di Ettore Grassano
Alle 19 la Sala 500 del Lingotto è straripante di attivisti e militanti della Lega di tutto il Piemonte, e fuori dalla struttura ci sono altre centinaia di persone che, non potendo entrare, si accontentano di salutare Matteo Salvini al suo arrivo, e poi di seguirlo da monitor attivati in aree limitrofe. Qualcuno stima mille persone complessive, qualcun altro di più.
Certamente sono tantissimi i leghisti che, arrivando con pullman e auto, giovedì sera hanno portato il loro sostegno al Segretario Federale della Lega, in occasione della tappa piemontese del Salvini Tour, che arriva proprio il giorno dopo la discussa decisione del Senato di dare il via libera al processo nei confronti dell’ex Ministro degli Interni per il ‘caso Gregoretti’. Il Capitano, naturalmente, non delude, e infiamma la platea.
Prima di lui tocca a Riccardo Molinari, Capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, e Segretario della Lega in Piemonte, accogliere i numerosi esponenti dell’associazionismo imprenditoriale, dei corpi intermedi e della società civile piemontese, e dal palco sintetizzare obiettivi gli obiettivi della Lega in Piemonte: “Abbiamo ereditato una Regione in condizioni pessime – sottolinea Molinari -, ma non ci spaventiamo, e sta a noi farla ripartire, con grinta e determinazione. Lavoro e occupazione sono oggi, insieme alla sicurezza, le priorità assolute su cui chiediamo al Presidente Cirio e alla giunta di impegnarsi senza risparmio. E il prossimo passo, naturalmente, è la conquista del Comune di Torino, perchè il capoluogo di Regione non ne può davvero più dei 5 Stelle”.
Molinari evidenzia come il rilancio del comparto industriale (a partire dalle criticità, come FCA e Ilva) sia prioritario, “così come il supporto al nostro commercio di prossimità, che sosterremo con 20 milioni di euro, e il commercio ambulante, a cui destineremo altri 6 milioni. Perchè la spesa noi vogliamo continuare a farla guardando i commercianti negli occhi, non dallo schermo di un pc”.
Altra leva fondamentale per fare ripartire l’economia del Piemonte, per il Segretario regionale della Lega, è la logistica, “con i suoi diversi poli non in una logica di contrapposizione, ma di cooperazione e integrazione. L’anno scorso, quando eravamo al Governo, ci siamo battuti per avere infrastrutture, e anche strumenti normativi, che consentano ai diversi logistici piemontesi di essere un interlocutore diretto dei corridoi europei”.
Poi c’è la sanità piemontese, i cui conti non tornano mai: “Stiamo lavorando sull’emergenza lasciata dal centro sinistra, con casse vuote e personale allo sfinimento. Ma garantire servizi di qualità, a costi sostenibili si può, e lo faremo, ispirandoci a modelli che funzionano, come quello lombardo e quello veneto”.
Ma c’è anche Governo nazionale con cui fare i conti. “Lo scorso anno – ricorda Molinari – abbiamo obbligato Conte e i 5 Stelle a mettere risorse su infrastrutture e terzo valico, oggi il Pd asseconda in toto i deliri dei 5 Stelle, e l’economia italiana, oltre a quella piemontese, è a rischio collasso. Ilva, ad esempio, vive una situazione critica, di forte incertezza. E’ in gioco il ruolo stesso dell’Italia come potenza industriale, oltre alla nostra credibilità nazionale: di questo Governo dobbiamo liberarci prima possibile, per consentire agli italiani di esprimersi liberamente, alle urne, e di decidere da chi vogliono essere governati nei prossimi anni, e con quali priorità”.
Quando Matteo Salvini prende la parola, sul palco del Lingotto arriva un autentico boato da parte del pubblico. Il Capitano appare in grande forma (e con un look istituzionale, giacca e cravatta), e l’entusiasmo è da stadio.
“Proponiamo un centro destra forte, compatto, concreto per la guida del Paese, appena ci permetteranno di votare gli italiani potranno dire la loro, e voltare pagina”. Ma prima del voto nazionale arriveranno, nei prossimi mesi e poi anche nel 2021, importanti appuntamenti elettorali in regioni e città chiave, e il leader della Lega non ha dubbi: “Le centinaia di persone che sono fuori da questa sala, troppe per poter entrare, ci dicono, più ancora di ogni sondaggio, che siamo sulla strada giusta. Gli italiani sono con noi, e come centro destra proporremo per Torino, come per Milano, Roma, Bologna candidati di assoluta qualità, non necessariamente con in tasca una tessera di partito. E’ il momento di aprirci alla società civile, e di individuare figure che consentano alle nostre città di ripartire davvero. Torino, in particolare, ha bisogno di sì e non sempre di no, secondo lo stile dei Cinque Stelle in questi anni: no alla Tav, alle Olimpiadi, persino ai fuochi d’artifico. I torinesi sono stanchi di no: non ho nulla di personale contro la Appendino, con lei da Ministro ho lavorato bene: ma chi ha provato i 5 stelle a Torino come a Roma non vuole più riprovarli. Torino ha bisogno di sì, e di priorità che si chiamano lavoro, e poi ancora lavoro, e sicurezza”.