di Enrico Sozzetti
Coronavirus, Alessandria continua a essere saldamente in testa, fra le province del Piemonte, come numero di morti. Un territorio in cui si moltiplicano i posti letto, in cui i decessi aumentano (ma il conteggio preciso, come nel caso di Bergamo, è quasi impossibile perché non tutti sono classificati come covid-19 e altri avvengono fuori dal territorio provinciale) e dove le strutture ospedaliere e tutto il personale sono sottoposti a pressioni fisiche e psicologiche enormi. Che il quadro sia pesantissimo lo dicono i numeri e le recenti riorganizzazioni.
E proprio perché i numeri aumentano, l’Asl Al ha disposto la trasformazione delle postazioni delle sale operatorie in posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Saranno così messi a disposizione 22 nuovi posti letto di terapia intensiva (che portano il totale disponibile a 53), 12 nuovi posti di sub-intensiva sono stati ottenuti dagli altri reparti. La sanità privata è scesa in campo con il gruppo Policlinico di Monza: sono a disposizione 14 posti letto di terapia intensiva, 19 di terapia sub-intensiva, 25 a bassa intensità, e altri 30 letti destinati sulla base dell’andamento dell’epidemia, nella clinica “Città di Alessandria”, mentre 39 nuovi posti letto sono a disposizione all’interno della Clinica “Salus”, sempre di Alessandria.
Sul fronte delle terapie, negli ospedali dell’Asl Al «viene utilizzato il Plaquenil (idrossiclorochina) nell’ambito dei protocolli previsti. Per il Tocilizumab l’Asl ha aderito allo studio Tocivid-19 dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per la valutazione del Tocilizumab, un anticorpo monoclonale attualmente autorizzato per il trattamento di differenti forme di artrite reumatoride e della sindrome da rilascio di citochine (“L’accesso a questo farmaco – precisa l’Aifa – avviene, per tutti i centri che ne fanno richiesta, tramite l’inserimento dei pazienti in un unico programma nazionale che comprende uno studio di fase 2 non randomizzato per valutare l’efficacia e la sicurezza del farmaco in pazienti con criteri ben definiti e una raccolta dati prospettica/retrospettiva di tutti i casi trattati nell’attuale emergenza covid-19”). Il Remdesivir (antivirale usato soli per i casi più gravi) è alla valutazione di alcuni clinici la possibilità della richiesta alla ditta di fornire il farmaco per uso compassionevole».
Pratica quasi del tutto simile per l’azienda ospedaliera di Alessandria che oggi ha 150 pazienti covid ricoverati, collocati in posti letto recuperati da due/tre reparti, e ha fatto i conti sinora con 45 decessi. Il Tocilizumab è usato come previsto dallo studio Tocivid-19 e lo stesso avviene per il Plaquenil. Il Remdesivir invece non è usato. Pare che si attenda il parere dell’Aifa.
A Tortona, dove una parte dell’ospedale è stata riconvertita in quello che è diventato il primo ‘Covid Hospital’ del Piemonte, i ricoverati positivi sono 99 (45 residenti a Tortona), mentre negli ultimi due giorni i decessi sono stati sei. Salgono costantemente anche i ricoveri ad Acqui, dove ora sono venticinque. L’elevato numero dei decessi ha ben presto saturato le camere mortuarie degli ospedali e le salme sono state sistemate in altri spazi (a Casale sono state collocate nell’atrio della camera mortuaria, chiusa al pubblico) o trasferite in quelle dei cimiteri.
Complessivamente il 23 marzo, il dato provinciale di Alessandria è di 92 morti (segue Torino con 86), mentre le persone positive sono 877. Il numero più elevato è quello della provincia di Torino con 2.317. La terza provincia piemontese per numero di positivi è Novara con 424.
Dopo il via libera dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, in Italia è possibile somministrare una serie di farmaci ai pazienti covid. La Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa ha espresso «parere favorevole alla concessione dei farmaci clorochina e idrossiclorochina a carico del Servizio sanitario nazionale per il trattamento anche in regime domiciliare». L’uso è quello definito off label, quando un farmaco è usato in condizioni diverse da quelle per cui è stato autorizzato.
E in provincia di Alessandria? La procedura viene spiegata da Mauro Cappelletti, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Alessandria. «Il Plaquenil non può essere prescritto liberamente a chiunque, ma viene consegnato dall’Asl ai pazienti segnalati dai medici curanti tramite l’Adi (Assistenza domiciliare integrata, ndr)». Come funziona? «Il medico che ha fortemente il sospetto che il paziente sia infetto lo inserisce in Adi, compila una relazione tecnica dettagliata e solo allora prescrive il Plaquenil, unicamente per quel soggetto e il farmaco è consegnato a domicilio dall’Asl». Il fattore decisivo resta quello della velocità dell’intervento. Questo farmaco si sta dimostrando efficace nel trattamento della fase iniziale della malattia. Evita, nella stragrande maggioranza dei casi, il ricovero in ospedale, con una fase di uscita malatria abbastanza rapida. Quello che conta è che il Plaquenil sia assunto per tempo. Altrimenti il trasferimento in ospedale è obbligato, con il rischio che l’acutizzazione arrivi di colpo.
Intanto l’Italia fondata sul modulo colpisce ancora. Infatti la Questura di Alessandria ha diffuso, attraverso la pagina Facebook, l’ennesimo modello di autodichiarazione pieno di ‘combinati disposti’, ‘articoli’, ‘commi’, ‘lettere’. Righe su righe di testo che per leggerle (e poi capirle) impieghi lo stesso tempo per fare oggi la coda per entrare in un supermercato. Eppure basterebbe usate la tecnologia (senza sbancare intere foreste per stampare i moduli) per individuare ogni spostamento. Lo fa il gps dello smartphone in ogni momento del tuo spostamento, localizzando dalle mappe digitali alle migliori offerte di e-commerce, passando per i migliori siti di consegna di cibo a casa.
L’uscita dell’Italia dal medioevo della burocrazia appare lontano migliaia di anni luce.