di Dario B. Caruso
Piove.
Quando piove si ha più tempo per pensare.
Pensandoci bene preferisco il sole ma se non piovesse non potrei fare questa considerazione.
Ciò mi fa pensare che tutto sommato anche le giornate uggiose abbiano uno scopo e se qualcuno decide per la pioggia avrà certamente buone ragioni.
Alcuni studi recenti hanno ipotizzato che il nostro cervello possa avere la capacità di memorizzare fino a un petabyte di dati (cioè cinque volte 1000 byte).
Si tratterebbe di un computer dal potenziale elevatissimo, tale potenziale però va esercitato.
Non esiste un computer che non preveda uno studio, un approccio, password e codici di accesso, linguaggi di programmazione e di utilizzo, modalità di archiviazione; anche il nostro portatile incorporato va studiato ed allenato.
La nostra mente è qualcosa di diverso.
Accende il cervello e ne trae informazioni ma non è meccanica, seleziona, sceglie e accantona; fa da setaccio e ci permette di dare priorità in base a volontà e istinto.
Per questa ragione non è matematica.
Continua a piovere.
I letti dei torrenti si ingrossano.
Il pericolo di esondazioni è sempre più imminente.
Non è difficile comprendere quali siano le cause. Una fra queste è innegabilmente la mancanza di pulizia a monte dei rii e degli alvei: queste zone – incautamente e volontariamente lasciate al degrado – divengono impermeabili e non trattengono l’acqua piovana che anzi trascina a valle con sé detriti.
Quando si pensa in eccesso la nostra mente fa alla stessa stregua: rischia di esondare e di far tracimare considerazioni e pensieri cattivi.
Dobbiamo essere bravi a lavorare a monte, ripulire e riconsiderare, allargare i greti e filtrare le acque facendoci permeabili del buono.
Ciò ci distingue dalle bestie.
Piove.
Quando piove si ha più tempo per pensare.
Pensiamo anche col sole.