di Graziella Zaccone Languzzi
1) Sanità: il 22 novembre scorso si leggeva questa notizia: “Nuovo ospedale di Alessandria? Entro il 2024 vorrei mettere qualche pietra”. L’assessore regionale alla Sanità Icardi ha auspicato di far partire i lavori del nuovo nosocomio alessandrino entro la fine del mandato Cirio. Ciclicamente leggiamo le intenzioni da parte della Regione Piemonte di costruire un nuovo ospedale, che dovrebbe sostituire l’esistente, poi tutto finisce in gloria. Ma forse è meglio così, perché la domanda è: ma serve davvero un nuovo ospedale? Nel frattempo non sarebbe opportuno far funzionare bene quello che abbiamo? Sabato 11 gennaio mi reco in ospedale a far visita ad un parente ricoverato. Utilizzo gli ascensori del Monoblocco, su due solo uno funziona e il n.5 non dà nessun segno di vita. Salendo un signore mi dice che è un mese che l’ascensore n.5 è inattivo. Eccirisiamo! A memoria era già successo tempo fa: lo stesso ascensore si era messo in “sciopero”. Arrivo all’ingresso del reparto, e in attesa che si possa entrare (perché ci sono ancora le visite mediche in corso) il dialogo tra me e la persona con cui sono salita continua: “che vergogna che un ascensore di un ospedale al servizio di otto piani debba rimanere fermo un mese”, diciamo, ma una voce alle mie spalle precisa: “Sono 8 mesi che non funziona!”. A parlare è una signora che fa le notti in ospedale: 8 mesi..da non crederci, eppure pare sia così. Tornando al nuovo Ospedale: se ne è parlato di recente anche a RVS (Radio Voce Spazio), dove un medico ospedaliero ha spiegato che mancano i letti, ma ci sono parti della struttura non utilizzate: basterebbe metterci le mani, e ovviamente i fondi necessari.
Un nuovo ospedale ‘decentrato’ avrebbe enormi costi di realizzazione, e genererebbe grande scomodità ai tanti anziani che vivono in città. Sarebbe molto più utile ripristinare i reparti “disattivati” per “accorpamenti” e “riorganizzazioni” nelle strutture ospedaliere ASL/AL della provincia, in modo che i residenti possano usufruire dei propri ospedali senza essere sballottati a destra e a manca. Non dimentichiamo tutti i tagli e il depotenziamento di reparti di tali strutture ospedaliere ad opera dell’ex Giunta Chiamparino e il tentativo di accorpare ASO e ASL/AL, criticato da più parti. Sulla sanità piemontese cito un articolo che avevo archiviato ad un mese dal cambio di Giunta regionale: “Piemonte. Icardi incontra i Dg delle Asl: “I conti vanno male, serve una potente sterzata”.
Si parla del profondo rosso per la sanità piemontese. La parola d’ordine di Icardi è risparmiare perché non basta essere usciti dal Piano di rientro: si rischia un nuovo buco da oltre 450 milioni di euro. Altro che nuovo ospedale….
Voto: 4
2) Ai gravi fenomeni di vandalismo e di furti ai danni di negozi ed esercizi commerciali delcentro cittadino di Alessandria e non solo. Il bisettimanale Il Piccolo di martedì 14 gennaio ha dedicato due pagine (6/7) a quanto sta accadendo in città. Cito due parti significative. Il primo titolo: «Spavaldi, organizzati e sprezzanti del pericolo, la città sotto scacco” (a firma Paolo Livraghi). Un uomo è stato attaccato da un gruppo di ragazzini in piazza della Libertà. L’aggredito racconta: “Sono stato vittima di un vero e proprio raid ad opera di una baby gang. Non ho riportato conseguenze fisiche, ma non potrò dimenticare l’atteggiamento di quello che è un branco a tutti gli effetti, spavaldo, organizzato, sprezzante del pericolo da un gruppo di ragazzi, tutti molto giovani. Mi chiedo se Alessandria sia ancora sicura”. Il secondo titolo: “Chi sarà il prossimo? Serpeggiano malcontento e paura” (a firma Giordano Panaro). Sono i commercianti del centro che manifestano paura per gli innumerevoli episodi di vandalismo. Lamentano che dopo una certa ora le vie si svuotano diventando terra di nessuno e dichiarano che è meglio lavorare al Cristo perché ci sono “meno brutti ceffi”. Qui mi fermo perché lo scopo di questa pagella va in altra direzione e riporto questa notizia: “Buzzi Langhi dopo incontro del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica: Non sono solo ‘bravate’ di ragazzini: serve massima fermezza”.
