a cura di Angelo Marenzana
L’appuntamento domenicale di ALlibri è dedicato allo scrittore Rino Casazza e al suo coraggioso editore di riferimento, Algama, che sta pubblicando con grande successo l’intera sua produzione a partire da La logica del burattinaio e L’Angelo di Caporetto (scritti entrambi a quattro mani con Daniele Cambiaso) fino ai più recenti, quelli che si stanno dimostrando una straordinaria rilettura dei grandi detective della storia dell’investigazione letteraria. Come avviene nella miglior tradizione dei romanzi apocrifi che lo stesso autore definisce un vero e proprio filone letterario.
Però, secondo Casazza, meglio raddoppiare. E così Sherlock Holmes si lega prima a Auguste Dupin (Il match del secolo), poi a Padre Brown (Il delitto dell’indemoniata, e L’ombra di Dracula), così come lo stesso Padre Brown si trova a indagare con Philo Vance (L’Angelo della morte). In ultimo, con Il salvataggio del Titanic, sono proprio Sherlock Holmes e Charlie Chan, l’investigatore creato da Earl Derr Biggers, a ficcare il naso nel mistero del Titanic dimostrando che l’affondamento del transatlantico “non è stata solo la più grande sconfitta nella storia della navigazione, ma molto di più”.
Febbraio 1912. Holmes e Watson, sessantenni in gamba, si trovano a San Francisco a un convegno internazionale di medicina legale. Affascinati dalla fama delle Isole Hawaii, decidono di prolungare il soggiorno negli Stati Uniti con una vacanza nell’Arcipelago dei sogni.
Durante la navigazione fanno conoscenza con un eccentrico personaggio di origini cino-americane, di ritorno dalla luna di miele con la bella moglie Elisabeth. È un giovane Ispettore della Polizia di Honolulu, di nome Charles, confidenzialmente “Charlie”, Chan, destinato, negli anni a divenire ad una carriera investigativa di grande successo (tanto da spingere mercato cinematografico a proporre ben 47 titoli) grazie soprattutto ai suoi modi flemmatici, al fatalismo tutto orientale contrapposto al pragmatismo yankee, e al suo ricorrere a curiosi proverbi portatori di saggezza che anticipano la zampata finale. E sempre vincente.
La brutale aggressione a un passeggero, un riservatissimo prete protestante, funesta la piacevole crociera.Il religioso, pur colpito a morte, riesce a pronunciare un accorato quanto inspiegabile ammonimento.
È l’inizio di un’avventura serrata che, a un mese e mezzo dalla partenza del Titanic, il transatlantico inaffondabile, da Southampton per New York, condurrà Sherlock Holmes e John Watson assieme al nuovo insolito collaboratore, dentro ai misteri che circondano il viaggio inaugurale del più lussuoso piroscafo che abbia mai solcato i mari.
Buona lettura con il capitolo Patto solenne.
Sul registro di imbarco e nell’assegnazione delle cabine, Chan appariva come compagno di viaggio di Elisabeth, e Holmes di Watson, tuttavia sull'”American Triton” le due coppie tendevano a sparigliarsi per ricomporre quelle della sera sulla “Henry Knox” in cui l’avventura era iniziata: Holmes con Chan, e Watson con Elisabeth.
Era il dottore a forzare in quel senso: appena poteva prendeva a braccetto la moglie dell’”Ispettole”, intavolando con lei lunghe conversazioni. L’argomento non erano più gli Stati Uniti ma l’Inghilterra, che Elisabeth non aveva mai visitato e amava sentirsi descrivere da Watson.
Chiaro l’intento polemico di quest’ultimo: poiché i due investigatori lo avevano accantonato, toglieva l’incomodo, lasciando che si consultassero tra di loro a piacimento.
La donna assecondava di buon grado Watson, consapevole di accontentare il marito consentendogli di approfondire la situazione con Holmes.
I due investigatori si dissero tutto l’essenziale la sera stessa della partenza, seduti a tu per tu al bar di bordo. Rasserenatosi il cielo dopo un modesto acquazzone, il dottore e la signora Chan erano usciti sul ponte per continuare la chiacchierata all’aperto. Una scelta condivisa da molti altri viaggiatori, visto che la temperatura rimaneva piacevolmente primaverile.
«Credo, amico Charlie,» esordì Holmes «che tra di noi sia necessario un gentleman agreement…»
Chan chinò il capo con deferenza «Soddisfale suoi desideli pel me dovele, amico Shellock»
«Ci dobbiamo impegnare a dirci sempre tutto. L’inchiesta che ci attende richiede la massima intesa.»
