L’Assemblea di Palazzo Lascaris ha approvato martedì all’unanimità dei votanti (41 favorevoli e 5 non votanti del gruppo M5s) il disegno di legge 1, “Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2018”.
La fotografia del bilancio 2018, elaborata dal precedente Esecutivo, è giunta all’esame dell’Aula, già parificata dalla Corte dei Conti e vagliata dal Collegio dei Revisori.
In base alla relazione, il 2018 si chiude con un totale a pareggio di oltre 13,8 miliardi di euro: le entrate proprie rappresentano il 73,6% delle entrate regionali, a fronte di una incidenza delle entrate da parte di terzi (siano esse di natura corrente che in conto capitale) pari al 24,31% . Sul versante della spesa, la parte principale è rappresentata dalle spese correnti (76,4%) a cui fa seguito la spesa in conto capitale. L’ente chiude con un avanzo economico di oltre 113 milioni di euro, destinando una parte rilevante di entrate correnti al finanziamento di spese in conto capitale.
Il relatore di maggioranza, Andrea Cane, ha proseguito rilevando che “la situazione ereditata dal passato è tutto fuorché ovattata e beata rispetto a come hanno voluto presentarci alcuni colleghi di sinistra durante la riunione della prima Commissione e anche nel corso dell’audizione dell’assessore alla Sanità tenutasi ieri in quarta Commissione. Tuttavia come maggioranza di centrodestra oggi votiamo a favore per puro senso di responsabilità verso i piemontesi. Negli ultimi anni i costi della sanità piemontese, purtroppo, non sono stati monitorati a sufficienza e non vi è stata una corretta programmazione delle risorse. Il bilancio di previsione predisposto dalle Asr, entro il 3 giugno 2019, riporta infatti una perdita attesa per il 2019, di 454 milioni di euro. Questi bilanci di previsione sono stati relazionati e firmati dai direttori generali delle Aziende sanitarie regionali, prima che il nostro presidente nominasse i componenti della Giunta. I 454 milioni non sono il risultato di un esercizio di contabilità in excel, ma di una vera richiesta di denaro alle deboli casse regionali. In questo senso bene ha fatto la Giunta, con la Dgr del 19 luglio 2019, ad assegnare ai direttori generali un obiettivo di bilancio che trae la sua misurazione dai costi del bilancio consuntivo precedente. È quindi necessaria e doverosa per il futuro immediato una verifica di quella che è la reale situazione del bilancio regionale, su cui grava un debito causato anche dai cosiddetti derivati ‘Bresso’, di cui siamo fortemente preoccupati e che rende ancora più difficile il nostro agire. Non dimentichiamoci poi del ‘grattacielo delle grane’, la nuova sede regionale, che dopo diverse varianti sarebbe lievitata ad un costo di circa 250 milioni di euro e che attualmente non è ancora in uso”.
Secondo il relatore di minoranza, Sean Sacco (M5s) “il Piemonte paga gli errori della vecchia politica. Il conto rischiano di pagarlo le future generazioni. Continua a pesare sul bilancio regionale l’eredità dei contratti derivati firmati dalla Giunta Bresso ed avallati dall’allora Governo Berlusconi. Errori che hanno ancora pesanti effetti sui cittadini piemontesi, pensiamo ad esempio ai pagamenti erogati dalle Asl. Il 38 per cento non avviene ancora nei tempi previsti dalle leggi vigenti. Inoltre risultano ancora molte spese fuori controllo ed in alcuni casi eccessive a fronte di un taglio netto sugli investimenti. Il Piemonte, faticosamente, sta cercando di risalire la china per uscire da questa pessima situazione finanziaria. La stessa Corte dei Conti ha sottolineato come, lentamente, si stia andando nella giusta direzione. Ma il conto non lo dovranno pagare i più deboli. Continueremo a vigilare e controllare affinché si vada nella direzione giusta mettendo in sicurezza il bilancio e garantendo la solidarietà tra generazioni nella nostra Regione”.
Il relatore dell’opposizione di centrosinistra, Maurizio Marello (Pd), ha rilevato che “è importante non sprecare quanto di positivo è stato fatto. Il rendiconto 2018 ci pone di fronte ad un quadro complesso che fotografa una legislatura che ha provato ad invertire una tendenza che aveva visto, negli anni precedenti, la nostra Regione accumulare debiti. Il commissariamento della sanità ha costretto la Giunta Chiamparino a fare scelte coraggiose che consentissero alla Regione di uscire dai vincoli imposti dal piano di rientro. Penso che da questo rendiconto si percepisca non soltanto un’inversione di rotta, ma un senso di cambiamento, un miglioramento della situazione economico-patrimoniale della Regione, riconosciuto anche dalla Corte dei Conti”. “Sicuramente in questo documento permangono alcune criticità – ha proseguito Marello – ma è importante rilevare, per esempio, nella gestione del servizio sanitario, un miglioramento dei tempi di pagamento”.
Nella discussione generale sono anche intervenuti: Carlo Riva Vercellotti (FI), Domenico Ravetti e Raffaele Gallo (Pd) e Marco Grimaldi (Luv).
Nella replica l’assessore regionale al Bilancio, Andrea Tronzano ha ringraziato la struttura ed ha parlato di nessun timore ad assumersi responsabilità ed a fare scelte. La discontinuità dell’azione politica è fondamentale ma rimanendo nel solco degli equilibri di bilancio.
L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, ha spiegato che le perdite delle aziende sanitarie verranno ripianate ma – a causa dell’entità delle perdite di esercizio, che in base alle proiezioni dovrebbero superare i 200 milioni di euro – non basteranno i risparmi.
Prima della discussione ed approvazione del Rendiconto generale, l’Assemblea ha deliberato all’unanimità il “Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2018”.
Il provvedimento, come ha spiegato nella relazione il presidente dell’Assemblea Stefano Allasia, proseguendo nella linea di contenimento delle spese, porta ad un positivo risultato di amministrazione. Per questo motivo si rendono disponibili 4,82 milioni per investimenti (in particolare il restauro di Palazzo Lascaris) ed altri 3,71 milioni di parte disponibile ancora da destinarsi.