiesa è il luogo dove tale culto viene esercitato nella sua forma più alta, in unione all’Agnello immolato che ci chiama a vivere la sua stessa dinamica interiore di offerta amorosa.
L’Eucaristia oggettivamente ci manca. Tuttavia va rilevato che qui non ci troviamo nella condizione in cui un potere umano cerchi di sopprimere una nostra libertà religiosa (e il confondere le due cose sarebbe un grave errore di valutazione), ma siamo di fronte ad un’epidemia nella quale le leggi fisiche del contagio non vengono sospese e ci troviamo a far sì che l’Eucaristia non sia occasione di morte fisica di nostri fratelli. Guardando però le cose con oggettività il Signore ci sta richiamando all’importanza del culto interiore: che cosa possiamo unire all’offerta di Cristo se non siamo in grado di vivere in pienezza e profondità il culto interiore? Le nostre celebrazioni eucaristiche avevano realmente una consistenza interiore così profonda in termini di culto in spirito e verità o ci limitavamo ad andare in chiesa la domenica semplicemente ascoltando e seguendo il rito? L’impossibilità della partecipazione alla celebrazione liturgica favorisce in noi la crescita del desiderio della comunione eucaristica che si esprime nel votum sacramenti e nella comunione spirituale. Senza dubbio questo porterà ad una partecipazione più convinta e profonda al cessare delle limitazioni di carattere sanitario.
È bene che non ci limitiamo a vivere questo momento soltanto al presente, in una prospettiva di supplenza: è importante sia cogliere il frutto che esso può portare nella nostra pastorale in termini di coinvolgimento anche telematico delle nostre comunità, sia capire come le nostre relazioni saranno differenti in futuro.
Come ipotesi del tutto personale, ritengo che l’attuale emergenza abbia concrete probabilità di riproporsi, in forme magari più attenuate, nei prossimi mesi fino all’avvento di un vaccino ad hoc. Per questo vi invito alla prudenza e alla flessibilità nel programmare attività pastorali future. Ciò vale anche per le cresime che forse non si potranno programmare con larghi anticipi.
Da parte mia continuo con la celebrazione in streaming della Messa domenicale e con le “pillole antivirus” quotidiane. Offro anche la possibilità di seguire le spiegazioni dell’Apocalisse che vengono trasmesse per televisione su Gold TV e Telecity e poi archiviate sul nostro canale YouTube “Diocesi di Alessandria”.
Apertura delle chiese
Le chiese rimangano aperte per la preghiera personale dei fedeli, ferma restando la concreta possibilità di garantire adeguata attenzione all’afflusso delle persone e alla sicurezza dell’edificio sacro. Si ricorda che la recente risposta del Ministero dell’Interno ai quesiti presentati dalla Segreteria della CEI prevede che, per limitare gli spostamenti delle persone, l’accesso alla chiesa sia occasionato da spostamenti determinati da “comprovate esigenze lavorative” o “situazioni di necessità”. Ciò significa che, secondo le normative vigenti, la visita in chiesa può avvenire solo se concomitante, ad esempio, con lo spostamento lavorativo o con il fare la spesa nel medesimo tragitto.
Celebrazione dell’Eucaristia senza il concorso di popolo
Nei giorni feriali e festivi si prosegua con la celebrazione della Messa senza il concorso di popolo; sia sospesa ogni altra celebrazione liturgica o pii esercizi. A motivo delle succitate indicazioni, il senso di questa disposizione va letto nell’evitare in ogni modo occasioni di uscita dalle case delle persone.
Sacramento della Riconciliazione
Per la celebrazione della Riconciliazione occorre tenere presente le limitazioni circa gli spostamenti delle persone: in questo contesto di emergenza è possibile affidarsi al votum sacramenti, ovvero il desiderio di ricevere il Sacramento della Riconciliazione con il proposito di celebrarlo appena possibile. Nell’eventualità eccezionale dell’ascolto di una confessione si consiglia il fedele di contattare in anticipo il sacerdote; valgono le raccomandazioni circa le misure di prevenzione: si mantenga la distanza tra il ministro e il penitente di almeno un metro; a protezione del penitente e propria, il sacerdote indossi una mascherina protettiva idonea.
