Alta velocità [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Circondati come siamo dagli autovelox non sappiamo più cosa vuol dire correre in moto o in macchina.

Ci sono autovelox fissi nei centri abitati protetti da casette arancioni, fermi come vigili irreprensibili (ma più ragionevoli); tutor su autostrade e superstrade laddove un filo di corsa sarebbe auspicabile; autovelox mobili che inseguono le vetture come quei mosconi che d’estate non riesci a scrollarti di dosso.

Nel nome della sicurezza.

Qualcosa d’altro ci attenderà nel prossimo futuro poiché anche se siamo nell’epoca dell’alta velocità in moto o in macchina è necessario rallentare.

Altra storia vale per il treno.

Quel tipo di alta velocità viene auspicata, finanziata, promossa.

Ricoprire mille chilometri in tre ore su due binari traversando lo stivale è ormai possibile.

Ci sono alcuni effetti collaterali.

Ad esempio se il macchinista ha un malore, se i materiali sono difettosi, se i manutentori commettono una distrazione, se alcuni animali attraversano senza autorizzazione, se il maltempo causa smottamenti.

Questo però non dovrà preoccuparci, sarà come uno schianto aereo, un battito di ciglia.

L’alta velocità ci facilita anche per la trasmissione di malattie.

Un secolo fa il contagio poteva essere letale ma passavano mesi, addirittura anni prima che il virus potesse fare il giro del mondo.

Si moriva sì, ma con calma.

Oggi sono sufficienti poche ore et voilà il contagio è servito.

Il giornalismo va a nozze perché l’alta velocità ci consente di creare clamore ed annunciare che ci sono nuovi morti.

Non più morti anonimi ma martiri – loro malgrado – di un sistema futuro che è ormai il presente.

L’alta velocità dell’informazione, infatti, annuncia oggi quel che sarà domani.

E noi lì, a guardare.

Da ragazzi andavamo in moto col vento tra i capelli con quel rischio di andare a sbattere che ti faceva sentire immortale.

Oggi i ragazzi tra i capelli hanno le cuffie dello smartphone, sono seduti su un treno, dal finestrino un panorama che non vedono, sulla bocca una mascherina.

Ciò che accadrà sarà comunque ad alta velocità.