di Enrico Sozzetti
Il presidente della giunta regionale piemontese, Alberto Cirio, e quello della Liguria, durante un recente incontro, hanno approfondito svariati temi relaGiovanni Toti,tivi ai rapporti fra i due territori, fra cui quello della logistica. E in una nota diffusa al termine si parla in modo esplicito del retroporto di Rivalta Scrivia, dello scalo ferroviario di Alessandria, di quello di Novi San Bovo, della Zona logistica semplificata, prevista dal decreto “Genova”, del tavolo di lavoro interistituzionale della Liguria che «sta procedendo a definire il quadro programmatico per consentire agevolazioni amministrative, burocratiche, doganali alle aziende che si insedieranno».
Genova punta su Alessandria, guarda al basso Piemonte come a un interlocutore affidabile e lo manifesta non solo in occasione degli incontri istituzionali, ma anche con altri atti come quello di inizio settembre quando negli uffici di via Vochieri 58 (all’interno della sede della Camera di Commercio) è arrivata la conferma dell’interesse della Regione Liguria a entrare a fare parte della compagine sociale della Fondazione Slala. L’annuncio è stato fatto dal presidente, Cesare Rossini, in apertura dell’ultima seduta del Consiglio generale. «Stiamo registrando nuove manifestazioni di interesse che sono il frutto dell’attività della Fondazione mirata allo studio e alla promozione del sistema logistico del nord ovest dell’Italia». Slala può infatti «curare o favorire lo svolgimento, anche da parte di altri soggetti, di ogni attività di pianificazione, progettazione e sviluppo delle procedure, delle conoscenze e dei rapporti di qualsiasi natura finalizzata allo sviluppo dell’intero sistema di aree e di insediamenti rientranti nell’ambito territoriale dedicati alla logistica». Inoltre il nuovo statuto prevede che la Fondazione possa «promuovere e coordinare le iniziative intraprese da altri soggetti, pubblici e privati, con riferimento all’attuazione e all’esercizio degli insediamenti logistici» e inoltre «potrà attivare ogni procedura finalizzata all’ottenimento dei provvedimenti amministrativi che si rendessero necessari per la realizzazione di insediamenti logistici, anche singolarmente considerati e compiere altresì quelle ulteriori operazioni ritenute utili allo scopo». Slala, nata nel 2003 come società a responsabilità limitata e trasformata nel 2007 in fondazione, è diventata una “fondazione di partecipazione” e ha modificato gli scopi sociali e l’architettura statutaria per ampliare l’attività che all’originale mission della logistica delle merci ora aggiunge quella della mobilità delle persone e della formazione.
Non sorprendono, perciò, le recenti richieste di adesione che arrivano dalla Liguria e dalla vicina provincia di Asti con l’Unione industriale, la Fondazione Cassa di Risparmio e la Camera di Commercio che completano l’adesione delle maggiori istituzioni dell’Astigiano.
I lavori del Consiglio generale di Slala sono stati aperti da due ospiti: Fabrizio Palenzona e Rodolfo De Dominicis. Il primo è stato presidente di Slala, il secondo è presidente e amministratore delegato di Uirnet, società partecipata dai principali attori del sistema logistico italiano che ha come obiettivo “mettere in rete il mondo dei trasporti e della logistica” e di cui Slala detiene una partecipazione del cinque per cento, cui fa capo il progetto dei buffer, aree infrastrutturate in grado di rispondere, prima, all’emergenza della gestione dei flussi di merci diventata più difficile dopo il crollo del ponte Morandi e alla necessità, poi, di crescita delle attività portuali. La prima struttura “basica”, come la chiama De Dominicis, potrebbe nascere a Rivalta Scrivia, all’interno del Rail Hub Europe, perché è quella già pronta rispetto anche al collegamento con la ferrovia. «Siamo passati dalla fase di ideazione a quella operativa» precisa De Dominicis.
«Si vedono i primi passi concreti, che ricordano la visione e il progetto di Giacomino Costa su Rivalta Scrivia, bloccato poi dagli stessi genovesi, verso una riconquista di centralità da parte dell’Alessandrino. Qui c’è spazio, c’è futuro, c’è una occasione di sviluppo per tutti i territori» commenta Palenzona. E De Dominicis aggiunge: «Non si deve ragionare in termini di Alessandria o Genova, ma di scelte strategiche per il paese». Come quella che dovrà riguardare lo scalo ferroviario del capoluogo? «Rispetto a questa struttura – risponde il presidente e amministratore delegato di Uirnet – bisogna innanzitutto capire quale finalità debba avere (logistica, intermodale). Quindi si deve aprire la fase tecnica ed economica. È necessario formare un gruppo di lavoro, anche con Rfi, per capire quanto costa e come si può fare. Ma in primo luogo è necessario avere una coesione profonda e convinta del mondo alessandrino».