Qualora non vi fosse la possibilità di ricevere l’accusa dei peccati in modo segreto, si tenga presente la possibilità di assolvere i penitenti senza l’accusa dei peccati, richiamando ad una contrizione del cuore, ad una richiesta di perdono interiore (dandone il previo tempo) e invitando a fare l’accusa dei peccati alla fine dell’emergenza non appena ve ne sarà l’occasione.
Con apposito decreto sarà concesso ai cappellani degli ospedali e delle case di riposo e di cura la facoltà di impartire l’assoluzione generale agli ospiti e al personale delle medesime, sempre ricordando la necessità di formulare l’accusa dei peccati ad un sacerdote non appena possibile. È fatto divieto di impartire l’assoluzione generale al di fuori di questi contesti.
Nel caso di richiesta per la confessione in casa di un ammalato o di persona anziana si valuti previamente con attenzione se sussistono le condizioni di prevenzione. Occorre ricordare che nel caso di fedeli in isolamento domiciliare o in quarantena le misure di precauzione non si limitano a mascherina e guanti, ma comportano un equipaggiamento non disponibile ai sacerdoti. Anche per i casi non certificati, ma di sospetto contagio i sacerdoti sono invitati ad usare estrema prudenza.
Unzione degli Infermi e Viatico al capezzale del morente
Per l’Unzione degli infermi valgono le precauzioni indicate per il Sacramento della Riconciliazione. Il ministro che si reca presso il domicilio di un ammalato che ha richiesto l’Unzione degli infermi porti con sé un paio di guanti monouso in vinile o nitrile (che indosserà prima di iniziare il rito) attinga all’olio con il pollice, avendo cura successivamente di non toccare con le dita scoperte la superficie del guanto. Per quanto possibile, il Viatico – sino al termine dell’emergenza sanitaria – sia portato nella residenza del morente dal ministro ordinato e non da quello straordinario. Valgono le medesime precauzioni circa la distanza e la mascherina da indossare. Il sacerdote – prima di comunicare il malato e, di nuovo, prima di uscire dalla casa dove ha portato il Viatico – deterga le mani con acqua saponata o soluzione alcoolica e le asciughi con carta monouso (portarli con sé recandosi nelle case dei malati).
Celebrazione del Battesimo dei bambini
Eccetto situazioni di gravi necessità o di altre ragionevoli cause, da valutarsi nei singoli casi, è opportuno rinviare la celebrazione del Battesimo dei bambini almeno al periodo estivo.
Per le situazioni di necessità, la celebrazione si svolga con la sola famiglia, anche senza padrino e madrina, e si seguano le indicazioni della CEI già richiamate:
Nelle circostanze in cui l’amministrazione del Battesimo non può essere differita in data successiva alla cessazione dell’emergenza sanitaria (per esempio, nel caso di bambini con malattie che li espongono a pericolo per la loro vita), questa avvenga secondo la modalità in uso nel rito romano.
Si tenga conto delle seguenti indicazioni:
Il ministro mantenga una opportuna distanza dal battezzando e dai genitori e padrini
Per le unzioni con l’olio dei catecumeni ed il sacro crisma, il ministro indossi guanti monouso in vinile o nitrile
Si omettano il segno della croce sulla fronte del bambino nei riti di accoglienza e il rito dell’effatà in quelli esplicativi
In casi di particolare urgenza o emergenza, si consideri la possibilità del rito abbreviato (cfr. Rito per il battesimo dei bambini, ed. it. 1979, Cap. III)
(Suggerimenti per la celebrazione dei sacramenti in tempo di emergenza Covid-19, 17 marzo 2020).
Si suggerisce comunque un previo confronto con l’Ordinario.
Celebrazione della Confermazione
Le celebrazioni del sacramento della Confermazione previste nei mesi di aprile, maggio e giugno sono rinviate al prossimo anno pastorale, se sarà possibile nell’autunno 2020 oppure nel 2021. Come già suggerito nella lettera ai parroci e ai catechisti del 22 marzo, siamo tutti invitati a collocare questo rinvio all’interno di un cammino di fede personale e comunitario e ad aiutare i ragazzi e le famiglie a comprenderlo in questo senso.
Celebrazione del Matrimonio
Stanti le attuali disposizioni, la celebrazione del matrimonio va possibilmente differita. In caso di reale impossibilità si svolga alla sola presenza dei testimoni, secondo le precisazioni fornite in questi giorni dal Ministero dell’Interno.
