Prorogato l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta di alimenti base come pasta, riso e derivati del pomodoro, oltre a quella per i prodotti lattiero caseari. Un provvedimento atteso dall’82% degli italiani che, con l’emergenza coronavirus, sugli scaffali cercano prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro degli italiani.
E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ in merito alla attesa proroga firmata dai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli con il decreto che prolunga i provvedimenti nazionali in vigore oltre il 1 aprile, data di entrata in applicazione del regolamento Ue 775/2018.
“Un risultato fortemente sostenuto da Coldiretti che ha promosso la campagna #MangiaItaliano e che ha dato vita, oltretutto, insieme a Filiera Italia ad una alleanza salva spesa Made in Italy – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Una misura fondamentale per sostenere il Made in Piemonte, soprattutto, per quanto riguarda il riso e i prodotti lattiero caseari, ancor più in un momento difficile come questo che stiamo vivendo in cui dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”.
La Coldiretti insieme a Campagna Amica è stata promotrice dell’iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto oltre 1,1 milioni di firme in 7 Stati membri e che chiede di estendere l’obbligo di indicazione della materia prima in tutti gli alimenti promossa con il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza europee.
“In provincia di Alessandria abbiamo raccolto 20.000 firme, oltre 100 mila in Piemonte – proseguono Bianco e Rampazzo – facendo un vero e proprio fronte per la trasparenza che, forte del milione di firme raccolto in tutti i Paesi, non può essere più ignorato da una Ue che ha avuto sinora un atteggiamento incerto e contradditorio, obbligando a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero. Il green deal che la commissione vuole realizzare anche attraverso la strategia farm to fork inizia dalla trasparenza a tavola – concludono Bianco e Rampazzo – e l’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della nostra Organizzazione che ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa”.