di Graziella Zaccone Languzzi
1) Questa pagella ha la funzione di pro memoria, perché noi alessandrini (ma forse non solo noi) molte volte abbiamo la memoria corta sui fatti importanti che ci riguardano da molto vicino, come comunità. Forse anche per questo Alessandria fatica ad uscire fuori dal guado. Allora provo io a fare la mia parte. Nel febbraio 2019, esattamente un anno fa, con un documento di 45 pagine la Corte dei Conti- Sezione Regionale di Controllo dei Conti comunicava al comune di Alessandria che i conti non erano a posto. Qui troverete tutti i dettagli. Certamente una pesante eredità lasciata dal centro sinistra (quinquennio Rossa, 2012-2017), certificata dalla Corte dei Conti per 75 milioni di euro da recuperare con un rigoroso Piano di Riequilibrio ventennale. A giugno 2020 saranno tre anni dal giorno dell’insediamento della Giunta Cuttica. Allora i proponimenti e i progetti spiegati alla città in campagna elettorale parevano fattibili, c’era da intervenire pesantemente in ogni settore portato al quasi abbandono dalla Giunta uscente, che aveva “lavorato” molto sulla propaganda del dissesto già dal primo mese, nel giugno 2012. Un quinquennio tribolato, il 2012-2017, per i continui cambi di incarichi, tra cui un vicesindaco, assessori, segretari comunali, senza contare le vicende, altrettanto complicate, di alcune partecipate. Quale sia stato il prezzo pagato da Alessandria, come ente Comune e come comunità, a seguito della dichiarazione di dissesto lo sappiamo bene tutti.
Verso la fine del suo mandato, in campagna elettorale, la ex sindaca Rossa in varie interviste aveva annunciato: “Lasciamo alla città i conti in ordine, riconsegnando la cassa con 13 milioni di disponibilità e nessun anticipo di tesoreria utilizzato”. Era il 2017, ma già nel 2015 il “Sole 24 ore” pubblicava questo articolo: “Alessandria, lezioni dal crack”. Iniziava così: “la svolta è nei numeri del bilancio 2015, un bilancio ormai stabilmente riequilibrato e risanato”. Stendiamo un velo pietoso, e proseguiamo. Un anno fa la “batosta”: “Tutti da rifare i conti della Rossa”.
La magistratura contabile disponeva un nuovo e corretto ricalcolo dei risultati di amministrazione dal 2012 al 2017 del Comune di Alessandria a guida Pd-centrosinistra, evidenziando impostazioni non corrette “tali da pregiudicare la stabilità dell’ente”. Peggio di così! La giunta Cuttica, e in particolare l’assessore al Bilancio Cinzia Lumiera e il suo staff, hanno dovuto lavorare duramente per mettere a punto il Piano di Riequilibrio ventennale, per il quale ancora si attende l’approvazione defitiva di Ministero e Corte dei Conti.
Per fortuna a giugno 2019 è arrivata una buona notizia, sul fronte degli investimenti: ci è venuto in aiuto l’On. Riccardo Molinari (capogruppo alla Camera della Lega) con 20 milioni di euro stanziati da Roma per Alessandria: 10 quest’anno e 10 nel 2021, grazie ai quali si potranno fare investimenti, nonostante la situazione critica ereditata nei conti: “Molinari (Lega) su norma Salva Comuni: “20 milioni di euro per Alessandria: promessa mantenuta, non esiste solo Roma”.
L’On. Molinari ha lavorato concretamente per Alessandria, che è quello che ci aspettiamo da politici seri e preparati. Che purtroppo non abbondano.
