Coldiretti: “Sul PSR 2014-2020 serve un urgente cambio di passo della Regione. A rischio troppe misure a sostegno delle imprese agricole piemontesi”

Ancora nessuna decisione politica sull’assegnazione prioritaria delle risorse residue, relative al Psr 2014-2020, per le imprese e, soprattutto, per i giovani. L’assessore Protopapa continua a non programmare e a non decidere mettendo in seria difficoltà l’attività agricola, alla vigilia, oltretutto, dell’ultimo anno relativo al Psr 2014-2020.

“Ancora tante le questioni aperte di cui l’assessore Protopapa non pare occuparsi – affermano Mauro Bianco e Roberto Rampazzo  Presidente e Direttore di Coldiretti Alessandria–. Numerosi giovani ancora risultano esclusi dal finanziamento della misura relativa all’insediamento e troppe imprese attendono le risorse per il miglioramento aziendale. Ad oggi, ancora nessuno stanziamento per il 2020 circa le misure agroambientali, nello specifico per l’ agricoltura integrata, nonostante siano sempre di più le aziende impegnate nell’ambito della sostenibilità ambientale. Per continuare, non è giunta nessuna conferma sull’indennità compensativa 2020 riferita alle aree montane, attraverso la quale è stato possibile, per effetto di un costante presidio, garantire la presenza di sistemi di produzione agricola, promuovere uno sviluppo sostenibile e preservare l’assetto idrogeologico. Dopo già un calo, infatti, del 15% nel 2018 ed un calo del 23% nel 2019, a causa dell’operato dell’allora assessore Valmaggia che ha tradito gli impegni presi, ora le imprese non hanno nessuna garanzia sul prossimo anno. Non parliamo poi del bando relativo alla consulenza aziendale: oltre al danno la beffa, come si suol dire. Paradossalmente viene peggiorata ancora la situazione, già critica, della passata amministrazione. Assurdo, infatti, attivare un bando che sia in contrasto con la normativa nazionale e che danneggerà, per i vincoli assurdi presenti, le imprese che potrebbero beneficiare di questa misura, fondamentale per la crescita del settore agricolo. A questo punto, se non vengono prese urgentemente decisioni adeguate, mortifichiamo l’unico settore, quello alimentare, che, nonostante le difficoltà, rappresenta il traino dell’economia piemontese con una crescita del + 3,5% nella prima metà del 2019”.