Uno studio sugli acquiferi profondi dai grandi dubbi e profonde incertezze, in approvazione in Conferenza d’Ambito dell’Ato6, allerta il Comune di Acqui Terme. Il 22 novembre 2019, infatti, i rappresentanti dei Comuni e delle Unioni Montane saranno chiamati a votare l’approvazione di questo studio, che secondo i consulenti della città termale risulta incerto in quanto presenta carenze metodologiche e dati limitati a causa di un’insufficienza di fondi.
Il sindaco Lorenzo Lucchini ha invitato tutti i rappresentanti dell’Ato6 a sospendere l’iter di approvazione dello studio, chiedendo lo stanziamento di nuovi fondi necessari per un’indagine di serio approfondimento.
Lo studio, secondo i consulenti, presenta numerose carenze metodologiche, in particolar modo in merito all’applicazione non coerente di alcuni criteri utilizzati per individuare le aree di ricarica e alla scelta discrezionale di valori che conducono a risultati non conservativi per la protezione delle risorse idriche profonde. Inoltre, i fondi limitati hanno determinato una insufficienza di dati per delineare in maniera corretta il limite delle aree di ricarica. Tali elementi pongono lo studio in contrasto con il principio di precauzione che prevederebbe, soprattutto per risorse così importanti per l’approvvigionamento idropotabile, un approccio il più possibile cautelativo.
«Ho chiesto – dichiara il sindaco di Acqui Terme, Lorenzo Lucchini – a tutti i Comuni di sospendere l’approvazione di questo studio. Le conseguenze di una eventuale approvazione senza gli approfondimenti e le correzioni metodologiche sarebbero gravissime per tutto il nostro territorio. Sono rimasto esterrefatto che le nostre osservazioni non siano state prese in considerazione: non possiamo permettere che questo studio venga approvato perché non tiene in considerazione i dubbi dei nostri consulenti e soprattutto si trasmetterebbe in Regione Piemonte uno studio su dati limitatissimi. Ci sono incertezze che possono essere ridotte effettuando approfondite campagne di indagine. Sarebbe gravissimo non cautelarsi quando si parla di una risorsa indispensabile alla vita umana».