Venerdì 29 novembre alle ore 18,00 nel Salone di Rappresentanza della Basile, in via Tortona n. 71, Alessandria si terrà la presentazione del libro a cura di Valter COTTI COMETTI “Sulle cime dell’Adamello. La guerra 1915-1918”.
Modera Fabrizio PRIANO Presidente dell’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di idee, che commenta: “Con il libro di Valter Cotti Cometti, medico cardiologo, alpino e scrittore, dal titolo «Sulle cime dell’Adamello. La guerra 1915-1918», si torna a parlare dell’Adamello.
Un nuovo appuntamento sul “secolo breve” raccontando una pagina dolorosa della prima guerra mondiale che ha visto morire centinaia di soldati tra il ghiaccio dell’Adamello. Una ricerca storica e umana, un ricordo affranto e solidale in memoria di tutti quei soldati affinché il loro sacrificio serve da monito alle generazioni future”.
Valter COTTI COMETTI
È nato il 3 maggio del 1963 in val Camonica, a Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia .
Nel 1989 si laurea con lode in medicina e chirurgia presso l’Università
degli Studi di Brescia.
Nel 1991 consegue il Perfezionamento Professionale in Neurologia
presso la Clinica Neurologica dell’Università di Brescia.
Dal 1992 presta servizio presso l’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale di Valle Camonica.
Dal 2008 è Vice Direttore dell’Unità Operativa e l’anno dopo diventa Dirigente responsabile dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica.
Nel 1995 si specializza in Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Milano.
Dal 1991 al 1996 è docente presso la Scuola per Infermieri Professionali “Paola di Rosa” di Brescia. Dal 1998 al 2007 è docente del corso Malattie dell’Apparato Cardiovascolare nel corso di Laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Brescia.
E’ autore/coautore di dieci pubblicazioni scientifiche a valenza nazionale ed internazionale.
Dall’aprile 1994 all’aprile 2004, per due mandati, presiede il Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza “Giovannina Rizzieri” di Piamborno.
Dal 1996 al 2003 è Direttore Sanitario della Residenza Sanitario Assistenziale per Anziani di Pisogne.
Dal 1997 al 2000 è Direttore Sanitario della Residenza Sanitario Assistenziale per Anziani di Bienno.
Dal 1999 al 2004 è Vice Presidente dell’Unione Provinciale Istituti Autonomi della provincia di Brescia.
Dal 2009 è socio del Rotary Club Lovere-Iseo-Breno insignito del titolo Paul Harris Fellow, è l’attuale Presidente del Club.
Dall’ottobre 2012 è Delegato bresciano dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon; dal 2014 è Guardia d’Onore Scelta.
È membro della Consulta dei Senatori del Regno.
È Cavaliere dell’Ordine Militare e Religioso dei Santi Maurizio e Lazzaro.
È Cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
È insignito delle medaglie di bronzo e d’argento di benemerenza del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Nel 2013 è stato insignito della medaglia di benemerenza Sachsischen Fluthelfer-Orden (Ordine Sassone del Soccorso nell’Alluvione).
E’ socio perpetuo della Società Solferino e San Martino.
Alpino, vice capogruppo dell’Ana di Fiume in esilio e socio dell’Unione monarchica italiana.
È un appassionato cultore della storia della sua terra.
“SULLE CIME DELL’ADAMELLO. LA GUERRA 1915-1918”
Non per aggiungere pagine alle tante già scritte sull’epopea tragica e valorosa della Grande Guerra che cent’anni fa sconvolse il mondo, ma perché anche all’ultimo dei comuni mortali non è permesso di chiamarsi fuori dalla storia, perché chiunque deve offrire a figli e nipoti, amici e lettori «briciole di sapere con cui alimentare la memoria storica della nostra Patria e fare in modo che ciascuno diventi portatore dei valori irrinunciabili di pace e libertà». Valter Cotti Cometti, cardiologo stimato, responsabile dell’Unità cardiologica dell’ospedale di Valle Camonica, è un alpino convinto e generoso, appassionato cultore e sostenitore del tanto di buono che il passato ha consegnato al presente. CON LA PAZIENZA del certosino e la precisione del chirurgo, ha raccolto pensieri, foto, memorie, manifesti, cartoline, ritagli di giornale, copertine della mitica «Domenica del Corriere», volti di persone e visioni di paesaggi che il tempo ha sbiadito ma non ancora cancellato e li ha fatti diventare un libro – «Sulle cime dell’Adamello: la guerra 1915-1918», edizione a cura del Rotary Club Lovere Iseo Breno – buono per il vecchio che cerca le sue radici, ma soprattutto per il giovane che affacciandosi alla vita ha il diritto di sapere che cosa è avvenuto in quegli anni di «guerra cruenta» e di conoscere coloro che per garantire dignità alla Patria hanno scarificato la loro gioventù. «Ha fatto bene l’autore a elaborare una sintesi storica, geografica, umana e militare di tutto quello che è successo alle proibitive quote delle principali cime del gruppo Adamello» scrive Gian Mario Martinazzoli nella prefazione. Nella premessa, l’autore fa memoria di chi è andato avanti avendo il cruccio di non vedere «la sua Italia Unita e libera» e dice che «in mezzo alla neve che risucchiava i passi affaticati dei soldati si aprì un capitolo nuovo della storia», quello che dall’orrore trovava la forza per ribadire «il ripudio della guerra», perché proprio in quel «mai più la guerra» vi è racchiuso «il principio fondante di ogni società civile: la promozione della pace». Questo anelito, ha aggiunto Valter Cotti Cometti, attuale presidente di questo Rotary, «è la missione da compiere per tutti i rotariani, un impegno da onorare ogni giorno, perché nessuno dei morti, in Adamello come ovunque la guerra abbia fatto sentire il suo lugubre rombo, è morto invano. Ognuno di loro, infatti, ha dato generosamente la sua vita alla Patria, non per timore di pena o speranza di ricompensa, ma perché l’Italia fosse unita e libera». Per Alberto Rizzi, past president del Club Sebino Camuno, il libro vuole essere un ulteriore incentivo a «conservare la memoria per vivere meglio il presente e progettare in modo più consapevole il futuro».
L’agile volume – 142 pagine ricche fotografie storiche – mentre si chiude l’anno centenario, dice che «Sulle cime dell’Adamello» ci sono brandelli di storia che appartengono a chiunque.“
Luciano Costa