Giovedì 6 febbraio alle ore 17,30 la libreria Mondadori di Alessandria, in via Trotti 58, ospiterà la presentazione del libro “Walter e il partigiano Cucciolo”, a cura del Professor Bruno Soro, che ne discuterà con Grazia Gaballo e Mariano Santaniello.
Così, sulle colonne del settimanale Panorama di Novi della scorsa settimana, l’on. Mario Lovelli recensiva il volume:
“Scrive Bruno Soro di aver voluto ovviare alla propria smemoratezza da “alessandrino suo malgrado” rinnovando il ricordo di due novesi il cui percorso di vita, così diverso per motivi generazionali e anche per radici territoriali, si è incrociato, con l’intervista di Walter Delfini ad Alessandro Ravazzano “Cucciolo” nel 2001, per rendere una testimonianza comune sulle “ragioni dell’antifascismo”. Ne esce una raccolta di testi che, da un lato, recupera meritoriamente scritti e articoli destinati ad essere scovati a fatica in biblioteche, archivi storici o magari sul web, e dall’altro offre uno scorcio illuminante di storie personali che, come altre nel secolo scorso, hanno caratterizzato gli anni drammatici della seconda guerra mondiale e i decenni successivi di speranze e illusioni con il 1968 come epicentro. Cucciolo era ancora fra noi quel 25 aprile 2019 in cui Pier Maria Ferrando in Piazza Pascoli tratteggiò in modo a mio parere magistrale i caratteri “costituenti” della lotta di liberazione invitandoci a superare ogni “rimozione e autoindulgenza “sul “carattere” degli italiani, per dirla con Croce, la cui storia il fascismo ha prodotto, e a rafforzare gli anticorpi per impedire che si riproduca ancora oggi. Bene ha fatto Bruno a pubblicare quel discorso per i tanti che non hanno avuto l’opportunità di ascoltarlo. Walter non c’era già più e d’altronde non lo ricordo come uomo da cerimonie ufficiali. Semmai da manifestazioni, cortei, dibattiti, laddove ci fosse da sostenere qualche buona causa per il mondo del lavoro, per l’ambiente, per i diritti sociali e civili. Una storia di sinistra naturalmente fatta di lotte sociali sullo sfondo di una tradizione di governo locale che non si è fatta mancare divisioni e rotture. Un racconto con tante storie, tanti protagonisti e tanti antagonismi. Magari se ne potrà riparlare. Cucciolo in questa storia c’è quasi a rappresentarne le ragioni fondative, ma con lo spirito unitario, compassionevole anche verso i nemici, dei duri mesi di lotta passati sull’Appennino. Di fronte ai quali le “guerre” sportive a difesa della porta della Novese (lui terzo portiere del Torino, sì del Grande Torino!) furono un piacevole passatempo post bellico. Insieme al lavoro di autista nel trasporto scolastico dove la sua saggezza resistenziale ha accompagnato centinaia di ragazzi ad una scuola senza obblighi di divise e di tessere così distante da quella della sua infanzia. Quasi a conferma della giustezza di una scelta giovanile. Quella antifascista”.