Nicola Roggero dà l’impressione di essere una persona estremamente garbata, gentile. Lo dico non conoscendolo direttamente, quindi sulla base dei suoi programmi televisivi, e delle telecronache sui canali di Sky.
Pregio ulteriormente da evidenziare il garbo, la gentilezza, in un gruppo di commentatori di Sky che non sempre si distingue per questo, anzi semmai il contrario, soprattutto quando lo sport commentato è il calcio. E infatti un bel contrasto lo fanno le sue cronache del calcio inglese sempre equilibrate e puntuali, con i pareri “tecnici” cialtroneschi, sopra le righe e quasi sempre poco appropriati di un Di Canio.
Nato a Casale Monferrato (nessuno è perfetto, no?) nel ‘64, con ‘Caro nemico’ (Absolutely Free Editore) racconta dodici storie di sport, di rivalità e amicizia.
Storie scritte in cui si ritrova lo stesso garbo, e stile, del Roggero commentatore. Inoltre, storie che si accompagnano sovente con gli spettacolari racconti televisivi e teatrali di Federico Buffa, con cui Nicola Roggero collabora, e tra le dodici storie di ‘Caro nemico’ emergono diverse tracce dei teatrali racconti di Buffa.
Fin dal primo capitolo, dedicato alla rivalità sfociata in una non prevedibile, e profonda, amicizia tra Jesse Owens e Luz Long.
O, per restare al più recente programma di Buffa, quello che ha aperto il filone dei ricordi del ‘68, i capitoli sulla rivalità tra Eugenio Monti e Vic Emery, che deve l’oro olimpico proprio alla estrema galanteria del “rosso volante”. Piuttosto che quello sui due assi della NBA Wilt Chamberlain e Bill Russell, che insieme fermarono le partite di cui erano protagonisti, l’uno con la maglia di Philadelphia l’altro dei Celtics di Boston, per poter partecipare ai funerali di Martin Luther King, una delle troppe vittime di quel 1968 estremamente violento.
Tra le rivalità se ne trovano alcune già nel complesso note: quella tra Merckx e Gimondi, per esempio (anche se il passare del tempo la rende, per i più giovani, ormai lontana), come quella tra Martina e la Evert.
Alcune permettono di scoprire vicende, passate, tanto affascinanti quanto pochissimo ricordate: cito per prima quella del rapporto tra la “locomotiva umana” Emil Zatopek e Alain Mimoun, perfino testimone di nozze del grande fondista cecoslovacco con la giavellottista Dana Ingrova.
Anche le storie più recenti, e magari meno significative in termini di rivalità sportiva vera e propria, come quella del grande fondista norvegese Bjorn Dahlie che attende al traguardo il kenyano (sulla neve!) Philip Boit, o delle due colleghe di sfortuna della batteria dei 5000 di Rio 2016, sono trattate con accuratezza, e scritte sempre con penna che le rende interessanti, e che permette di percorrere tutto il libro senza cali di interesse.
Insomma, un libro di storie di sport (anzi, prima di tutto storie di vita) che regala approfondimento intelligente, piacevole, e arricchisce la nostra conoscenza di campioni (e non), anche sollevando il velo su vicende che sovente erano solo accennate ma non esplicitate con questa chiarezza: basti citare il capitolo su Poulidor (anche qui, inevitabilmente, eterno secondo il buon Poupou) e Anquetil, in cui Roggero ci spiega per filo e per segno (dopo le tante allusioni dei suoi colleghi) la “filosofia di famiglia allargata” del raffinato e carismatico normanno.
Da leggere, questo ‘Caro nemico’. Lo consiglio.