«Essele così d’accoldo con lei, amico Shellock, che esselmi già attenuto a questa legola.»
«Lei è un simpatico marpione, Charlie, ma è venuto il momento di gettare la maschera. Non starò qui a rammentare le circostanze, numerose, in cui nei giorni precedenti lei ha giocato a carte coperte con me. Non ho difficoltà ad ammettere che mi sono macchiato del medesimo peccato.»
«Amico Shellock…»
«Niente cerimonie.» lo bloccò Holmes «Le chiedo di giurare su quanto ha di più sacro che collaborerà con me in modo leale. Io farò lo stesso. D’accordo?»
«D’accoldo. Andale bene se giulale su mia adolata moglie?»
Holmes squadrò l’interlocutore. «Confesso che avevo intenzione di chiederle proprio questo… So che per gli orientali rispettare un giuramento è un dovere imprescindibile, come offrire ospitalità… È sicuro, Charlie?»
«Celtamente, onolevole amico.» Neppure in quella circostanza l’”Ispettole” venne meno alla sua olimpica imperturbabilità. «Chi giulale, se sincelo, nulla temele. Come dile saggio: se balca ben costluita, neppule con diluvio affondale.»
«Questa “minima” mi piace! È intonata al nostro caso.»
«Onolato di suo applezzamento amico Shellock. Anche pelché io avella scelta di ploposito.»
«Non avevo dubbi. Solo uno sciocco potrebbe non accorgersi che lei è una persona estremamente acuta! Sono curioso di sapere cosa pensa dell’ultima parola del reverendo Jones»
«Ben contento di accontentale lei, illustle amico. Ma peldonale me se plima…»
«Certo. Più che equo. Su chi vuole che giuri di collaborare con lei con la massima trasparenza, Charlie?»
«Poiché lei non essele sposato, onolevole amico, me venile da indicale pelsona che, in sua vita, svolgele luolo simile a moglie…»
«John?» Holmes era divertito. «Come darle torto? Il mio amico, sotto molti aspetti, è il surrogato di una consorte.»
«Io intendele palente…»
«In questo caso, non c’è molta scelta: della mia famiglia, siamo rimasti solo io e mio fratello…»
«Non essele buona idea, allola. Lei, amico Shellock, e mistel Micloft non essele tloppo affiatati.»
Holmes apprezzò l’eufemismo. Tra lui e suo fratello maggiore l’affetto era offuscato dalla rivalità. Microft riteneva di essergli superiore quanto a ingegno, e a Holmes bruciava dover riconoscere che le notevoli capacità deduttive avrebbero permesso a Microft di diventare, se non l’avesse frenato la pigrizia, un investigatore anche più in gamba di lui.
«Vedo che conosce bene la mia biografia, Charlie… Cosa propone allora?»
«Cledele portelmi accontentale se lei giulale su sua calliela»
A Holmes scappò una risata. «Perbacco! Roba da nulla, eh? Non posso però rifiutarmi, dopo che lei ha accettato il rischio di perdere la deliziosa Elisabeth. Per cui va bene: giuro che, se non sarò leale, abbandonerò la professione investigativa. Veniamo al sodo.» proseguì subito «Potrebbe dirmi che ne pensa di quel misterioso “affonderà” uscito di bocca al sedicente Padre Jones prima di spirare?»
«Oh no! Non pelmettelmi mai di svolgele lagionamento investigativo» si schermì l’”Ispettole” «al posto di glande Shellock Holmes in sua plesenza.»
«Charlie!» lo riproverò seccamente Holmes.
«Come volele, onolevole amico. Io cledele che pelsona felita moltalmente di solito lamentarsi pel dolole, o chiedele aiuto. Se pleoccupalsi di comunicale altlo messaggio, significale ciò essele pel lui più impoltante di vita stessa.»
«Perfetto, Charlie, perfetto… Lei ha idea di quale futuro naufragio il reverendo, o chi per esso, fosse così preoccupato?»
«Flancamente no, onolevole amico. Pel scoplillo, confidale in sua linomata capacità deduttiva. Come dile saggio: se tu avele solo candela, aspettale luce di giolno.»
«Troppo gentile, come al solito» commentò Holmes «Troppo gentile e troppo modesto. Credo che entrambi sappiamo bene qual è la risposta. Dobbiamo cercare una nave il cui affondamento è un’ipotesi così inverosimile da suscitare un drammatico allarme in chi ne è venuto a conoscenza. Non ci sono molte imbarcazioni, in questo momento, che rispondono a tale requisito.»
«Essele contento che lei, amico Shellock, condividele sospetto che plesunto Padle Jones lifelilsi a SMS Titanic.»