Nel caso di rinvio della celebrazione oltre la scadenza delle pubblicazioni civili, si valuti la possibilità di sdoppiare i riti, celebrando prima il matrimonio civile e successivamente quello religioso. In simili casi particolari è opportuno informarsi presso gli uffici comunali del luogo di celebrazione. Per eventuali ulteriori chiarimenti potete prendere contatto con la Cancelleria.
I cammini di preparazione al matrimonio e la redazione della documentazione della posizione matrimoniale terranno opportunamente conto delle disposizioni anti-contagio.
Disposizioni per le celebrazioni della Settimana Santa
In base agli Orientamenti per le celebrazioni della Settimana Santa pubblicati della CEI e della Santa Sede, riassumiamo le indicazioni per le comunità:
I presbiteri celebrino i riti della Settimana Santa nelle chiese parrocchiali, senza concorso di popolo, unendosi – là dove i sacerdoti vivano insieme – per la concelebrazione. È opportuno segnalare l’inizio delle celebrazioni con il suono delle campane (ad eccezione del Venerdì Santo), in modo particolare per la domenica di Pasqua.
Per garantire una celebrazione dignitosa, è permessa la presenza solo di alcune persone (non più di quattro o cinque): il diacono, un organista, un lettore, un cantore, un accolito; in caso di trasmissione TV o internet sono ammessi anche uno o due operatori delle riprese. I ministri presenti ai riti dovranno muoversi muniti di autocertificazione “per comprovate esigenze lavorative” (si faccia riferimento alla nota del ministero dell’interno allegata) e rispettare scrupolosamente le precauzioni consuete circa la distanza interpersonale.
I fedeli sono invitati a unirsi alla preghiera nelle proprie abitazioni, anche grazie alla trasmissione in diretta dei vari momenti celebrativi. Per la trasmissione in diretta, ogni parrocchia farà la scelta che ritiene opportuna: si possono anche invitare i fedeli a seguire le celebrazioni del vescovo o del papa. Per le parrocchie che organizzano la trasmissione, si considerino gli orientamenti CEI “Celebrare in diretta TV o in streaming” in allegato
La visita personale alla chiesa nei giorni del Triduo pasquale è consentita solo in occasione di spostamenti determinati da “comprovate esigenze lavorative” o per “situazioni di necessità”, se la chiesa è situata lungo il percorso, di modo che in caso di controllo si possa esibire la prescritta autocertificazione.
Si offrano ai fedeli opportuni sussidi per vivere in famiglia e nella preghiera personale la Settimana Santa (nei prossimi giorni si forniranno alcuni suggerimenti).
Nello specifico:
Domenica delle palme: la celebrazione nelle chiese parrocchiali avvenga senza processione, utilizzando la terza forma del Messale Romano (ingresso semplice). Si eviti di benedire e distribuire i rami.
Giovedì santo: la Messa crismale è rinviata a data da destinarsi. Per la Messa in coena Domini il Decreto della santa Sede concede in via straordinaria ai presbiteri la facoltà di celebrare la Santa Messa senza concorso di popolo. Siano omesse la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione: il Santissimo Sacramento viene riposto nel tabernacolo utilizzato di consueto (non si facciano particolari allestimenti per l’altare della reposizione).
Venerdì santo: nella celebrazione della Passione del Signore, si aggiunga, dopo la nona intenzione, quella in allegato. Nell’adorazione della Croce, si omette la processione della Croce con la triplice ostensione. Solo colui che presiede bacia il Crocifisso, che viene esposto per un momento di adorazione. Si ricorda che per le attuali disposizioni non si possono svolgere manifestazioni pubbliche, come la Via Crucis per le strade, che a giudizio del Vescovo potranno essere rimandate a settembre. La Colletta di Terra Santa, per l’anno 2020, sarà collocata nella domenica 13 settembre, in prossimità della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce.
Veglia pasquale: si celebri esclusivamente nelle chiese parrocchiali. Non si svolga la processione dall’esterno con il cero acceso al nuovo fuoco ma si accenda direttamente il cero pasquale. È omessa la liturgia battesimale e la benedizione dell’acqua: si mantenga soltanto il rinnovo delle promesse battesimali.
Colgo l’occasione per formulare a tutti voi gli auguri per un Santo Triduo Pasquale: che ci introduca ad un tempo di risurrezione, nella Liturgia e nella vita!