Alda e Piero Canaperia #3 e Archimede Santi [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina

 

 

Cercare antiche cartoline è entusiasmante per una serie molteplice di motivi; lo è ancora di più quando ci si imbatte in strane coincidenze e inaspettate fatalità.

In primo luogo cercando le immagini del tempo che fu permette di scoprire stranezze architettoniche e cambiamenti urbanistici riguardanti i luoghi più amati. Inoltre certi ritrovamenti riguardano persone conosciute e addirittura anche personaggi molto noti. Non di rado si possono scoprire immagini raffiguranti volti noti, di persone conosciute per la loro importanza o conosciute da noi soltanto; a volte può capitare di imbatterci in una testimonianza scritta o ricevuta da grandi personaggi illustri e molto conosciuti.

In una delle scorse puntate della nostra rubrica avevo già raccontato del fortunato ritrovamento (era l’anno 1984) di corrispondenze tra un Ufficiale dell’Esercito Italiano – il sottotenente Piero Canaperia, di stanza ad Alessandria – e la sorella Alda residente a Torino.

I due fratelli, per tutta la vita e durante ogni viaggio, avevano l’abitudine di scrivere – e mandare alla famiglia – lettere, cartoline o anche immagini fotografiche personali e dei luoghi visitati e quindi l’epistolario che li riguarda è piuttosto nutrito.

In quell’enorme lotto mancavano – stranamente – tutte le cartoline spedite da Alessandria e inoltre – analizzando tutto il materiale, quale improvvisato poliziotto – avevo avuto la certezza che di cartoline, proprio da Alessandria, ne fossero state spedite in abbondanza. Qualcuno era passato prima di me e aveva fatto razzia anche di quelle, lasciando a chi sarebbe seguito la scelta fra il restante materiale… Una conferma di quanto appena esposto l’avevo avuta anche dalla signora che era in possesso di questo materiale.

Sono passati ben 32 anni da quel giorno e nel corso del tempo diverse cartoline appartenenti proprio a quell’interessante lotto sono pervenute a me per vie traverse.

In questi giorni, ammirando uno dei tanti album contenenti le cartoline appena entrate a far parte delle mie collezioni, ho avuto la soddisfazione di scovarvi quella che con piacere pubblico oggi.

Si tratta di una Cartolina Postale Italiana – una di quelle senza la classica veduta paesaggistica e che recano già stampato il francobollo – che Piero Canaperia scriveva alla sorella Alda, il giorno 15 marzo 1918.

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La particolarità degna di interesse di questo cartoncino, oltre che per le parole di Piero, sta nel chiudilettera applicato in alto a sinistra.

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Stampato nel corso dello stesso anno dalla Ditta E. Filippa per la Croce Rossa di Alessandria riproduce un bozzetto – opera del pittore Archimede Santi – che raffigura uno dei quattro grifoni posti alla base del monumento in bronzo dedicato ad Urbano Rattazzi campeggiante su una grande Croce Rossa. Il monumento occupava la posizione centrale della nostra Piazza Vittorio Emanuele II fino al 1943. Sulla base su cui siede il Grifone è inciso il motto del Comune di Alessandria (quante volte disatteso!!!); è presente anche un ramo di alloro.

Ed ora alcuni cenni sull’artista marchigiano Autore del chiudilettera.

Archimede Santi nasce a Pergola (provincia di Pesaro e Urbino) il 6 marzo 1876 e poco o nulla si sa della sua infanzia e adolescenza, mentre è ben delineata la sua formazione artistica, compiuta tra Marche ed EmiliaRomagna.

Dopo gli studi nella città di origine, si iscrive al Regio Istituto di Belle Arti di Urbino, quindi supera gli esami di abilitazione quale insegnante di disegno al Regio Istituto di Belle Arti di Parma. Negli anni trascorsi a Bologna segue la Scuola del Costume e del Nudo e la Scuola professionale per le arti decorative, frequentando – in particolare – le lezioni di disegno ornamentale di Achille Casanova.

Nel 1902 inizia l’attività di insegnamento, prima nella sua città natale, poi a Mistretta in Sicilia, fino ad approdare – il primo ottobre del 1910 – al Regio Istituto Magistrale di Alessandria, dove rimane fino al 1942 quando, a 66 anni, conclude l’attività di insegnante. Tornato a Pergola continua la sua opera di pittore impegnandosi per la conservazione del patrimonio artistico in qualità di Ispettore Onorario ai Monumenti. Muore a Pergola il 20 aprile 1947.

In altre prossime occasioni parleremo di questo interessante personaggio, molto attivo in questa città, proponendone altri lavori.

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Tornando a narrare di Piero Canaperia, ecco il corposo testo della cartolina:

Indirizzata ad Alda Canaperia / Corso Vittorio Emanuele / oltre Po n° 8 / Torino.

Alessandria / 15 marzo 1918

Cara Alda, rispondo solo ora alla tua carissima lettera di ieri. Molte cose son avvenute in questi giorni, molti mutamenti. Lucchetti è tornato al suo posto e disimpegna bene il suo compito; ora si è rimesso completamente dalla leggera indisposizione dei giorni scorsi. Ma Bertolotti s’appresta a lasciarci per una breve licenza che gli spetta di diritto; e dei nuovi due amici sergenti che dormono con me nella stanzetta sopra la precettazione quadrupedi, l’uno, Fischer, è sempre a Milano, a Genova, ecc. per le incombenze più svariate, e presto verrà forse esonerato; e l’altro, Rossi, il tunisino, ha avuto dal Ministero risposta ad una sua domanda, che aveva inoltrato ai primi di dicembre, per l’assegnazione alle truppe coloniali in Libia e parte oggi per Tripoli; destinato agli uffici di quel Comando. Così io rimango doppiamente vedovo, perché perdo due amici cari, e non so con quali elementi verranno sostituiti. Certo è che gli scritturali ora son piuttosto ricercati e non si trovano più facilmente buoni elementi, dopo tutta la scelta che s’è già fatta; se venisse la nostra nomina a ufficiali non so come farebbero a trovarne un numero sufficiente da mettere al nostro posto. Ieri abbiamo avuto ordine di recarci all’Ospedale Militare per presentare alla visita le nostre braccia, dopo la vaccinazione; e, visto che la prima non aveva attecchito, ce ne fecero una seconda, non ti dico con quale diletto del sottoscritto. Se questa non ha esito, mi rifiuterò categoricamente ad una terza operazione. Dopo tutto non siamo carne da esperimenti, per prestarci a simili pratiche odiose. Qui, come ti dicevo, son avvenuti molti mutamenti e partenze; si attraversa pure un periodo di irrequietezza e di nervosismo poco piacevole. I freni vengono anche stretti, cosicché manca il libero respiro. Ma la mia «fedele», quando posso saltarvi sopra, mi trasporta lontano, in mezzo ai campi, nella libera natura, che è un balsamo delizioso per tutti i mali del corpo e le ferite dell’anima. L’altro giorno mi portò in breve a Marengo, ove ho rivissuto le ore indimenticabili di tanti anni addietro. Ciao Alda cara, scrivi, e perdona se spesso non mi è possibile fare altrettanto. Io sto bene e attendo sempre con ansia vostre notizie. A te, a Papà, affettuose cose, Piero.”

Forse le particolarità narrate da Piero alla sorella Alda possono essere ritenute troppo personali ma – a mio modesto parere – rappresentano il perfetto spaccato di un mondo così lontano nel tempo e che di certo ha interessato milioni di italiani.