di Enzo Patitucci*
In queste ultime settimane si sono succeduti diversi decreti ministeriali che hanno quale unico scopo quello di contenere e gestire l’emergenza Coronavirus.
In quanto Presidente provinciale del Silb, ci tengo sottolineare che, nella filiera delle attività imprenditoriali che hanno e stanno subendo un grave danno economico, pur nella consapevolezza che sia giusto aderire a questi provvedimenti a tutela della Nostra salute, ci siamo anche noi della categoria dell’intrattenimento e pubblico spettacolo in genere, e con noi tutte le famiglie che gravitano direttamente o indirettamente attorno alle nostre aziende.
Ribadendo che ha assolutamente senso e deve ad ogni costo essere perseguito l’obbiettivo del contenimento e della circoscrizione del virus per bloccarne la diffusione, occorre verificare con altrettanta decisione che tali provvedimenti siano osservati dagli operatori del settore, che a parte scuola, uffici pubblici o luoghi di culto (per citarne alcuni), sono rappresentati, nella maggior parte dei casi, da imprenditori privati che, alcune volte o per disinformazione, o con malizia, applicano il decreto in questione in maniera a dir poco originale ma il più delle volte a loro vantaggio e non nell’interesse della comunità.
Stigmatizzo poi l’atteggiamento persecutorio nei confronti dei titolari del dancing “La Cometa”, che non hanno avuto nessuna colpa, se non il merito di aver ospitato come tante altre volte in passato, un musicista professionista che ha calcato una miriade di palcoscenici messi a disposizione da altrettanti locali che hanno fatto richiesta dell’esibizione dell’orchestra “Bruno d’Andrea”, e che nessuno mai avrebbe potuto immaginare avesse contratto il contagio e di conseguenza rappresentare un serio pericolo per tutti gli altri avventori.
Le offese e le accuse di “untori” ad imprenditori seri e professionali come quelli in questione, fanno male e contravvengono alle normali regole di rispetto e convivenza e all’intera categoria che rappresenta.
L’accenno nel decreto alla distanza minima di sicurezza interpersonale di un metro almeno (che richiama per intenderci ai soli locali che possono e devono fare servizio al tavolo), può innescare quei meccanismi da “furbetti” all’italiana che dobbiamo assolutamente stroncare sul nascere sia per una questione di equità, ma anche e soprattutto per una questione di sicurezza e diritto alla salute.
Le medesime regole devono essere fatte rispettare da qualunque attività al servizio del pubblico.
Il mio appello è rivolto a tutti gli imprenditori seri e responsabili e a tutte le forze dell’ordine che hanno il dovere di verificare l’esatta applicazione del decreto, altrimenti non avrebbe nessun senso aver prolungato queste restrizioni solo per le scuole, i cinema, gli stadi, le discoteche etc etc.
L’invito del Silb è quello di prendere coscienza della gravità e della pericolosità del momento che richiede un grande sacrificio.
Lungo tutto lo stivale abbiamo avuto piena adesione alle nostre sollecitazioni e salvo casi isolati ci adeguiamo a quanto è stato decretato per la scuola, ossia chiusura delle nostre attività fino al 15 marzo in attesa di sviluppi (speriamo positivi).
Mi auguro di trovare riscontro e solidarietà alle mie parole e sono assolutamente disponibile in qualsiasi momento ad aprire una tavola rotonda con colleghi, imprenditori di ogni genere e settore, non necessariamente iscritti al Silb, ed autorità competenti per trovare il modo e la maniera migliori per uscire da questa grave crisi, senza trascurare assolutamente il fatto che appena usciranno le circolari di attuazione, sarà nostra premura comunicare i criteri attraverso i quali attingere ai fondi che verranno stanziati dal Governo (tutti ci auguriamo che succeda il più in fretta possibile) per sostenere le imprese in difficoltà del nostro comparto.
*Presidente provinciale Silb Alessandria