di Ettore Grassano
“Ho cominciato il 2020 senza auto. In città mi sposto soltanto a piedi, e mi rendo ancor più conto di quanto sia bella Alessandria”. Emanuele Locci, dal 2017 presidente del consiglio comunale, e da molto prima esponente di primo piano della destra alessandrina, ci accoglie nel suo ufficio al piano nobile di Palazzo Rosso con buoni propositi, salutisti prima ancora che ecologisti: “camminare fa bene, ci si mantiene in forma, e consente di riflettere, e di guardarsi attorno con maggior attenzione”.
Ma Locci ‘uomo delle istituzioni’ ha completamente ‘archiviato’ la figura dell’oppositore incalzante, che per anni ha ‘tenuto in scacco’ l’allora maggioranza di centro sinistra, portando qualche suo esponente ad un passo dall’esasperazione? E che ruolo gioca, oggi, il consiglio comunale ad Alessandria, rispetto alla giunta, ma soprattutto nei confronti dei cittadini?
Cerchiamo di scoprirlo in questa chiacchierata, che va ad indagare anche l’attuale posizionamento politico di Locci, fondatore e leader della lista civica Alessandria Migliore.
Presidente Locci, partiamo dal consiglio comunale: davvero oggi ha perso centralità? Quale bilancio fa lei del biennio che abbiamo alle spalle?
A me pare che si siano fatti passi in avanti importanti, sia sul fronte dell’attività e dei compiti del consiglio, che su quello della comunicazione. Fino al 2017, e me lo ricordo benissimo avendo vissuto il problema personalmente, come consigliere di opposizione, quasi sempre i documenti fondamentali arrivavano in consiglio per l’approvazione in extremis, il che significava per forza di cose maratone notturne per analizzarli, oppure voto, a favore o contro, ‘a scatola chiusa’. Mi pare di essere riuscito, in questi primi 30 mesi di attività, a recuperare la centralità del consiglio, almeno sul fronte dei tempi disponibili per l’analisi dei documenti. Mentre sul fronte della trasparenza siamo tornati ad avere la diretta streaming delle sedute del consiglio, a disposizione di tutti i cittadini interessati. Ma ho anche ottenuto che i gruppi consiliari possano accedere tramite credenziali on line alle determine dirigenziali, il che agevola notevolmente il lavoro dei consiglieri.
Rapporti con il sindaco Cuttica?
Ottimi non solo sul piano personale e umano, ma istituzionale. Tendo a distinguere i due piani, perché credo sia giusto. In ogni caso con il sindaco c’è un rapporto di fiducia e di confronto costante: credo lo dimostri anche la forte collaborazione che abbiamo messo in campo sin qui, e che consolideremo ulteriormente, sul fronte delle relazioni internazionali, con le città con cui esistono gemellaggi ufficiali, e con altre con cui comunque Alessandria sta costruendo percorsi di vicinanza. Mi interessa sottolineare un altro aspetto rilevante: sindaco e consiglio comunale sono i due organi elettivi, scelti dai cittadini.
Come a dire che la giunta invece….su quel fronte ci sono problemi?
I rapporti tra consiglio e giunta sono un po’ meno idilliaci, diciamo che c’è ampio spazio di miglioramento. Lo dico facendomi portavoce di un sentimento diffuso tra non pochi consiglieri, non solo di opposizione ma anche di maggioranza. Non credo si tratti sempre di scelte deliberate di boicottaggio, anzi credo quasi mai: semplicemente forse alcuni assessori/e che non hanno avuto precedenti esperienze in consiglio, e neppure come amministratori locali, mancano un po’ di sensibilità da questo punto di vista, ossia non si rendono sempre conto che i consiglieri sono i rappresentanti dei cittadini, e vanno quindi sempre coinvolti, e tenuti aggiornati con trasparenza. Ci lavoreremo.
Locci uomo delle istituzioni, e Locci politico: non le manca un po’ la dimensione del ‘paladino dei cittadini’ a cui ci abituò fino al 2017?
