Lo staff dell’Alessandria Film Festival nel corso degli ultimi mesi ha lavorato alacremente
all’organizzazione della quarta edizione, prevista per il terzo weekend di marzo (20-22 marzo).
Ad oggi, però, a causa del clima di incertezza e in ottemperanza alle disposizioni governative e
regionali in continua evoluzione, ci troviamo a far fronte a ostacoli che mettono seriamente in
discussione la fattibilità dei nostri progetti: programmare nei dettagli un evento complesso come un festival, in questo momento, riserva un numero tale di incognite (dall’eventuale prolungamento o ripristino delle ordinanze alla reazione del pubblico) da rendere quasi impossibile la realizzazione stessa della manifestazione.
La priorità dell’ALFF, anche in questa circostanza, è preservare gli interessi di chi ha deciso di
appoggiare e sostenere il nostro percorso, dagli Enti patrocinatori, agli sponsor, agli istituti scolastici
coinvolti, gli ospiti che hanno deciso di accettare il nostro invito, fino agli indispensabili partner che
lavorano al nostro fianco.
Le prime tre edizioni del Festival hanno ottenuto un buon successo da ogni punto di vista, testimoniato dai numeri, dalle foto, dal prestigio degli ospiti, dalla rassegna stampa e soprattutto dal sempre crescente entusiasmo con cui il festival è stato accolto dal pubblico. Un entusiasmo che sicuramente non siamo disposti a sacrificare.
Per questo motivo, nostro malgrado, anche alla luce delle scelte prese da eventi ben più blasonati del
nostro, ci vediamo costretti ad annullare la quarta edizione del Festival, perlomeno nelle date previste per marzo 2020.
La nostra intenzione è quella di salvare del programma tutto ciò che si può riproponendolo in un
calendario da studiare e in location da definire, coinvolgendo i nostri sponsor e i partner, per offrirvi
come sempre film indipendenti di qualità, talk con ospiti di rilievo ed eventi collaterali che
arricchiscano la comunità cinefila e la provincia di Alessandria.
Lucio Laugelli & Stefanno Careddu, direttori artistici dell’ALFF:
“Mai avremmo voluto prendere questa decisione, ma non possiamo rimanere ostaggio di eventuali
focolai vicini, di eventuali nuove ordinanze (sacrosante, per carità) e soprattutto della psicosi
globale, che rischierebbe di trasformare qualcosa di bello in un inutile flop.”