di Graziella Languzzi Zaccone
1) Cittadella: l’On. Renzo Penna (Città Futura) comunica che: “Soprintendente via da Cittadella? Occasione persa”.
Nell’articolo Penna parla di un’altra occasione persa, e sottolinea che dopo l’impegno del ministro Dario Franceschini di tre anni fa, ora si rischia di vanificare i risultati conseguiti. Nel proseguo Penna aggiunge che durante l’amministrazione Rossa, il ministro dei Beni e le Attività Culturali, Franceschini, nel marzo 2016, visitò il complesso, e convinse il governo di allora a investire una cifra significativa (25 milioni di Euro) per primi interventi di messa in sicurezza e ristrutturazione della struttura. Penna denuncia pure il trasferimento del Soprintendente alle Belle Arti e al Paesaggio che da pochi mesi si era insediato nella Cittadella per seguire le province di Alessandria, Asti e Cuneo. Qui mi fermo e chi vuole approfondire, e mi allineo alla domanda che ha postato su Facebook il Consigliere comunale di minoranza Michelangelo Serra (5 Stelle): “Dei famosi 25 milioni non se ne è saputo piu’ nulla. Ora che Franceschini è di nuovo al Mibact speriamo se ne riparli. Sarebbero stati utili per rifare tutti i tetti della Cittadella prima dei prevedibili crolli che ci aspettano. Per ora si sa solo di soprintendenti che arrivano e dopo pochi mesi scappano” . Lo chiedo anch’io: “che ne è dei 25 milioni di Euro promessi? E che ne è dei 9 milioni aggiuntivi da parte della Regione Piemonte che insieme costituiscono un fondo di 34 milioni?”. Dal marzo 2016 sono disponibili? Chi li tiene nel forziere, Roma o la Regione? Oppure era una boutade elettorale per le vicine amministrative a favore della Rossa? Penna parla di rischio di vanificare i risultati conseguiti e ricacciare la Cittadella nella dimenticanza e oblio e qui pongo altra domanda: in tre anni quali sono i reali risultati conseguiti, sempre ci siano stati? A corona un’altra notizia: “Fai denuncia altro affronto alla Cittadella: “Rubato portoncino. Fermiamo questo degrado – Nuova azione vandalica ai danni dell’ex fortezza militare di Alessandria”.
Ebbè, diciamocela tutta, a quanto pare è iniziata la spoliazione sistematica di tale bene, ci vorrà molto tempo perché la Cittadella è tanta, alla fine però diverrà un rudere pure pericoloso come il castello di Casalbagliano. Nel frattempo il denaro ad essa destinato, sempre che sia reale e non virtuale, per chi e per cosa altro viene usato?
Voto: 2
2) Alla burocrazia. Siamo un popolo oppresso dalla dittatura della burocrazia, e questa vicenda lo sottolinea. Ma andiamo per ordine. Il 25 dicembre, giorno di Natale, accadeva questo: “Rione Cristo senz’acqua a Natale: situazione risolta a Santo Stefano. Amag Reti idriche non può intervenire senza le dovute autorizzazioni. Per questo i tempi si sono allungati”.L’articolo inizia così: «Buon giorno e auguri a tutti, che bello alzarsi, volersi fare una doccia ed avere un filo d’acqua che esce dai rubinetti ovviamente fredda perché la pressione è poca e non parte la caldaia….”. Con questo messaggio uno dei cittadini del quartiere Cristo, zona Scuola di polizia, ha innescato una discussione sulla mancanza d’acqua la mattina di Natale nel rione. Nello stesso tempo su Facebook diversi cittadini hanno segnalato problemi di pressione in via Maria Bensi, in via Terracina, zona scuola di polizia e anche in alcune case di Cantalupo. Letta questa notizia mi è venuto un brivido al pensiero che accadesse pure a me io che ho sempre le mani sotto il rubinetto soprattutto nel giorno come Natale quando molte di noi sono alle prese nel preparare il pranzo più importante dell’anno e attende ospiti.
