di Dario B. Caruso
Erano gli anni Settanta.
Nei cinema – allora frequentati assiduamente dal pubblico di tutte le età – imperversava una coppia di attori che le suonava di santa ragione ai prepotenti, come supereroi della porta accanto.
Terence Hill e Bud Spencer non avevano poteri soprannaturali né tutine attillate e raggi laser; erano normodotati, armati da un forte senso di giustizia ed una notevole dose di spregiudicata sfacciataggine.
Erano esattamente quello che tutti noi adolescenti di allora ambivamo fossero i nostri padri ed essere noi da grandi.
Gli oratori e le sale cinematografiche parrocchiali ogni anno programmavano botte da orbi senza che alcun parroco o genitore si lamentasse per eccesso di violenza.
Era normale ridere tutti insieme di quelle risse plateali e dichiaratamente fasulle.
In questi giorni le immagini di Papa Francesco strattonato da una fedele orientale fanno il giro del mondo, non tanto per l’atto in sé quanto per la reazione istintiva e subitanea del pontefice.
Il filmato – passato alla VAR da centinaia di network e analizzato da milioni di esperti – mostra un uomo di età avanzata preso alla sprovvista che risponde con altrettanta veemenza ad un gesto violento, inaspettato e convulso. La smorfia del volto – anche questa sezionata al millesimo di secondo per leggere il pensiero del celebre malcapitato – rappresenta il fastidio di chiunque di noi trattenuto in mezzo ad una folla.
Nelle ore successive al fattaccio, hanno spadroneggiato sui social videogiochi che si ispirano all’episodio e parodie di politici. Indice chiarissimo di mancanza di idee e di argomenti per cui, dovendo fare notizia, tanto vale farla senza fatica e per un pubblico di idioti.
Papa Francesco ha dimostrato come porgere l’altra guancia stia a significare chiedere scusa, sbagliare e riparare.
Se tutti fossimo in grado di porgere l’altra guancia saremmo padri migliori e gli adolescenti di oggi avrebbero non uno ma milioni di esempi da emulare.