Milioni sono le cartoline illustrate che per oltre un secolo – dal primo giorno della loro produzione – furono spedite. Sono sempre state messaggere di saluti e di indicazioni o addirittura ambasciatrici di veri e propri racconti tra persone lontane o – qualche volta – residenti nella medesima località.
La cartolina del tempo che fu può essere paragonata all’odierna telefonata o al più banale messaggio che oggi si è soliti inviare con il cellulare.
Sia ben chiaro che i nostri messaggi telefonici difficilmente sanno racchiudere tutta la poesia ed il pathos che le antiche cartoline contenevano e sprigionavano e che noi stessi – seppure estranei a quei fatti e a quelle persone – ancor oggi siamo in grado di percepire.
I tempi andati hanno ghermito, inghiottendo per sempre anche il romanticismo ed il sentimento. Non di rado, infatti, ci si imbatte in cartoline intrise di amore e di affetto profondi, di struggimento per la persona amata o in messaggi abbondanti di emozione. I sentimenti che ancor oggi possiamo conoscere sotto forma di scritti, attraverso le belle cartoline del tempo che fu, sono ancor vivi e palpabili.
L’oggetto postale che oggi voglio analizzare fa parte di una delle tantissime tematiche da me collezionate. Le cartoline dei grandi illustratori mondiali. Questa che ora pubblichiamo appartiene ad un lotto di oltre tremila pezzi, entrati a far parte delle mie collezioni proprio in questi ultimi giorni.
Al fronte troviamo il disegno di un bel viso di donna, femmina dallo sguardo languido e dagli occhi lucidi in perfetta sintonia con i canoni di estetica e di bellezza della donna nel periodo della Prima Guerra Mondiale. (L’autorizzazione alla stampa è del giorno 8-5-1917 e l’utilizzo di questo cartoncino dell’anno successivo).
La bella bruna, consapevole del proprio fascino, ammalia l’osservatore attraverso profondi occhi scuri ed un lieve accenno di sorriso traspare appena dalle labbra lievemente tinte di rosa.
Un fazzoletto di seta – legato a mo’ di turbante – nasconde la chioma, permettendo a qualche ciocca sbarazzina, di color castano, di fare capolino.
Il disegno reca la firma T. Corbella.
Tito Corbella nacque a Pontremoli (Massa Carrara) nel 1885 e si laureò in Chimica all’Università di Padova. Frequentò l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove fu allievo di Guglielmo Ciardi e di Ettore Tito.
Corbella si occupò di illustrazione non solo nel campo della pubblicità; lavorò per le Officine Ricordi di Milano e per la Ditta Degami [1]– importante stamperia di pregiate cartoline – e fu pittore di talento; fu artista famosissimo in tutto il mondo proprio grazie alle numerose cartoline realizzate.
Il soggetto che ho deciso di analizzare fu spedito in busta chiusa e quindi oltre ai nomi di battesimo non si conoscono altri dati inerenti il mittente e la ricevente. La busta chiusa era necessaria per evitare che postini curiosi o eventuali malelingue del vicinato potessero curiosare tra le parole, prima degli interessati stessi. Inoltre non sarebbe stato possibile scrivere un testo così corposo se sulla stessa cartolina fosse stato annotato anche l’indirizzo del destinatario.
“16 . 1 . 1918 (N.d.A. Il 16 gennaio 1916 era un mercoledì)
Inuccia (?) mia, incarico il Pitto (?) che parte domattina di impostare questa mia a Milano e che spero riceverai almeno sabato, benché neppure lui va più in diretto, ma anzi in carretta. Sarà improbabile che io vada prima del suo ritorno non fosse altro che per dispetto mi faranno attendere siccome abbiamo a che fare con dei lazzaroni di primo stampo. Ti dissi bene quando ti annunciai che contano essere a Chianciano per il 10 di febbraio; ma non importa amoruccio verrò ugualmente e per questo non gusteremo meno i 15 giorni anzi di più eppoi anche la pace un po’ a prun a caval a l’asu. Qui nulla di speciale, la va discretamente bene, io pure sto bene ho preso solo un po’ di raffreddore che è già quasi guarito. Oggi tira vento caldo e vi è un disgelo fenomenale. Spero che Adria sia guarita e di trovarvi tutti sani quando verrò. Ti lascio di baciarmela tanto. A te mando di baci ardenti ed affettuosi da chi sempre ti pensa e adora,
tuo Giovanni.
Salutami tutti.
Baci.”
Il testo, seppure abbastanza comprensibile, reca alcuni tratti più complessi e poco chiari.
È chiaro che per due persone che si conoscono bene sono sufficienti piccoli accenni ad un argomento per riuscire a far capire concetti che per noi sembrano soltanto accennati.
Prossimamente pubblicherò cartoline enigmatiche, anzi, veri e propri enigmi rompicapo, che faranno impazzire ben più di un lettore…
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[1] Della famosa Ditta Degami (Luciano Dell’Anna e Giuseppe Gasparini – Milano) produttrice di ottime cartoline – opera di disegnatori italiani – parlerò più a lungo in un’altra occasione.