Chi segue il consiglio comunale sa bene come cerco di regolarmi: quando rivesto i panni del Presidente, mi attengo in maniera rigorosa ai regolamenti, e mi pare di difendere sempre le prerogative di tutti: maggioranza e opposizione. Quando devo assumere posizioni personali, come consigliere e capogruppo della mia lista civica, Alessandria Migliore, mi colloco anche fisicamente tra i banchi del consiglio, e lascio il ruolo di arbitro al vice Presidente. Quanto al ruolo di ‘paladino’ dei cittadini, continuo a sentirmi tale. Sono a Palazzo Rosso per volontà di migliaia di alessandrini, e a loro rispondo, oltre che alla mia coscienza. Il fatto di appartenere ad una lista civica, e non ad un partito, mi rende ancora più uomo libero. Libero di essere d’accordo con la maggioranza, ma anche di dissentire e incalzare quando serve. E devo riconoscere alla giunta un merito: in più di un’occasione, nel tempo, i suoi esponenti hanno riconosciuto la bontà delle mie posizioni, e anche modificato determinate scelte.
Esempi concreti, per farci capire?
Diversi, ma ne cito due. Caso Aral: non ho condiviso i primi due atti della giunta relativi all’azienda di lavorazione e smaltimento rifiuti, e l’ho dichiarato senza mezze misure. Ero convinto che ci fossero non poche irregolarità nella gestione, e il terzo atto della giunta è andato poi nella direzione che auspicavo: oggi, grazie al percorso intrapreso con il concordato, Aral appare come una realtà risanata, di nuovo in grado di camminare con le proprie gambe. Secondo esempio, i bilanci del nostro comune. Non li ho mai votati, ne con questa ne con la precedente amministrazione, e ho sempre chiesto che fossero messi sotto osservazione, da quando ci siamo insediati, se necessario anche con Commissione ad hoc. Ho sempre temuto, dall’analisi di alcune criticità, che ci sarebbero state sorprese, e così purtroppo è stato. Ora siamo in attesa dell’approvazione del piano di riequilibrio, e speriamo anche di ispettori del Mef, come è stato chiesto: non per commissariarci, ma per verificare la buona fede del percorso di vero risanamento che è stato intrapreso.
Un Locci uomo delle istituzioni dunque, ma anche di lotta?
Sono uno solo, e sempre quello: uomo libero, e dalla parte dei cittadini. Non sono una persona che può tacere se vede qualcosa che non funziona: non sto a chiedermi a chi giova, e neppure se giova a me fare certe segnalazioni o osservazioni. Vanno fatte, per correttezza e trasparenza. Punto.
Alessandria Migliore esiste ancora, sul territorio?
Assolutamente sì, sempre più ramificata e radicata, e non solo sulla carta. Abbiamo una sede in via Guasco, ma soprattutto lavoriamo tra la gente, ascoltando e stimolando risposte da parte del palazzo. Attenzione: siamo associazione di cittadini, non partito. Si può essere iscritti ad Alessandria Migliore, e ad un partito. E viceversa: hanno aderito anche due consiglieri comunali, il capogruppo di Fratelli d’Italia Piero Castellano e Carmine Passalacqua, di Forza Italia, presidente della commissione Cultura qui a Palazzo Rosso.
Prove di costituzione di un nuovo gruppo consiliare, presidente Locci?
(sorride, ndr) No, non è all’ordine del giorno. Semmai Alessandria Migliore cerca di essere un ponte fra i diversi partiti. Ovviamente di centro destra, poiché quella è la famiglia di origine mia e degli altri fondatori.
Lei è stato esponente di rilievo di Fratelli d’Italia, e gode di ottimi rapporti anche extra alessandrini in quel mondo: non ha voglia di rientro?
I rapporti sono eccellenti anche su scala locale, a cominciare dal dialogo costante con Federico Riboldi, sindaco di Casale Monferrato e segretario provinciale di Fdi. Certamente non nascondo le mie ottime relazioni con Giorgia Meloni, e con altri esponenti nazionali, con una particolare attenzione per le isole, Sardegna e Sicilia. Nei mesi scorsi sono stato invitato dal sindaco di Catania, Salvo Pugliese, ad un convegno, in cui ho tenuto una relazione sul funzionamento degli enti locali. Gli altri relatori si chiamavano Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Francesco Lollobrigida: tanto per fare qualche nome.
La prossima scadenza elettorale, a meno di voto anticipato oggi non prevedibile, saranno le comunali del 2022: lei ci sarà?
La politica per me è passione profonda, quindi non penso certamente di ritirarmi. Altro al momento sarebbe davvero prematuro aggiungere, mancando proprio elementi fondamentali dello scenario.