di Jimmy Barco
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Quando il presidente Di Masi aveva individuato a fine stagione scorsa Artico come nuovo DS dei Grigi, aveva immaginato l’impegno dell’ex bomber nella Direzione Sportiva mandrogna in fattiva collaborazione con il garzone di casa, tal Soldati, il quale in quel momento era a tutti gli effetti DS e, come tale, foriero di minchiate leggendarie, note in tutto il circuito calcistico nazionale.
Ma il ragazzo non ci sta a condividere oneri e onori con il bomber cocco dei tifosi, e probabilmente si inalbera dall’alto della sua inarrivabile professionalità maturata proprio in riva al Tanaro nelle stagioni passate e se ne va (o viene accompagnato alla porta, non mi è dato a sapere).
Risultato: Artico DS plenipotenziario dei Grigi a pochi giorni dall’apertura della sessione estiva di mercato. Un salto nel buio, per alcune buone ragioni che ho rilevato al momento. Al punto d’averlo ribattezzato Artico-Wolf, come il personaggio delle Iene di Tarantino chiamato “a risolvere problemi”.
Per farla breve: 14 contratti in organico di cui disfarsi perché collegati a giocatori che qui avevano fatto male o non si erano dimostrati professionalmente degni, o entrambe le cose. Contratti, tra l’altro, tanti, lunghi e fuori mercato.
Allo stesso tempo, oltre a svuotare il magazzino, bisognava rifare la squadra, possibilmente cercando di seguire le regole auree che la Dea Eupalla, la categoria d’appartenenza e l’impegno economico non più illimitato di Di Masi suggerivano.
Delle 14 defenestrazioni 12 sono andate a buon fine, alcune con esiti sanguinosi altre invece in modalità soft. Le due posizioni rimaste in organico obbiettivamente erano senza speranza dal punto di vista del mercato (neppure il fratello li avrebbe ingaggiati vista la loro età, il loro prezzo e il loro contratto irragionevole) e speriamo che durante la stagione tornino utili anche questi due giocatori, i quali non credo rappresentino un problema dal punto di vista comportamentale.
Anche solo l’opera di ‘sanificazione’ del budget e dello spogliatoio del nuovo DS sarebbe già meritoria, oltre tutto portata avanti da un soggetto da anni fuori dal centro nevralgico del mercato di categoria, e incaricato senza aver avuto il tempo di elaborare una strategia (per operazioni di questa portata un DS navigato lavora dal gennaio precedente a costruire un percorso logico e sostenibile).
Ma ci sono altri fattori positivi:
1) aver individuato Scazzola come Mister. Scelta che ha assicurato la possibilità di avere già nel mirino almeno cinque/sei obbiettivi tecnici sicuri, perché giocatori che il mister conosceva e dai quali è apprezzato. Quanto poi al lavoro di costruzione di un gioco e di una personalità di squadra, il Nostro sta facendo cose semplici, moderne, efficaci e puntuali, senza tentennamenti e ripensamenti vari.
2) Fra tutti (Presidente, DS e Mister) stavolta si sta costruendo un organico logico, fatto di tasselli al posto giusto e di ruoli ricoperti al meglio, partendo da un modulo di riferimento ma con la possibilità di svariare, in situazioni contingenti, su soluzioni tattiche affini, sia per una partita intera sia per una frazione di essa. Inoltre si è badato alla prestanza fisica che si vede plasticamente in campo. Questa è una squadra a cui non fanno certo difetto chili e centimetri, e una freschezza atletica che solo i giovani virgulti sono in grado di garantire.
La scelta, ad esempio, di ‘spruzzare’ tutti i reparti di esordienti (o quasi) è coraggiosa ma intelligente e garantire poi sulle fasce 4 giovani intercambiabili è da manuale del calcio. L’ex “garzone di casa” non se la prenda, ma Artico e Scazzola sanno bene come deve essere costruita una squadra di calcio senza essersi fatti pagare il corso per diventare DS o allenatori dall’Alessandria Calcio, mentre lui si è rivelato un modesto orecchiante che carpiva frasi a metà pronunciate da indisponenti ‘apprendisti stregoni’, tra l’altro sleali nei confronti di chi pagava lo stipendio (leggi ex DS).
Penso che i primi tentativi di realizzare un progetto così profondo e ambizioso, teso a spendere al meglio risorse della proprietà e razionalizzare per quanto possibile il futuro messi in atto nella prima parte del mercato, abbiano incuriosito Di Masi, stufo di perdere energie e soldi con i Grigi.
3) “Ma perché, si può far calcio anche così?”- Questa la domanda che si sarà posto il Presidente, ormai disilluso dai precedenti cinque DS. E qui scatta il terzo, e forse decisivo, punto che potrebbe trasformare una stagione nata senza troppe illusioni in un campionato base per future glorie. Perché è chiaro che a un certo punto del periodo mercatale estivo l’Alessandria ha virato su modi, tempi e obiettivi diversi, e di profilo più ambizioso. Questo cambiamento di linea è da attribuirsi a un ritorno di fiamma di Di Masi ‘motu proprio’, oppure il lavoro quotidiano del DS e del Mister hanno fatto rinascere antiche benefiche tensioni nel nostro Presidente? Sicuramente c’è un po’ di tutto, l’importante è che la scintilla sia scoccata. In un momento in cui sembra tutto rosa in realtà nessuno fra noi sa dove si andrà, come si dipanerà questa stagione, quali saranno i giocatori più positivi e quelli che non manterranno le promesse, le trappole da evitare e quelle da innescare, i momenti bui e la capacità di superarli (nostro antico tallone d’Achille). Perché nel calcio abbiamo visto a volte le cose fatte per bene non gratificate a dovere dai risultati e altre volte (poche, invero) le cose fatte “ad minchiam” premiate oltremodo.
Perché per far coagulare trentacinque personalità e trasformarle in un gruppo omogeneo pronto per un viaggio che dura dieci mesi ci vuole anche un po’ di fortuna e tanti bravi ragazzi dotati di intelligenza, pazienza e voglia di arrivare. Ma è importante fare le cose per bene, tanto per cominciare, e sperare che la Dea Eupalla ci guardi benevolmente.
Ad maiora.