Qui viene il bello, ossia le motivazioni: faccio un sunto. A ridurre la pressione dell’acqua è un guasto già noto, lungo una delle due principali tubature che portano l’acqua al Cristo. Amag Reti Idriche ha già predisposto il progetto per l’intervento ma ha ‘le mani legate”: non può intervenire subito e autonomamente, c’è un iter burocratico da rispettare che sta allungando i tempi per l’avvio del cantiere. Il guasto è localizzato in un‘area molto vicina alla ferrovia che viene definita una “fascia di rispetto” che impone procedure più lunghe: per protocollo burocratico, l’AMAG ha dovuto inviare i progetti in sette copie cartacee, che devono ovviamente passare ed essere validate da altrettanti uffici e sta attendendo “il via libera” da Rete Ferrovie Italiane per risolvere definitivamente il problema. Cavoli si tratta di acqua, un bene essenziale, e Rfi rispetta i tempi imposti della burocrazia prendendosela comoda? In Italia si muore di burocrazia, che è la peggiore d’Europa. Adempimenti troppo onerosi, incomunicabilità, i tempi e costi provocati dalla burocrazia sono diventati una patologia. Per il sistema paese è necessaria una macchina statale che funzioni bene, un servizio pubblico efficiente in cui le decisioni andrebbero prese senza ritardi e con la certezza della durata delle procedure, solo una grande riforma della pubblica amministrazione può liberare il cittadino dalla dittatura della burocrazia che tiene sotto il proprio controllo anche la politica. Ma che paese è diventato questo?
Voto: 2
3) Via libera alla circolazione dei monopattini elettrici, dal primo gennaio 2020 in tutta Italia con le regole previste per le biciclette, quindi senza assicurazione, casco e libretto di circolazione.
La nuova norma è contenuta nella Legge di Bilancio ed è entrata in vigore il primo gennaio, sostituendo il precedente Decreto Toninelli, emanato dall’ex ministro dei Trasporti, che limitava molto la circolazione dei mezzi cosiddetti “di micromobilità”, come appunto i monopattini elettrici. Il vecchio e criticato decreto, che lasciava i comuni autonomi nella modalità di applicazione delle norme.…e forse il Decreto Toninelli era più sensato, se non altro chi utilizzava tali mezzo doveva rispettare alcune regole di sicurezza per se stesso e per gli altri. Ho la netta impressione che questo Governo non abbia idea di ciò che fa. Parliamo di sicurezza stradale: per iniziare ci dovrebbero essere regole comportamentali e di copertura assicurativa anche chi utilizza le biciclette elettriche e no, e soprattutto vietare la circolazione in senso contrario. Tornando ai monopattini elettrici, nel 2019 a Torino e Milano e in alcune altre città con il Decreto Toninelli molte le multe e il ritiro del mezzo per utilizzo inappropriato, guida contromano senza curarsi dei pedoni, ciclisti, auto e la domanda è questa: in caso di danni fisici a persone o a mezzi in movimento incolpevoli, chi risarcisce il danno procurato? Sicuramente sarà il malcapitato “cornuto e pure mazziato” dalla follia di una Legge buttata lì alla leggera per “accontentare” chi la vuole facile senza valutare le eventuali conseguenze, come il Comune di Milano. Parliamo di inquinamento: eggià la cosa fa sorridere e mi aspetto i soliti attacchi! Leggete questo articolo: “Quanto inquinano i monopattini elettrici: se si tiene conto delle emissioni necessarie per produrli, trasportarli e ricaricarli a volte sono peggio di un autobus”.
E’ uno studio dell’Università Statale del North Carolina, se si considerano questi fattori i monopattini elettrici sono meno ecologici dei mezzi di trasporto che le persone userebbero al loro posto. I nostri parlamentari che hanno votato la manovra accettandone ogni cavolata, hanno nulla da dire? O per loro basta restare in groppa “va tutto ben madama la marchesa”?
Voto: 2