Illusioni [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

In quest’anno scolastico ho concentrato le mie semplici forze nel tentativo di infondere.

Infondere vuol dire lasciare dentro, far sedimentare, non costruire ma predisporre alla costruzione.

Quest’anno ci ho provato più di prima, con i grandi e con i piccoli.

 

Con i grandi sembra crearsi un rapporto di condivisione, di spartizione delle aspettative, sapendo bene che l’adulto è perlopiù impermeabile al nuovo, a ciò che nei primi trenta quaranta sessant’anni ha assunto.

L’adulto è pietra granitica.

Raramente è ricoperto da uno strato calcareo che si scalfisce.

Con i piccoli vincono le illusioni.

Sono veramente geniali, loro.

Riescono a convincerti che quello che proponi li diverta, si appassionano ad un gioco, ad un suono, ad un movimento, ad un calembour linguistico come nessun altro al mondo.

Sorridono e ridono divertendoti, corrono e saltano rallegrandoti, salutano ringraziandoti.

E tu torni a casa nell’illusione di aver lasciato dentro qualcosa.

Qualcosa che nel tempo possa germogliare e dare buoni frutti.

Viviamo con quell’illusione.

Facciamo finta di non sapere che tra il maestro e l’allenatore di calcio sceglieranno il mister, tra il maestro e l’amico del cuore sceglieranno l’amico.

Diciamo la verità: lo abbiamo fatto tutti, perché mai proprio questa generazione dovrebbe disattendere la regola?

Lo faranno anche loro e così sarà nei secoli fino alla fine del mondo.

Quest’anno ho concentrato le mie semplici forze nel tentativo di infondere.

Ci ho provato più di prima, con i grandi e con i piccoli.

Non vorrei ma mi conosco.

So che a partire da settembre vivrò di nuove illusioni.