di Graziella Zaccone Languzzi
1) A Giovanni Maccarino, Vigile del Fuoco di Alessandria che al funerale dei tre colleghi, Marco, Matteo, Antonino, si è rivolto faccia a faccia al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con questa frase: “Non siamo eroi, siamo di carne e ossa e viviamo con stipendi da fame, non abbiamo nulla che ci possa tutelare”.
Maccarino non gliele ha mandate a dire, limitandosi al silenzio in riverenza delle autorità dello Stato: purtroppo temo che il suo sfogo non abbia ‘scalfito’ minimamente testa e cuore del capo del Governo. E’ inaccettabile ciò che è accaduto, ma ora a bocce ferme desidero dire ciò che penso. Trovo poco credibile ogni manifestazione ed espressione di vicinanza e di cordoglio da parte di alte cariche dello Stato, partecipazioni solo di routine. Se Mattarella e altri fossero veramente addolorati quando accadono queste tragedie e avessero a cuore gli uomini che lavorano per lo Stato sempre in prima linea dovrebbero occuparsi seriamente di fornire tutele, garanzie ed un giusto riconoscimento economico per il pericoloso compito e servizio che svolgono i Vigili del Fuoco. Nei giorni scorsi ho scoperto che il cittadino non conosce come lo Stato tratta questi eroi, quindi consiglio di vedere ed ascoltare il contenuto di quanto segue: “Vigili del Fuoco, eroi senza assistenza” . Altro esempio, le mani ustionate dei Vigili del Fuoco che non sono assicurati dall’Inail, (foto diffusa dal sindacato UBS): “Primi nel soccorso, ultimi nei diritti”. Queste mani ustionate, con la pelle lacera e annerita, sono quelle di un vigile del fuoco dopo un intervento”. Questo articolo lo dovrebbero leggere i signori politici a cui chiedo “fate qualcosa”: “Cure sanitarie e tutele dei Vigili del Fuoco in caso di infortunio sul lavoro: perplessità sull’ esclusione dall’assicurazione generale per infortuni e malattie professionali”. Concludo con questo editoriale di Alberto Marello (Direttore de Il Piccolo) “Si spegneranno i riflettori. Poi il bastardo silenzio”. Vero! A Roma si preoccuperanno solo della loro “pancia”, potere e cadrega, e questa mia opinione non è un luogo comune!
Voto: 10
2) Un caloroso benvenuto al nuovo Comitato spontaneo di cittadini denominato “Pro Gavi”, costituitosi dopo gli ennesimi e gravi danni subiti dalla cittadina del basso Piemonte e dalla sua comunità nell’ultima ondata di maltempo. Nel nostro paese e nelle nostre realtà urbane, comuni cittadini stanchi di subire i ritardi e il fare poco o niente dopo ogni calamità si sentono costretti ad aggregarsi, diventando un nuovo soggetto di democrazia urbana. Abitualmente sono considerati dai politici e dai burocrati portatori di pericoloso localismo, ma non è così. Un Comitato spontaneo, per giunta apartitico, è composto da cittadini comuni di ogni età e classe sociale, insomma da chiunque intende fare qualcosa dedicando tempo e spese personali per una giusta causa. Al di fuori dalla politica dei partiti senza per forza esserne avversari, ma collaborando con le Istituzioni per risolvere i problemi.