Voto: 3
2) Questa è una notizia interessante, prendiamone nota: “L’Aipo autorizza i privati al taglio di vegetazione da fiumi e rii”. Nei primissimi giorni di gennaio l’Agenzia ha inviato una nota ai Comuni interessati perchè diffondano l’informazione sui propri siti istituzionali. Sono 99, di cui una cinquantina in provincia di Alessandria: oltre al capoluogo, i centri zona Tortona, Novi Ligure, Valenza, Acqui Terme e i paesi limitrofi nei cui territori scorrono corsi d’acqua. L’articolo è di Maria Teresa Marchese e dice che: “Dopo le alluvioni dello scorso autunno sono arrivate numerose richieste alle quali l’AIPo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, non riesce a far fronte e così ha finalmente deciso di autorizzare i privati al taglio della vegetazione che in caso di piena potrebbe causare problemi deviando i corsi d’acqua e causando esondazioni. D’ora in poi privati e aziende potranno tagliare dall’alveo di fiumi e torrenti gli alberi e la vegetazione che possono ostacolare il normale deflusso delle acque. Si potranno anche portar via eventuali rami e piante pericolanti o divelte lungo le sponde e tutto questo avverrà a costo zero perchè in base alla legge regionale numero 5 del 2012, il valore delle piante presenti nell’alveo dei corsi d’acqua, sulle sponde e nelle aree interessate dagli interventi è da considerare nullo, unica condizione è quella di presentare la domanda all’AIPo che dovrà rilasciare il nullaosta” . Fin qui tutto bene, quello che fa specie è che questa Agenzia sia sempre senza risorse, sono almeno quindici anni che sento pronunciare questa situazione e riporto la frase dell’intervista del dirigente AIPO Piemonte Orientale Gianluca Zanichelli: «Con le esigue risorse che derivano dalle economie dei lavori di manutenzione delle opere di difesa degli argini si stanno eseguendo alcuni sporadici interventi localizzati e per far fronte alle altre esigenze l’Agenzia non ha più, allo stato attuale, alcuna risorsa economica disponibile”. Costerebbe meno impegnare risorse per ripristinare danni a beni pubblici e privati e risarcire vittime? Mah!
Voto: 6
2) Segnalo questa notizia: “Alessandria: daspo a un parcheggiatore abusivo di piazzale Berlinguer. Un Daspo urbano, cioè il divieto di accesso in alcune aree di Alessandria. È un provvedimento deciso dal questore”.
Dice l’articolo: “Un ragazzo di 22 anni, nazionalità marocchina e residente in città, è stato emesso un Daspo urbano, cioè il divieto di accesso in alcune aree di Alessandria. È un provvedimento deciso dal questore. Chiedeva soldi a chi parcheggiava in piazzale Berlinguer, l’area di sosta di fronte all’ospedale che è stata più volte al centro di polemiche e segnalazioni per episodi di questo tipo. Il giovane era stato segnalato più volte al prefetto per aver esercitato abusivamente l’attività di parcheggiatore e per lui era già stata emessa intimazione d’allontanamento; ha inoltre precedenti per reati contro il patrimonio e contro l’incolumità individuale, è stato sanzionato in diverse occasioni per manifesta ubriachezza”. Ora per due mesi non potrà avvicinarsi al piazzale né alle altre zone del centro cittadino. Su altre testate giornalistiche locali ho letto 12 mesi, ma prendiamo per buono anche due mesi, domanda: ma che razza di Leggi fanno? L’individuo è sicuramente irregolare senza un nome reale etc, mi chiedo come funziona. Gli viene data una piantina della città con evidenziata parte a lui preclusa, e gli viene intimato il divieto di accesso? Con la Daspo urbana si pensa di risolvere la questione spostandola da alcuni aree cittadine, e di conseguenza ‘rifilandola’ in altre parti della città dove il soggetto troverà altri ‘compari’ con cui scontrarsi per spartirsi il territorio, e continuerà a tediare e minacciare inermi cittadini, ubriacandosi e compiendo reati contro il patrimonio e contro l’incolumità individuale? E chi assicura che l’individuo rispetti limiti e divieti? Ma figuriamoci, sono persone che non hanno nulla da perdere. Questi elementi se pericolosi andrebbero arrestati ed incarcerati, diversamente rimpatriarli subito. Siccome lo Stato non è in grado di gestire nulla, noi abbiamo un paese dove nessuno dei preposti sa quanti clandestini, irregolari veri “fantasmi”, vivono nelle nostre città, e continuano a sbarcare senza che il governo rosso/giallo faccia qualcosa. L’Italia è sempre stato un Paese “incompiuto”, e oggi sta peggiorando. Parlo delle sue Leggi astruse riferite alla sicurezza, che che creano danni invece di risolverli. La Daspo non è idonea in tale ambito.
Voto: 2