Il Vicesindaco Davide Buzzi Langhi dichiara: “Ciò che è emerso dall’incontro e che già si può dire, pur nel pieno rispetto delle indagini in corso, è che non si è trattato di semplici “bravate”, bensì di furti e reati compiuti da alcuni soggetti il cui comportamento non lascia dubbi”. Pongo la mia solita domanda: perché Alessandria non può usufruire per qualche mese di “Operazione strade sicure” che prevede la possibilità di impiego di personale militare appartenente alle Forze Armate per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione e controllo di un territorio? L’intervento del personale militare fu chiesto a giugno 2016 dall’ex sindaco Rita Rossa e con giuste ragioni: “Emergenza sicurezza ad Alessandria, il sindaco Rossa chiede l’intervento dell’esercito. Scriverà al prefetto Tafuri: “Non si può andare avanti così con la microcriminalità quotidiana, le comunità non reggono. Bisogna intervenire subito, anche inviando reparti dell’esercito se necessario”. Per la cronaca il Prefetto dell’epoca negò tale possibilità, perché a suo avviso l’ insicurezza era solo “percepita”. Oggi i vertici in Prefettura sono cambiati, e varrebbe la pena provare a riaprire il discorso sia con il Prefetto Apruzzese che con il Viceprefetto vicario Ponta.
Voto: 2
3) Una tassa di scopo istituita dal Comune di Acqui Terme per racimolare le risorse che servono a rimettere in sesto sei strade martoriate dalle alluvioni dello scorso autunno. La notizia è dello scorso 8 gennaio: “Ad Acqui Terme l’addizionale Imu da negozi e seconde case per aggiustare le strade In tre anni 600 mila euro. Il Comune: se arriveranno altri fondi, restituiremo i soldi”.
Già il titolo dice tutto: un nuovo balzello sulle attività commerciali etc., che va ad aggiungersi, in un contesto di crisi, a pesanti tasse e burocrazia annuale che le attività subiscono. Si è pensato bene di colpire pure le seconde case, che pagano già l’IMU, bollette di energia pesanti anche quando i contatori sono chiusi e la TARSU anche se nei lunghi periodi di inutilizzo non viene prodotto rifiuto. Tale tassa, detta “di scopo”, si potrà pagare in due rate, con scadenza il 16 giugno e il 16 dicembre, oppure in una soluzione unica a giugno. Ora facciamo un passo indietro. Durante e dopo il maltempo a visionare la situazione e i danni sono arrivati tutti, il capo del governo Conte, il capo del dipartimento di Protezione Civile Borrelli, la ministra De Micheli, il governatore della Regione Piemonte Cirio.
Tutti hanno promesso che i cittadini alluvionati non sarebbero stati lasciati soli, e che sarebbero arrivate ‘barcate’ di euro per poter ricostruire. E’ mancata solo la presenza fisica di Mattarella e del Papa, ma ricordo che pure loro hanno comunicato attraverso gli organi di informazione la vicinanza, la solidarietà ai territori e alle popolazioni colpite. E ora? Scopriamo che l’amministrazione comunale acquese ha deciso di cominciare a fare da sola, mettendo le mani nelle tasche dei cittadini. Bella roba!
Roma ha promesso fondi e Roma quei fondi li deve inviare, perché è dovere di uno Stato civile provvedere a fronte di simili calamità naturali! Che taglino sulle spese futili semnai, e l’elenco a mio pensare è lungo. Non è corretto gravare con nuovi balzelli i cittadini: battere i pugni e pretendere ciò che è stato promesso solennemente di fronte a telecamere e giornalisti, questo è ciò che deve fare un sindaco per la sua città. Pro memoria di ciò che scrissi dopo aver ascoltato le promesse di chi ha le redini del paese: “Strade e frane: Roma ci aiuterà?”.
Scrissi vedremo … a questo punto potrei scrivere: passata la festa gabbato lo Santo? La decisione di Acqui non promette nulla di buono.
Voto: 2