Il massimo voto che assegno al Comitato “Pro Gavi” è di solidarietà, ispirato da un articolo pubblicato su La Stampa del 10 novembre a firma Giampiero Carbone: “Gavi, la Cri rifiuta la sala al Comitato alluvionati. Riunione sotto i portici”. Questa particolare vicenda si riferisce ad una richiesta di Mario Priano, cittadino residente a Gavi, di poter utilizzare la sala della locale Cri, che da quel che si legge nell’articolo viene concessa a tutti, per una assemblea costitutiva allo scopo di far nascere un Comitato di alluvionati denominato “Pro Gavi”. Sala della Cri prima concessa, poi annullata con questa motivazione: “Il comitato non può usare lo spazio poiché si tratta di una roba politica”. Di fronte a questa “scusante” rimango allibita, visto che dalla grande alluvione del ’94 faccio parte di Comitati e ne ho costituiti pure in alcune località italiane in occasione di altre alluvioni. Noi componenti, ci tengo precisare apartitici, siamo sempre stati rispettati e appoggiati da parrocchie ed enti, e sempre ci è stato concesso di utilizzare spazi di incontro messi generosamente a disposizione gratuita. Nessuno ci ha mai discriminati e definiti “roba politica”. La nascita di un Comitato locale significa insoddisfazione rispetto a chi è preposto alla messa in sicurezza e manutenzione di quel territorio. I cittadini stanchi di promesse disattese, e di subire non una ma più volte danni materiali e problemi alla salute, si auto organizzano. A Gavi si sono ripetuti gli stessi scenari del 2014: “Il maltempo fa paura a Gavi: esondato il Neirone, impraticabile la provinciale Serravalle-Gavi in Valle”.
Di fronte a certe situazioni, i cittadini gaviesi hanno fatto bene a perdere la pazienza e a costituirsi in Comitato, tale raggruppamento avrà modo di far sentire più forte la propria voce per la tutela del proprio territorio, città, infrastrutture pubbliche e private, beni personali, e non da ultimo la propria stessa vita.
Voto: 10
3) A che servono i convegni sulla prevenzione dai rischi idrogeologici? Nei giorni scorsi si è tenuto ad Alessandria un incontro per discutere della sicurezza idraulica e delle prospettive per una relazione armoniosa con i corsi d’acqua, che porti anche sviluppo economico e sociale, e per capire come si gestiscono le emergenze meteo e approfondire il tema cambiamenti climatici. Questa pagella verte sui Convegni organizzati per parlare di fiumi e sicurezza idrografica, caso più recente il 25esimo anniversario della grande alluvione ’94: “FIUMI – Bormida: serve un secondo ponte e l’innalzamento della strada verso Spinetta. La città e i suoi fiumi: come ritrovare una relazione. Urgente agire sui cambiamenti climatici”.
Una parentesi; è risaputo che serve un secondo ponte sulla Bormida, e sarebbe ora di passare dalle parole ai fatti. Putroppo il passato abbonda di convegni fini a se stessi. Apro il mio archivio: nel 2004 la Provincia ha ospitato il convegno europeo INUNDA a Casale Monferrato (ero presente) e nel 2012, otto anni dopo, abbiamo ospitato un convegno “gemello” in Alessandria a Cultura&Sviluppo; INARMA (anche lì ero presente). Lo scopo era lo scambio di progetti per la difesa del suolo: “Progetto europeo Inarma 2012: e del progetto europeo Inunda 2004 che ne è stato?” Dopo le parole almeno seguissero i fatti!
Il bilancio dell’ultima alluvione in provincia è di due morti e circa un centinaio di sfollati. Oltre a frane, allagamenti, danni alle coltivazioni per milioni di euro. A questo proposito cito due articoli, per ricordare a politici e burocrati che è tempo di darsi una mossa: “A cinque anni dall’alluvione, in provincia di Alessandria la sicurezza resta lontana”.
E ancora : “Rii che esondano, sgomberi, Castelletto d’Orba sott’acqua, evacuata una palazzina a Novi, scuole chiuse in molti centri: la cronaca di un disastro. A Gavi franato di nuovo dopo cinque anni un versante del Forte: evacuati parte degli abitanti di rione Monserito”.Per concludere: in tali convegni, interessanti certamente e con esperti titolati in ambito, ho l’impressione che “se la cantino e se la suonino tra loro”: ma la loro musica, seppur di alto livello, a quanto pare non produce un fattivo ed utile risultato.
Voto: 4